LA TECNOLOGIA ARRI DIETRO “ROBBING MUSSOLINI” IL LUNGOMETRAGGIO NETFLIX

Girato con ALEXA Mini LF, lenti Signature Prime e luci ARRI, il film Netflix “Robbing Mussolini” รจ strutturato in quattro mondi estetici. Il DP Gian Filippo Corticelli ha condiviso con ARRI la sua esperienza sul set, mentre il colorist Andrea “Red” Baracca ha aggiunto preziosi dettagli circa le finiture apportate al film.

Il film, ambientato nel 1945, racconta di un imprenditore milanese impegnato nel reclutamento di una banda per compiere un’elaborata rapina. Non si tratta solo di un semplice gioiello, ma di un tesoro leggendario appartenuto a Benito Mussolini. Il film รจ strutturato in “quattro mondi, legati a quattro personaggi e quattro situazioni”, spiega Corticelli, a proposito delle dodici settimane trascorse sul set in Italia. Parlando con ARRI del grading HDR, il Colorist Andrea “Red” Baracca ci racconta come ha dato vita ai colori di questo ambizioso progetto.

Il direttore della fotografia Gian Filippo Corticelli ha creato mondi estetici distinti nel film “Robbing Mussolini”ย 

Intervista al direttore della fotografia Gian Filippo Corticelli

DP: In quali location รจ stato girato โ€œRobbing Mussoliniโ€?

Gian Filippo Corticelli: Le riprese sono durate 12 settimane. Per la prima metร  il film รจ stato girato a Roma e dintorni: nellโ€™ufficio di Italo Balbo al Ministero dellโ€™Aeronautica a Castro Pretorio, alla Snia in Largo Preneste, dove cโ€™รจ la vecchia struttura industriale abbandonata che, con lโ€™aggiunta di un poโ€™ di macerie, sembrava una zona di guerra, e nel bunker di Soratte. Poi il set si รจ spostato in un castello nel viterbese e in altre location da quelle parti. In seguito siamo stati a Trieste, dove abbiamo girato una parte piuttosto lunga in una location che nel film รจ chiamata Zona Nera: nel porto antico di Trieste รจ stata ricreata una periferia di Milano in cui si svolge la scena del furto del tesoro di Mussolini, il cuore dellโ€™azione del film. Le ultime scene sono state girate a Tarvisio, dove si conclude lโ€™inseguimento finale, mentre le sequenze aggiuntive a Torino.

DP: Che indicazioni avevi ricevuto dal regista sullo stile visivo del film?

Gian Filippo Corticelli: Renato De Maria ha dato a me, ma anche ai reparti costumi e scenografia, delle suggestioni precise: ha diviso il film in quattro mondi legati a quattro situazioni, relative a quattro personaggi. Il primo era quello di Cabiria, un night dove lavora la protagonista Yvonne, interpretata da Matilda De Angelis. Il locale รจ frequentato da fascisti, nazisti e partigiani: unโ€™umanitร  variegata che si ritrova in un luogo in cui si dimentica la guerra per un poโ€™. Per questo mondo De Maria ha pensato al rosso con lโ€™obiettivo di evocare il sangue, la vita che scorre. Poi cโ€™รจ il mondo del protagonista fascista, Borsalino (Filippo Timi, NdR.), il braccio destro di Mussolini nel film. Il suo รจ un mondo freddo, di ghiaccio e marmo, contraddistinto da una luce bianca un poโ€™ asettica e da palazzi con scalinate di marmo. Poi cโ€™รจ il mondo di Isola (Pietro Castellitto, NdR.), il protagonista maschile, un mondo legato alla guerra e alle sue cicatrici, fatto di palazzi sventrati e macerie, in cui i colori dominanti sono il ruggine, il marrone, il verde. Infine, cโ€™รจ la Zona Nera, in cui si svolge la scena madre del film, cioรจ la rapina: รจ un mondo buio, oscuro, una zona super sorvegliata, illuminata solo da luci di controllo che scandagliano il buio alla ricerca di eventuali incursori. รˆ una situazione quasi in bianco e nero, con meno colore e piรน luci e ombre.

Il regista Renato de Maria ha dato precise indicazioni alla troupe sullo stile visivo di “Robbing Mussolini”ย 

DP: Quali riferimenti specifici avevi in mente per “Robbing Mussolini”?

Gian Filippo Corticelli: Mi interessava soprattutto avere diverse cromaticitร  che si mescolavano nel fotogramma: soprattutto luce fredda e luce calda. Con Renato abbiamo pensato a Peaky Blinders, Bastardi senza gloria e 1917, che con la ruggine delle trincee ci sembrava una buona reference per evocare il mondo di Isola e la situazione di guerra.ย Volevamo anche una luce un poโ€™ da graphic novel, perciรฒ ho un poโ€™ derogato al mio comandamento: โ€œrealizza sempre una luce vera, una luce naturale!โ€œ

DP: Cosa ti ha portato a scegliere ARRI ALEXAย Mini LF?

Gian Filippo Corticelli: Avevamo tre macchine da presa: due ARRI ALEXAย Mini LF e una ALEXAย XT come terzo corpo, con ottiche Signature Prime. Naturalmente ho delle preferenze personali su ottiche e sensori, ma cerco di affrontare ogni film partendo da zero e cercando di capire quale puรฒ essere il sistema piรน adatto al singolo film. Un poโ€™ come quando esci di casa e devi decidere che scarpe mettere: se vai a fare footing non ti metti gli anfibi. Quando inizio un progetto mi piace fare test comparativi mettendo a paragone sensori e ottiche diversi, poi discuto con il regista e trovo il look piรน giusto. In questo caso avevo provato altri sensori, ma ARRI mi sembrava il piรน adatto per un film dโ€™epoca ambientato nel 1945, essendo dotato di una certa rotonditร . In piรน, volendo usare diverse cromaticitร  allโ€™interno del fotogramma, mi sembrava che il sensore ARRI giร  di suo separasse meglio il colore caldo dal freddo, mentre gli altri tendevano tutti ad appiattire un poโ€™. โ€œRobbing Mussoliniโ€ รจ un progetto Netflix, quindi doveva essere realizzato in 4K nativo, allora ho optato per il largo formato, anche per sperimentare la diversa profonditร  di campo rispetto al super 35.

Trattandosi di un progetto di Netflix, “Robbing Mussolini” รจ stato girato in 4K nativo

DP: Che valore aggiunto hanno portato le ottiche ARRI Signature Prime?ย 

Gian Filippo Corticelli: Pur avendo le mie serie di lenti ARRI preferite, affronto ogni progetto effettuando dei provini per trovare il look migliore per lo specifico film. Anche in questo caso ho fatto dei test con tre o quattro tipi di lenti, e tutto mi portava nella direzione delle ARRI Signature Prime. โ€œRobbing Mussoliniโ€ รจ un film di guerra, quindi potevo esplorare toni vintage e crudi per evocare il 1945. Lโ€™incisione rotonda di queste ottiche era perfetta per lo scopo: unโ€™incisione cattiva ma delicata, in un look con toni ruggine e verdi. Inoltre, ci sono alcuni elementi sempre presenti in questo film: il fumo, lโ€™acqua e la sfocatura. La sfocatura รจ una caratteristica che amo molto nelle ottiche anamorfiche, dove emerge piรน magica rispetto alle sferiche. Le lenti ARRI Signature Prime hanno perรฒ una sfocatura molto affascinante con il diaframma tutto aperto. Sono lenti sferiche con una profonditร  di campo corta, soprattutto nei campi larghi, il che รจ una particolaritร  del Large Format. Da ultimo, ho apprezzato molto la leggerezza di queste ottiche: lavorando con Ronin, droni, Steadycam e macchina a mano, la leggerezza era un elemento che spostava ulteriormente la bilancia a favore delle ARRI Signature Prime.

DP: Come รจ stata gestita lโ€™illuminazione?ย 

Gian Filippo Corticelli: Fortunatamente il film ha un budget importante e ho potuto lavorare con i materiali di cui avevo bisogno. A Trieste, nella Zona Nera, cโ€™era una strada buia di 400 metri in cui dovevo partire da zero per arrivare a una luce ricca di chiaroscuri. Essendo una zona di guerra, non cโ€™erano lampioni, o luci di finestre o di negozi. Era tutto totalmente buio. Discutendo con Renato ci รจ venuto in mente un tipo di luce visto nei film di guerra, nei campi di concentramento e abbiamo illuminato la zona con proiettori che scandagliavano il buio, raggiungendo il perimetro della zona presidiata. Facendo una ricerca ho trovato i proiettori Mole-Richardson che, pur essendo moderni, hanno un look molto vintage. Mi serviva anche il loro look perchรฉ dovevano essere inquadrati: la macchina da presa andava infatti a intercettare i proiettori come fossero fari dellโ€™esercito orientati da un soldato. Tutti i proiettori in scarica erano ARRI serie M, dai 1.800 ai 9000ย Watt, avevamo anche parecchie luci a Led come gli ARRI SkyPanel.

“Questo film disponeva di un ampio budget e sono riuscito a lavorare con tutti i materiali di cui avevo bisogno”, afferma il direttore della fotografia Gian Filippo Corticelli

DP: Con quali impostazioni ASA avete lavorato?ย 

Gian Filippo Corticelli: Ho spinto ARRI ALEXAย Mini LF a 1600 ASA per dare mezzo stop di chiusura agli ARRI Signature Prime e non mettere in crisi i focus puller. Lโ€™obiettivo non lavorava a tutta apertura, quindi aveva piรน contrasto e incisione. Di base lavoravo a 1240 ASA e di notte cercavo di spingere sulla sensibilitร  sia per i fuochi, sia per la resa ottimale dellโ€™obiettivo.

DP: Ci sono state altre situazioni complicate da gestire con lโ€™illuminazione?ย 

Gian Filippo Corticelli: Sicuramente la Snia, che non aveva le stesse dimensioni della Zona Nera, ma era altrettanto complicata perchรฉ dovevo illuminare una lunga strada in cui si svolgeva una sparatoria. Lรฌ mi sono coordinato con il capo-elettricista Felice Guzzi, che รจ abituato a lavorare con impianti grossi e gru da 60 metri. Eravamo in dubbio se usare lโ€™ARRI M18 o lo SkyPanel 360-C, ma siccome la distanza era tanta abbiamo optato per il primo.

L’illuminazione ARRI ha aiutato a creare i diversi stili visivi del film “Robbing Mussolini”

DP: Che movimenti di macchina avete utilizzato?

Gian Filippo Corticelli: Cโ€™erano molti piani sequenza, infatti i due operatori avevano entrambi la steadycam col Ronin. โ€œRobbing Mussoliniโ€ ha molti movimenti di macchina, soprattutto carrelli, steadycam e Ronin appunto. Ci sono state poche riprese a mano.

DP: Che monitoraggio avete usato sul set?

Gian Filippo Corticelli: Con il colorist Andrea โ€œRedโ€ Baracca, ย abbiamo creato una LMT legata soprattutto al contrasto che cercavamo. Abbiamo sporcato i neri, raffreddandoli, e creato due-tre cose nella LMT che ci sembrava si sposassero con i quattro mondi e potessero funzionare per tutto il film.

Il direttore della fotografia Gian Filippo Corticelli e il Colorist Andrea Baracca hanno creato un LMT legato al contrasto che cercavano di ottenere per il film.

Intervista con il Colorist Andrea “Red” Baracca

DP: Come hai gestito il lavoro sul colore in HDR per le quattro diverse atmosfere richieste?

Andrea “Red” Baracca: Avevamo una lunga lista di reference di film di guerra e action e diverse situazioni da sviluppare, come descritto da Filippo.ย Vietato desaturare e, al contrario, eravamo invitati a giocare con colori molto definiti e presenti nelle diverse situazioni, come ad esempio nelle scene al Cabiria, tutte sul rosso, o nelle scene notturne nella Zona Nera, tutte sul ciano, cercando ovviamente di non perdere il look da “guerra” richiesto da Gian Filippo e dal regista. In tutto questo, lโ€™HDR con il materiale ARRI รจ stato un valido alleato, perchรฉ risponde in modo naturale a ogni esigenza durante la color correction. Il resto lo ha fatto Gian Filippo, che insieme al reparto scenografia e costumi hanno dato vita a questo film ricco di sfumature. Io, in fondo, ho messo solo la LMT.

DP: Cosa ha portato l’uso di tecnologia ARRI rispetto al lavoro in HDR in questo progetto?ย 

Andrea “Red” Baracca: Fare color correction in HDR con file digitali ARRI รจ estremamente semplice e senza compromessi. La sua estesa latitudine di posa e la sua capacitร  di lettura e registrazione delle alte luci aiuta moltissimo le scelte in color HDR, quasi rendendole ovvie. รˆ sorprendente constatare quante informazioni ALEXA riesca e restituire in tutti gli spazi colore in cui si lavora. A mio parere, nessuna macchina sul mercato riesce a uguagliare ALEXA in questo.

DP: Puoi raccontarci il lavoro di creazione della LMT fatto con il direttore della fotografia?

Andrea “Red” Baracca: Sulla LMT e le sue declinazioni ci sarebbe molto da dire, ma in questo caso posso solo rispondere che sono un colorist old style. Con Gian Filippo ne abbiamo creata una con una palette colore il piรน possibile vicina alla pellicola Kodak, senza perรฒ dominanti che in qualche modo interagissero con le scelte di temperatura colore delle luci usate sul set. Anche il contrasto doveva rispettare molto le scelte di Gian Filippo sul set. Sul gamma espositivo, invece, abbiamo lavorato per avere una LMT piรน chiusa di 2-3 di stop, in modo da lavorare con una leggera sovraesposizione, che dร  come risultato un nero molto piรน ricco e “smaltato”, almeno nel mio modo di fare color correction.

In macchina cโ€™erano Luca Dellโ€™Oro e Peter Zuffa, gli assistenti operatori erano Riccardo Metelli e Livio Montarsi, il gaffer Felice Guzzi e il capomacchinista Sandro Fabbriani. Il DIT Antonio Paolucci.

 

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