BERGAMO FILM MEETING 41A EDIZIONE, 11 – 19 MARZO 2023

Il Festival
9 giorni di proiezioni; oltre 160 film tra lungometraggi, documentari e corti. Bergamo Film Meeting ha compiuto 40 anni ed è ritornato, finalmente, in presenza
Bergamo Film Meeting è uno degli appuntamenti più importanti nel calendario dei festival italiani: da 40 anni a marzo migliaia di appassionati di cinema d’autore si ritrovano per condividere un grande evento cinematografico, assieme.

L’Associazione Bergamo Film Meeting nasce nel 1983 e dal 2013 è iscritta all’anagrafe delle Onlus, organizzazioni non lucrative di utilità sociale. L’Associazione ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione della cultura cinematografica, con una particolare attenzione al cinema d’autore e di qualità.

La 41a edizione di BFM (11 – 19 marzo) sarà anticipata venerdì 10 marzo, alle ore 21 presso il Teatro Donizetti di Bergamo, dalla sonorizzazione dal vivo di Psycho (1960) di Alfred Hitchcock, ad opera dell’Orchestra Sinfonica Giovanile di Milano diretta dal maestro Anthony Gabriele. L’iconica colonna sonora composta dal Premio Oscar Bernard Herrmann, verrà eseguita dall’Orchestra sulla versione originale. L’evento è realizzato con la collaborazione dell’Orchestra Sinfonica di Milano e la sponsorizzazione di Intesa Sanpaolo e Brembo, attraverso Comitato Bergamo Brescia Cultura 2023.

In nove giorni di programmazione BFM proporrà:
2 sezioni competitive – la MOSTRA CONCORSO riservata ai lungometraggi di finzione e VISTI DA VICINO, rivolta al cinema documentario; la sezione EUROPE, NOW!, dedicata al cinema europeo contemporaneo, che presenta in anteprima nazionale la personale completa dei registi Ursula Meier (Francia, Svizzera) e Jaco Van Dormael (Belgio), ed è arricchita da una selezione dei film di diploma delle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT – realizzata in collaborazione con la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano – e da Europe, Now! Film Industry Meetings (13 – 14 marzo), le due giornate rivolte ai professionisti di settore; una retrospettiva su Jerzy Stuhr, eclettico e intenso attore polacco di cinema e teatro, oltre che raffinato sceneggiatore e regista; la retrospettiva completa della regista e animatrice ceca Michaela Pavlátová; l’omaggio alla cineasta Kira Muratova, figura di spicco del cinema sovietico e ucraino dagli anni ’60 agli anni ’80; la sezione KINO CLUB, dedicata ai giovani spettatori di ogni età, con le collaborazioni della Cineteca di Milano e dell’olandese Kaboom Animation Festival; la prima tappa di Prospettiva Olmi, retrospettiva omaggio dedicata a Ermanno Olmi che proseguirà durante tutto l’anno; la sezione Incontri: Cinema e Arte Contemporanea realizzata in collaborazione con l’Associazione The Blank; insieme a anteprime, proiezioni speciali e il DAILY STRIP, l’appuntamento con alcuni tra i migliori illustratori del panorama italiano del fumetto.

Davide Ferrario (Presidente Bergamo Film Meeting Onlus)

Delle decine di manifestazioni cinematografiche che fiorirono negli anni ‘80 insieme con Bergamo Film Meeting non ne sono rimaste molte. Non possiamo non essere soddisfatti del successo di lunga durata di un festival che arriva alla quarantesima edizione. Dimostra che l’idea da cui partimmo era buona e che, pur cambiando inevitabilmente pelle e intenzioni nel corso del tempo, BFM una ragione di esistere l’ha sempre avuta. Non solo: BFM è stato sempre più apprezzato da pubblico e addetti ai lavori. L’epidemia di Covid 19, però, ha accelerato il processo di crisi storica del cinema, costringendoci oggi a chiederci che senso abbia un festival del cinema in sala. È una domanda che anche noi dovremmo porci fin dalla prossima edizione.

Ma oggi è giusto prima di tutto celebrare: non solo i 40 anni, ma anche il ritorno in sala e in presenza dopo due edizioni “a distanza”. BFM era nato nel 1983 come un festival rivolto al futuro: si portavano in città i talenti mondiali emergenti. Ha poi passato una lunga fase in cui l’attenzione era rivolta al passato: le retrospettive sono state spesso il clou del programma. È diventato poi principalmente un festival del presente; un festival del presente europeo, da anni riconosciuto, anche con un significativo supporto finanziario, dai programmi MEDIA della UE. Con una battuta, verrebbe da dire che anche il presente, però, non è più quello di una volta – e nemmeno le forme della sua rappresentazione sullo schermo -. Ma BFM continua ad essere uno specchio fedele della ricerca e dell’urgenza che moltissimi cineasti mettono nella testimonianza e nella reinvenzione del reale. È a loro che bisogna guardare per immaginare cosa potrà essere il cinema di domani, se ancora si chiamerà così.

Prima di cominciare a pensare a quel che sarà, però, non bisogna dimenticare quello che è stato e chi non c’è più. Quarant’anni sono un bel pezzo della vita di un uomo o di una donna e inevitabilmente molti, dal 1983, ci hanno lasciato. Personalmente, ricordo ancora benissimo la riunione in Comune in cui si decise la creazione del festival. A quel tavolo, io ero il giovane di belle speranze e il destino mi consente di essere qui ora a scrivere queste note. Non ci sono più gli amministratori di allora, che furono attenti sostenitori istituzionali di quell’idea ambiziosa: il sindaco Giorgio Zaccarelli e l’assessore alla cultura Gian Pietro Galizzi, che sarebbe diventato sindaco a sua volta. Soprattutto, non ci sono più i due “Grandi Vecchi” di Lab 80 e Cineforum, Piercarlo Nolli e Sandro Zambetti: diversi per carattere e indole, ma inerentemente bergamaschi nella loro voglia di fare e migliorare le cose. Sono stati l’esempio per più generazioni di cinefili e appassionati che si sono succeduti/e nelle mille mansioni, alte e basse, che servono per far funzionare BFM.
In conclusione, usiamo quest’edizione per segnare la fine di un ciclo e l’inizio di una nuova epoca, con consapevolezza e apertura mentale: quella che a BFM non è mai mancata.
Davide Ferrario (Presidente Bergamo Film Meeting Onlus)

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