IL VISION BROADCAST VISTO DA: MARCO PELLEGRINATO – MFE – MEDIASET

Intervista a Marco Pellegrinato – Standard Innovation Advisor del gruppo MFE – Mediaset.

Dal tuo punto di vista, ovviamente le tecnologie sono il riferimento più importante della tua attività. Il Vision Broadcast organizzato da Leading, al quale stai presenziando, che tipo di input ti ha dato?

Beh, innanzitutto devo dire che il broadcasting è diventato un po’ la pecora nera. Si vede sempre di meno in questo mondo multimediale digitale. Il broadcasting ancora si difende avendo degli eventi come questo dedicati al broadcasting. Io sono molto contento di questo. Devo ringraziare sia Giuseppe che Marco; Giuseppe perché questo mestiere lo fa da direi 60 anni; Marco perché invece da un po’ meno lo fa con grande passione.

Ben venga perché questo, come hai detto giustamente, è un Vision Broadcast. Quindi c’è dentro il mondo audiovisivo e c’è molto audio, perché oggi Leading Technology spazia su più tecnologie. Compreso il lighting. Ma viene da esperienze prettamente audio. E di questo ne va reso onore. Perché provare a ascoltare la televisione senza i suoni è tutta un’altra cosa. Quindi audio e video insieme sono preziosi.

Sulle Tecnologie Presentate al Vision Broadcast

Quali tecnologie hai visto qui?

Le tecnologie viste oggi non sono più molto hardware, sono piuttosto software. A parte alcuni elementi come per esempio i pannelli. Questa società italiana che fa questi pannelli fono-assorbenti di tutte le dimensioni e di tutte le fogge. Effettivamente ho provato a capire e funzionano molto bene. Soprattutto nei locali molto rumorosi. Hanno un’assorbenza veramente elevata.

Poi tra gli elementi proprio ancora fisici, cioè hardware, (io nasco dal mondo audio), i mixer Calrec che, ricordo moltissimi anni fa facevano solo microfoni. Oggi evidentemente, nel mondo digitale puoi prendere in considerazione di fare l’intera catena, tra cui i mixer. Ed effettivamente sono gioielli, perché erano già dei gioielli quando facevano i microfoni. Considero che oggi lo siano anche in termini di funzionalità e non solo di qualità del processo digitale.

Una cosa che mi ha incuriosito sono i tentativi di utilizzare l’intelligenza artificiale per fare sottotitolazione in tempo reale di eventi, (parlo di eventi broadcast), con aziende che effettivamente stanno mettendo a segno tutta una serie di sviluppi software per portare a persone non udenti, la trascrizione puntuale del parlato con la distinzione di vari oratori all’interno della scena. Ecco, queste sono le cose che ho visto in questa presenza oggi.

Sul Futuro del Settore

Per la tua posizione, visto che poi partecipi anche a molti eventi sia nazionali che internazionali oltre che tavoli di lavoro, come sta proseguendo l’evoluzione tecnologica nel nostro settore? Cosa bisogna aspettarsi e dove stiamo andando per i prossimi anni, per il prossimo futuro?

Io ho visto uno spostamento di paradigma dal comprare prodotti e farsi la soluzione in casa a comprare le soluzioni complete. Oggi, chi poi deve usufruire delle tecnologie, quindi il broadcaster, è molto più impegnato a fare il suo mestiere di editore, piuttosto che avere strutture tecnologiche fatte in casa. Sia per una questione di costi, ma sia perché in realtà fare sistema vuol dire anche allestirlo, metterlo in funzione, manutenzione. E quindi sono costi elevati che oggi invece il broadcaster, preferisce comprare fuori.

Ecco, questo meccanismo di outsourcing che non significa dare ad altri le proprie competenze, le proprie operazioni, ma fare in modo che le operazioni siano fondate su soluzioni integrate con processi manutentivi, di sviluppo del software, perché oggi il software è praticamente il motore di tutto il workflow di produzione. E quindi vedo questo spostamento di paradigma dove chi fornisce soluzioni integrate e con ovvia copertura di manutenzione eccetera, oggi è un po’ più vincente. E quindi largo agli integratori di soluzioni, piuttosto che ai box-mover che c’erano fino a qualche decennio fa.

 

 

Articoli correlati