Stiamo assistendo alla più veloce evoluzione che sia mai avvenuta nel mondo dei media e delle tecnologie più in generale , mutamenti che stanno rivoluzionando il nostro modo di vivere e comunicare non solo nella vita quotidiana, ma anche nelle forme più alte della comunicazione, anche a livello istituzionale basti pensare che addirittura il confronto politico avviene oramai attraverso piattaforme social come Twitter o FaceBook, e foto e video testimoniano quotidianamente molti dei momenti della nostra vita, con una frequenza che era, fino a qualche anno fa, inimmaginabile. Cambia così anche, ed inesorabilmente, il linguaggio dei Media ed il modo di fruire i contenuti ed i confini tra una piattaforma e l’altra sono sempre più labili
solo qualche anno fa, in occasione di un convegno, presentai una slide, frutto di una ricerca di mercato che prevedeva, nel giro di 3-4 anni, circa 3,5 miliardi di smartphone attivi, allora ci sembrava una quota di mercato impossibile da raggiungere, oggi quella quota è abbondantemente superata e molti utilizzano anche due o più smartphone, contemporaneamente
Cresce allo stesso tempo il numero di televisori che, oltre ad offrire più risoluzione e migliore qualità dell’immagine, sono in versione Smart; si collegano cioè sulla rete IP, questo stravolge ulteriormente il modo di fruire i contenuti televisivi, portando il telespettatore, da un ruolo fino ad oggi passivo, nella fruizione, a forme dinamiche ed attive, sia nella selezione della playlist, che nella possibilità di poter essere, grazie anche alle nuove forme di VR-Virtual Reality 360°, protagonista del contenuto che sta guardando
A fronte di una così ampia disponibilità di dispositivi e nuove tecnologie di produzione e di fruizione, appeal e qualità del contenuto rappresentano e rappresenteranno sempre più in futuro, la grande discriminante per poter ottenere risultati di audience e successo di mercato
É perciò evidente che è condizione essenziale restare aggiornati, sia sulle nuove tecnologie di produzione e distribuzione che su tutti i fattori che favoriscono e condizionano questo frenetico ed inarrestabile processo evolutivo Digital Production vuole essere la piattaforma che aiuta i professionisti che operano per produrre e distribuire contenuti, ad aggiornarsi e ad avere sempre le informazioni più utili, per poter operare al meglio, nel proprio specifico settore di competenza Una piattaforma, e non solo un magazine, che punta quindi ad assolvere un compito ambizioso e che vuole porsi come strumento utile per chi, quotidianamente, ha la necessità di avere uno strumento aggiornato ed autorevole, per poter performare al meglio, nella propria attività
Il mio impegno e del team che collabora con me, in questa nuova avventura, è quello di realizzare quindi contenuti ed iniziative realmente utili, dedicate ai professionisti dei settori mirati, al team ed ai molti amici che mi hanno voluto incoraggiare e sostenuto, nel realizzare questa nuova iniziativa, va il mio doveroso, sentito ringraziamento
Antonio Franco
EDITORIALE PERCHÉ DIGITAL PRODUCTION?
DP01-2017
Un NAB che non ha offerto grandi sorprese, dopo la precedente edizione che avviava difatti, in modo deciso, il nuovo corso verso l’IP e la “collaborazione” tra tutte le grandi, (e non solo), aziende, riunite in associazione. Quindi, una conferma ed un ulteriore passo verso il consolidamento di questa nuova strada.
di ANTONIO FRANCO
Ma, allo stesso tempo, anche una maggiore presa di coscienza che porta ad una più cauta riflessione. Se, infatti, l’anno scorso si dava per praticamente morto l’SDI, in questa edizione si percepiva chiaramente che, in realtà, la strada IP è obbligata e che chi deve fare investimenti, non può eludere la previsione di integrazione di questa nuova tecnologia.
Allo stesso tempo, almeno per qualche anno, è scontato che l’SDI continuerà a vivere. Certo è che, chi deve pianificare degli investimenti, non può non tenere nella dovuta considerazione il trend tecnologico che si svilupperà nei prossimi anni. Questo anche per i numerosi vantaggi che l’IP offre, per ciò che riguarda la semplificazione e le potenzialità relative al workflow. Non solo per i colossi, ma anche per le strutture di medie o piccole dimensioni. Oramai, integrare una camera IP in un sistema di produzione è un’operazione oltre che semplice, anche alla portata di tutti.
Per avere un’idea del potenziale che deriva dalle diverse tecnologie integrate, basta guardare all’ultimo sistema RPS della TVU, che consente di poter trasferire fino a 10 flussi bidirezionali (sfruttando al meglio, tutte le tecnologie di connessione disponibili), da e per lo studio, utilizzando, per produrre, le tecnologie già utilizzate in sede, evitando di realizzare ulteriori investimenti. Ma, lo stesso discorso vale poi anche per il play-out che oltre ad essere eventualmente fornito come servizio, in cloud, da strutture di servizio esterne può essere gestito in remoto, semplificando le attività di programmazione, senza richiedere necessariamente la presenza fisica dell’operatore, nella stessa location dove è installato il sistema di emissione. Un elemento molto “strillato” e che era un po’ dato per scontato in questa edizione, era il valore dell’associazionismo tra le varie aziende; mi riferisco in particolare all’AISM, che tanto favore aveva riscontrato dagli addetti ai lavori. La possibilità di poter acquisire ed integrare, nei nuovi sistemi, soluzioni dei diversi brand, in modo semplice e trasparente, in un periodo di grande evoluzione come quello che stiamo vivendo, certamente non è un elemento trascurabile. E, se da un lato, l’evoluzione della tecnologia, dedicata alla produzione, sta vivendo quindi un momento effervescente, dall’altro, la gestione e distribuzione dei contenuti, non è da meno.
Il punto di domanda resta, però, quello relativo ai modelli di business ed alle adeguate revenue, soprattutto in termini quantitativi, che devono o dovrebbero arrivare, dalla produzione e distribuzione dei contenuti sulle diverse piattaforme di fruizione. Se questo è un tema importante per i soggetti di grandi dimensioni, (che hanno un potenziale importante da poter sviluppare), per i soggetti più piccoli, questo è davvero un elemento tutto da chiarire. E, non è trascurabile il fatto che nuovi player, come Amazon e Google, potrebbero capitalizzare molto a danno dei produttori tradizionali come i network televisivi grazie al grande potenziale che hanno, in termini di capacità di contatto e distribuzione, sui nuovi device. Non va però trascurato il fattore infrastrutture. Certamente, oggi non adeguato alla crescita esponenziale della richiesta da parte degli utenti. Sia in termini di qualità che di qualità.
Ecco allora le soluzioni presentate dalle diverse aziende, per poter facilitare il compito agli operatori. Da Si-Media, che in questa occasione presentava anche un’innovativa soluzione dedicata alla gestione dello studio di produzione, a Image Communications, a SAM, le diverse proposte permettono di velocizzare il workflow e la gestione stessa della distribuzione, sulle diverse piattaforme di fruizione. Per parlare ancora di delivery, l’attenzione è stata posta, poi, anche a soluzioni ed ai nuovi tools, dedicati alle tecnologie di compressione. In testa, ancora V-Nova, con la release 2 di Perseus, per la quale ha conquistato ancora importanti riconoscimenti. Ma si sono anche viste nuove soluzioni che migliorano l’efficienza, in modo trasparente, degli standard di compressione attualmente utilizzati, senza aggiungere nuovi pezzi di hardware ma integrando solo del software, come avviene nel caso delle soluzioni proposte ad esempio dalla Beamr. Allo stesso tempo, anche se alcuni operatori preferiscono rimandare, per diverse ragioni (anche economiche), il passaggio all’Ultra-HD, praticamente quasi tutte le aziende, parlavano di 4K e, naturalmente di HDR. E le tecnologie sono oramai realmente disponibili ed abbordabili, anche in termini di investimento, oltre che di affidabilità.
Quindi, a partire dalle camere da studio, di livello broadcast, proposte da Grass Valley, Hitachi, Panasonic e Sony, per passare poi ai vari mixer video con evidenza oltre che per i brand citati prima, anche per altri, come SAM, For-A, BlackMagic e Ross per proseguire con gli altri strumenti di gestione e produzione, le proposte tecnologiche, non più mediate dalle precedenti soluzioni HD sono oramai capaci di rispondere alle attuali esigenze, anche in termini di efficienza, oltre che di qualità.
E, la teoria che un buon Full-HD, in HDR, hig frame-rate, possa bastare, lascia probabilmente il tempo che trova, visto che al NAB si continuava a parlare, con una certa convinzione, anche di 8K. Ma, questo, è un altro film. A dimostrazione di come stia cambiando il settore relativo alla produzione e delivery dei contenuti, però, è da registrare con una certa attenzione, la presenza sempre più invadente dei grandi colossi come Google o Amazon, (e non solo la solita Netflix), oltre che per gli accordi stretti da Microsoft, con Avid, Imagine Communications etc…
Insomma, un’edizione che può essere vista come occasione di conferma di quello che si era visto nella precedente e che dà una visione più chiara e concreta agli operatori.
Ref. TVU RPS la democratizzazione della remote production
Dalla TVU, RPS un sistema dedicato alla Remote Production, efficiente, compatto e alla portata di tutti che consente di ridurre i costi di produzione e di poter gestire fino a 6 o 10 flussi bidirezionali, servizi compresi.
di ANTONIO FRANCO
Il Panel Control del TVU RPS. Il Panel Control consente di poter monitorare e settare tutti i parametri del sistema, per ottenere sempre il miglior risultato, oltre che per poterlo configurare secondo le specifiche esigenze di lavoro.
Anche al recente NAB di Las Vegas, si è molto parlato di Remote Production. Un tema molto seguito negli ultimi anni che introduce nuovi processi e consente di semplificare le attività di produzione, sfruttando tutte le potenzialità tecnologiche disponibili, per una struttura dedita alla produzione di contenuti. Ma, almeno fino ad adesso, alcune fasi di questo tipo di attività, erano destinate solo a strutture di un certo tipo, anche per il livello di investimento richiesto. Oggi, con lo sviluppo di una nuova soluzione presentata dallaTVU Networks, viene abbattuta anche quest’ultima barriera, portando questo tipo di soluzioni alla portata di molti operatori, grazie alla nuova soluzione TVU RPS-Remote Production System. Si tratta di un sistema che consente di dare un contributo di ben sei canali contemporanei, sfruttando tutti i sistemi di connessione disponibili.
Ma entriamo nel dettaglio, in un modo più pratico. Immaginiamo di dover produrre la ripresa di un evento, magari sportivo, come potrebbe essere un match di pallavolo o pallacanestro, ma anche una partita di calcio, senza avere il budget necessario, per impegnare un OB Van e le relative risorse umane e tecnologiche previste. Oggi si può, in alternativa, utilizzare l’RPS della TVU che permette di trasferire fino a sei segnali HD (in uscita dalle camere, sincronizzate), impiegando al massimo sei cameramen, (se non si preferisce utilizzare addirittura delle camere remotate), trasferendo i singoli flussi delle stesse, direttamente alla regia dello studio, pronti per essere mixati e messi in onda.
Si possono così eliminare ulteriori costi di trasferta, investimenti in tecnologie di produzione come mixer video, mixer audio e quant’altro necessario per produrre l’evento direttamente sulla location in cui avviene. Il tutto senza dover subire necessariamente le note problematiche che derivano dalla disponibilità di banda, su un determinato tipo di infrastruttura di connessione. Questo sistema assomma ed utilizza, infatti, diversi tipi di connessione, contemporaneamente. Dalle reti 3G e 4G/LTE, al WiFi, alla connessione LAN, con o senza fibra, arrivando ad un totale di 100 Mb/s di banda disponibile. Inoltre, con questo particolare tipo di utilizzo integrato delle diverse piattaforme di connessione, si riesce comunque ad ottenere sempre il massimo risultato, in termini di qualità, proprio grazie al fatto che, utilizzando le diverse piattaforme contemporaneamente anche quando una di queste ha problemi di banda disponibile il sistema sfrutta la capacità delle altre linee di connessione, offrendo sempre il miglior risultato qualitativo possibile.
TVU RPS Specifications Models,RPT -4900 RPS Transmitter /encoder PRP -3900 RPS Receiver /decoder Operating System,Linux Encoder,Up to 6 channels of H.264 4:2:0 CBR encoding 100k-10Mb/s Supported encode/decode video formats,NTSC PAL 720p50 720p59.94 1080i50 1080i59.94 Genlock,BB or Tri level Video Inputs,Ports 1-8 – 1.0/2.3 DIN – SD/HDI-SDI (BNC adapter included) Ports 1-6 utilized for primary transmission and ports 7-8 are utilized for return video Genlock Input (decoder).Ref: 1.0/2.3 DIN, BB or Tri level (BNC adapter included) Keyboard and mouse,USB 2.0 x 4 Display,1 x DVI-D 2 x HDMI 1.4 Ethernet,2 x GigE Ethernet ports (8P8C jacks) Power Input,IEC C14 power inlet (cable supplied) Voltage,100-240V AC Power,Max 250W Hardware Dimensions,1.5RU rack mount 252mm x 434mm x 65mm (9.92” x 17.08” x 2.56”) does not include rack ear or front handle dimensions Weight,4.74 kg (10.45 lbs) Operating Temperatures,10°C to 35°C (50°F to 95°F)
L’RPS della TVU, con encoder e decoder, integrato con altri compatti prodotti della Blackmagic, per completare il sistema di produzione. Come si può vedere, in un rack di sole 4 unità, facilmente trasportabile, si può avere una regia completa di mixer video e Recorder su scheda, piuttosto che utilizzare esclusivamente l’RPS e connettere tutte le camere al mixer video dello studio, in remoto.
Ed oggi, con la nuova soluzione TVU Router, si può arrivare addirittura a 200 Mb/s di banda, potendo così gestire fino ad un massimo di 10 flussi, capaci di soddisfare la maggior parte delle esigenze produttive. Ma l’RPS prevede una grande flessibilità di utilizzo della banda disponibile. E’ possibile realizzare delle configurazioni personalizzate, dividendo la capacità in segnali in entrata o in uscita, in base alle specifiche necessità produttive del singolo evento. La connessione bidirezionale offre perciò anche un ritorno dei segnali audio-video, come ad esempio quelli per l’intercom, il control, il prompter, i metadata o anche due segnali SDI, da utilizzare per qualsiasi tipo di esigenze. Tutto questo con un sistema composto da due moduli di una sola unità rack, oltre ad eventuali apparecchiature accessorie che si vogliono integrare. Ciò permette una facile trasportabilità del sistema, viste le sue ridotte dimensioni ed il peso contenuto, senza richiedere lunghi tempi di installazione e settaggio. Una pratica interfaccia consente di monitorare, controllare e settare tutti i parametri operativi, (delay compreso), in modo semplice ed immediato. Da sottolineare poi che, per esigenze più complesse o nel caso in cui si vogliano provare le soluzioni TVU, prima di investire, si può sempre contare sul rental o sul servizio offerto dai service che impiegano i sistemi TVU Networks, per realizzare le proprie produzioni. Infine, ricordiamo che il dealer TVU Networks per l’Italia è la Professional Show, disponibile anche per le demo reali, direttamente sul campo, anche di questa soluzione, già disponibile sul mercato.
Per esigenze più complesse o nel caso in cui si vogliano provare le soluzioni TVU, prima di investire, si può sempre contare sul rental o sul servizio offerto dai service che impiegano i sistemi TVU Networks, per realizzare le proprie produzioni. Infine, ricordiamo che il dealer TVU Networks per l’Italia è la Professional Show, disponibile anche per le demo reali, direttamente sul campo, anche di questa soluzione, già disponibile sul mercato.
Nei prossimi mesi si intrecciano una serie di vicende industriali e re- golatorie, che avranno un impatto duraturo sul sistema dei media
L’elenco che segue può sembrare eterogeneo, ma le interferenze saranno inevitabili:
– la contesa o l’accordo tra Fininvest e Vivendi su Mediaset e gli eventuali effetti sul controllo di Telecom Italia – l’asta per i diritti del calcio europeo e nazionale e il conseguente uso delle diverse piattaforme – il roll out degli investimenti in fibra, in particolare di Enel Open Fiber e Telecom Italia – il coordinamento internazionale propedeutico al passaggio della banda 700, da usi broadcasting ad usi unicasting mobile – l’evoluzione della struttura di mercato delle tower company – la possibile notifica da parte dell’Agcom di Sky, Mediaset o Rai quali operatori dominanti nei mercati tv – l’applicazione case by case del regolamento europeo sulla net neutrality – la diffusione del programmatic advertising ibrida su mezzi broadcasting e unicasting, e conseguente evoluzione dei sistemi di monitoraggio consortili, quali auditel e audiweb o proprietari quali Google o Facebook
Per capire le interferenze tra questi processi è utile abbozzare alcuni elementi di economia della distribuzione dei contenuti audiovisivi, siano essi commerciali, di servizio pubblico o generati dagli utenti per altri fini.
I contenuti commerciali, di servizio pubblico o generati dagli utenti, hanno diverse ragion d’essere sia per l’autore, sia per il regolatore. Ai fini di questo articolo, per semplificare, tralasciamo queste differenze e trattiamo tutti i contenuti come se fossero commerciali: ciò che ci consente comunque di riconoscere alcune direttrici comuni a tutte le imprese. Le cifre e le percentuali che useremo nel seguito vanno verificate e affinate, e devono quindi essere considerate come puramente indicative ai fini del ragionamento.
La distribuzione
Dal punto di vista dell’impresa, i costi di distribuzione devono ridursi. Naturalmente, una piattaforma con una larga base installata può sfruttare la sua posizione per erodere grandi quote di valore all’editore. Ad esempio, la distribuzione fisica delle videocassette erodeva oltre metà del prezzo del film; altrettanto esosa era la distribuzione mobile e la fatturazione su SIM prepagata dei servizi a valore aggiunto. Livelli simili di inefficienza (o di rendita oligopolistica) sono destinati ad essere prima o poi soppiantati da piattaforme o modelli di business più efficienti.
Ad esempio, la quota dei ricavi tv erosa dalla distribuzione via etere terrestre è stata intorno al 15% anche in epoca analogica. Con il DTT questa quota è scesa molto meno di quanto ci si poteva attendere, perché gli editori, verticalmente integrati con l’operatore di rete, hanno tentato di valorizzare l’asset frequenziale, saturando l’etere con usi non efficienti e mantenendo elevati i prezzi di autofornitura del servizio.
In ogni caso, anche con prezzi medi artificialmente alti, Il DTT resterà a lungo la piattaforma più usata per la distribuzione video, con la più larga base installata in termini di contatti e tempi. Ma la concorrenza ai bordi e sulle nuovi classi di età comincia a mordere: il DTT è oggi la modalità di ricezione unica per il 60% delle famiglie e quella principale per il 75% delle famiglie. Percentuale che scende del 5% all’anno e che si riduce ulteriormente se anziché le famiglie si considerano gli individui. Questa lenta erosione del DTT quale principale base installata, comporterà una razionalizzazione dei costi e la fine della integrazione tra editore e tower company. Per l’editore, l’etere terrestre non sarà più “la mia frequenza”, ma affitto di capacità trasmissiva da confrontare con altre piattaforme in termini di costi e basi installate. Altre modalità distributive quali CATV o SAT hanno costi marginali molto inferiori, ma scontano elevati costi fissi o costi sul lato dell’apparato d’utente. In Italia, la tv via cavo è assente, mentre ci sono oggi 10 milioni di parabole; per 5 milioni di famiglie il satellite è la principale modalità di ricezione televisiva. Anche considerando la minore base installata, i costi contatto di diffusione satellitare sono quindi inferiori a quelli terrestri.
Altre modalità distributive quali CATV o SAT hanno costi marginali molto inferiori, ma scontano elevati costi fissi o costi sul lato dell’apparato d’utente. In Italia, la tv via cavo è assente, mentre ci sono oggi 10 milioni di parabole; per 5 milioni di famiglie il satellite è la principale modalità di ricezione televisiva. Anche considerando la minore base installata, i costi contatto di diffusione satellitare sono quindi inferiori a quelli terrestri.
Del tutto peculiari sono le distribuzioni unicasting/multicasting nel mondo internet, che è oggi la principale modalità di ricezione per appena l’1% delle famiglie, ma con un elevato trend di crescita, soprattutto nelle nuove classi di età. Occorre fare una distinzione di massima tra ADSL, fibra e 4G/5G. Via rame, i sunk cost sono stati ammortizzati da una decisione regolatoria degli anni ’90, quando si decise di attribuire all’ADSL, che usa la maggior parte del doppino, solo i costi incrementali, lasciando alla fonia in banda bassa oltre la metà del prezzo all’utente. La distribuzione del video, che ormai occupa in termini di Byte 2/3 della banda, sembra essere gratis, cosa che innervosisce le telco. C’è da dire, però, che anche gli OTT investono nei sistemi distributivi. Sopra la rete di accesso, dalla CDN in su, ci sono più costi di quelli non ammortizzati e attribuibili al rame.
Non è detto che la fibra, il cui deployment è in corso, segua lo stesso modello di business e regolatorio. Le telco non sembrano rassegnate a diventare una commodity, i cui investimenti sono remunerati con i magri WACC dei nostri tempi. Per sostenere gli investimenti vogliono partecipare ai business free, pay e alla rivendita dei big data generati dai consumi video. Già, ma come? Intermediando diritti editoriali come fa BT? Integrando telco e tv, come sembrano muoversi AT&T, Telefonica, Vivendi, Mediaset e tanti altri? Aggirando la net neutrality, facendosi pagare la Quality of Service dal content provider? Oppure dal cliente finale? Auguri. Dal punto di vista del regolatore, l’ultima opzione, con il cliente che paga la qualità, appare la meno problematica, mentre le integrazioni verticali esclusive (sia societarie, sia commerciali) tra reti e contenuti diventano problematiche se hanno un forte impatto sul mercato. Difficile prevedere la struttura dei costi di distribuzione 5G: risolto il problema della latenza, non è ancora chiaro se anche la quinta generazione avrà lo stesso tallone d’Achille delle precedenti, che patiscono l’ingorgo di molti clienti nello stesso momento, nella stessa cella o cluster di celle. Ciò che è evidentemente un handicap per molte trasmissioni televisive in diretta.
Se ancora sarà così, il 5 G dovrà convivere e competere per decenni con la fibra e il broadcasting terrestre e satellitare. In tutti i casi, inevitabilmente ben sotto la soglia storica del 15% dei ricavi destinabili ai costi di distribuzione netti.
I costi di distribuzione lordi possono raddoppiare se comprendono geo-localizzazione, profilazione e billing, dove puntano Apple, Vodafone e tutta la mobile industry; ma Google e Facebook vanno oltre e offrono un servizio che, oltre a indicizzazione, distribuzione e fatturazione, include anche la quota, storicamente molto elevata, che spetta alla concessionaria per la raccolta pubblicitaria; infatti il titolare dei diritti video ottiene da YouTube appena la metà del valore della pubblicità abbinata. Altre piattaforme di programmatic advertising trattengono una quota ancor superiore, a causa di una più lunga catena di intermediari.
In futuro questa abnorme quota appannaggio degli OTT e del programmatic gestito dai centri media dovrebbe scendere, se il mercato e la regolazione faranno bene il loro lavoro. Con la diffusione delle connected tv, alcuni dei vantaggi di posizione acquisiti nel mondo privato di Google o in quello ancor più chiuso di FB possono essere insidiati. Nel cloud poi preparano la controffensiva nuovi e vecchi imperatori delle economie di scala, quali Amazon, Microsoft e IBM.
L’editore
Spostiamoci ora sul lato del fornitore di contenuti. Per fare un esempio, ipotizziamo il business plan di un’impresa televisiva free che preveda 25 milioni di ricavi pubblicitari netti (corrispondenti oggi a circa un punto di share), 15 milioni annui di costi del palinsesto, 4 milioni di costi per la raccolta pubblicitaria, 4 milioni di costi di distribuzione.
Concentriamoci su questo ultimo costo: l’impresa, in proporzione con le basi installate che abbiamo visto sopra, si attende 3⁄4 dei propri contatti, e quindi dei propri ricavi, dalla piattaforma DTT, il rimanente dalla distribuzione satellitare e internet. Di conseguenza, è disposta a spendere 3 milioni per l’affitto capacità DTT, mezzo milione per affitto satellite, mezzo milione per il broadband fisso e mobile.
Il modo più facile e diffuso per essere accessibili e ottenere ricavi via internet è delegare la raccolta pubblicitaria ad un OTT il quale, nel business plan che stiamo ipotizzando, gira all’editore tv un milione e trattiene un milione, che spesa la raccolta pubblicitaria, la distribuzione OTT compresa la CDN ed eventuali accordi con le telco. Ovviamente costi e modelli di business nel mondo broadband sono in veloce evoluzione.
Ma torniamo al DTT: 3 milioni sono, grosso modo, l’attuale costo annuo di mercato lordi delle tower company, abbordabili solo da palinsesti che realizzano uno share nell’ora di picco superiore allo 0,8% (o un rating superiore allo 0,5%). In Italia oggi esistono meno di venti palinsesti con uno share superiore allo 0,8%. Questo numero è destinato a variare di poco nei prossimi anni. Quindi la domanda potenziale massima è inferiore alla banda DTT disponibile, anche dopo l’abbandono del 700, anche considerando la pay tv, le tv locali e la fase di transizione simulcasting SD/HD. Il simulcasting è abbordabile da una decina dei principali palinsesti nazionali (quelli oltre il 2% di share e i 50 milioni di ricavi pubblicitari). Non ci addentriamo nei calcoli relativi alla maggior capacità richiesta dalla transizione all’HD, che dovrebbe essere sostanzialmente compensata dalla maggior efficienza della diffusione DVBT2 e delle compressioni MPEG4 o HEVC.
La pay DTT occupa in Italia oltre tre MUX, ma questo è effetto di contratti di autofornitura costruiti per saturare e valorizzare l’asset delle frequenze. I costi del DTT per uso pay possono essere giustificati solo per pochi canali o eventi, ad esempio per anticipi e posticipi del campionato di calcio. Per le tv locali, considerati i fatturati pubblicitari, è invece ipotizzabile che i costi tecnici siano abbordabili da meno di una decina di palinsesti per ciascun bacino.
A conti fatti, la reale domanda di capacità trasmissiva terrestre, in totale, può attestarsi intorno agli 8 MUX single frequency, più un paio di MUX per una fase transitoria di simulcasting dei principali canali, ampiamente compatibile con il lungo decennio di utilizzo esclusivo della banda sub 700. Programmazioni con ascolti e ricavi inferiori, andranno solo via satellite e internet o, sotto i 3 milioni di ricavi, solo via OTT.
È quindi evidente la insostenibilità dell’attuale struttura del mercato delle tower company, figlia della integrazione verticale con gli editori e fondata su contratti di autofornitura a prezzi convenzionali.
Lo sviluppo più probabile ed efficiente sembra essere quello, largamente diffuso all’estero, di una grande società non partecipata dagli editori e che offre un servizio chiavi in mano agli editori nazionali e locali. Questa società dovrà ovviamente essere fortemente regolata, per garantire la non discriminazione, peraltro insensata in assenza di integrazioni verticali. Questo sviluppo consente una discesa graduale del costo di diffusione, un incremento immediato della qualità, una gestione ordinata della transizione della banda 700 e delle successive transizioni dei sistemi diffusivi e di compressione. È inutile usare il termine “operatore unico”: se il mercato escluderà l’esistenza potenziale di operatori minori alternativi, è inutile proibirla per legge. Se invece la consentirà, sarà un contributo alla regolazione del prezzo. Inutile anche insistere sulla ideologia del controllo pubblico dell’operatore, che difficilmente genera efficienza e non discriminazione.
L’importante è disincentivare l’integrazione verticale tra rete ed editore, per favorire una evoluzione ordinata, prima che siano i mercati finanziari a svelare il bluff della sopravvalutazione dei contratti di autofornitura e quindi dei valori riconoscibili al singolare assetto italiano degli operatori di rete e delle tower company.
I nuovi modelli ad alte prestazioni, presentati in occasione dell’IFA 2017, dispongono di pannelli SXRD 4K nativi per una qualità delle immagini davvero mozzafiato
Stand Sony a IFA – Hall 20 Messe, Berlino – 31 agosto 2017: Sony amplia la line-up di proiettori per Home Cinema presentando tre nuovi modelli dalle alte prestazioni che portano nelle nostre case una esperienza di visione 4K HDR davvero immersiva. I proiettori, lanciati oggi a IFA 2017, sono progettati per consentire agli appassionati di cinema di ammirare direttamente a casa loro immagini spettacolari e davvero realistiche. Tutti i modelli offrono immagini dal contrasto elevato e ricche di dettagli, grazie all’innovativo pannello SXRD nativo di Sony. A questo si unisce la straordinaria tecnologia di elaborazione della risoluzione, Reality Creation, basata su un esclusivo algoritmo di Sony che mappa perfettamente i pixel, per immagini sempre nitide.
I tre nuovi modelli presentati a IFA sono:
· Il proiettore premium con sorgente laser VPL-VW760ES, dal design compatto*¹ e che riproduce immagini 4K HDR straordinarie.
· Il versatile VPL-VW360ES, con una funzione di qualità dell’immagine regolabile, perfetta per guardare svariate tipologie di contenuti.
· Il VPL-VW260ES che offre immagini 4K HDR coinvolgenti e realistiche, a un costo contenuto.
*¹Misura 496 mm di profondità, più piccolo del 40% rispetto all’attuale modello con sorgente laser – VPL-VW5000ES.
Affinché gli spettatori possano godere di qualsiasi tipo di contenuto HDR, oltre all’HDR10, che è lo standard del formato HDR per UHD, i nuovi proiettori supportano anche l’HLG per contenuti broadcast e online. “Tutti questi modelli sono progettati restando fedeli all’impegno di Sony: offrire agli utenti immagini quanto più fedeli alla realtà” ha dichiarato Thomas Issa, Product Manager di Sony Professional Solutions Europe. “Tutti i tre proiettori 4K HDR ricchi di funzionalità, dal VPL-VW260ES dal costo contenuto alla versione premium VPL-VW760ES, vantano una qualità dell’immagine straordinariamente realistica. Quindi, che si tratti dell’ultimo film d’azione o di un evento sportivo, il pubblico potrà vivere sempre un’esperienza davvero immersiva”.
Il VPL-VW760ES riproduce immagini straordinarie, utilizzando una sorgente di luce laser da 2.000 lumen, per una luminosità spettacolare e di lunga durata. La tecnologia garantisce un elevato contrasto dinamico con un nuovo controllo del livello di luminosità in grado di adattarsi in tempo reale a ogni scena: in questo modo, le scene luminose risultano più vivide, mentre quelle scure più profonde. TRILUMINOS produce una gamma di colori più vasta rispetto ai sistemi dei proiettori tradizionali, utilizzando maggiori tonalità e texture, mentre la tecnologia Motionflow reagisce alle scene di azione rapida stabilizzando le immagini ed evitando così sfocature o pixellazione. Grazie alle dimensioni compatte (496 mm di profondità), è più piccolo del 40% rispetto all’attuale modello con sorgente laser*¹: ciò significa che il proiettore può essere facilmente installato su un ripiano o a soffitto. La sorgente laser semplifica anche la manutenzione, poiché non c’è alcuna necessità di sostituire la lampada. Inoltre, questa può essere utilizzata per un lungo periodo di tempo e non sono necessarie sostituzioni fino a un massimo di 20.000 ore*².
*² A seconda delle condizioni di funzionamento.
Il versatile VPL-VW360ES permette al pubblico di sperimentare la bellezza della tecnologia 4K HDR con una luminosità di 1.500 lumen. Il modello sostituirà il VPL-VW320ES e aggiunge funzioni extra per riprodurre immagini ancora più realistiche, come l’avanzata tecnologia Iris, per un contrasto dinamico di 200.000:1, e la memoria di posizione dell’immagine, in grado di regolare il rapporto di formato per qualsiasi contenuto visualizzato. Il VPL-VW260ES offre un’esperienza 4K HDR con prestazioni dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. Il proiettore da 1.500 lumen include molte delle caratteristiche degli altri due proiettori, tra cui pannello SXRD 4K nativo, Reality Creation e TRILUMINOS, consentendo agli utenti di ammirare immagini nitide e definite a un prezzo contenuto. Entrambi i modelli VPL-VW360ES e VPL-VW260ES sono disponibili in nero e bianco, per adattarsi ai vari ambienti domestici. Le dimensioni compatte, lo zoom da 2,06 e l’ampio shift dell’ottica li rendono facili da installare.
Il VPL-VW360ES e VPL-VW260ES sono ora disponibili in tutta Europa. Il VPL-VW760ES sarà disponibile a partire dal mese di novembre 2017. I visitatori di IFA potranno vedere in anteprima questi modelli presso lo stand Sony, Hall 20, Messe, Berlino.
Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: pro.sony.eu/products/projectors-homecinema
Tutte le foto in alta risoluzione sono scaricabili dal seguente link: http://bit.ly/2xP8Dmx
Informazioni su Sony: L’obiettivo di Sony Professional Solutions è liberare l’incredibile potenza delle immagini. Aiutare i clienti a raccontare storie, promuovere il cambiamento, stabilire connessioni emotive, stimolare l’apprendimento e attivare il potenziale disponibile è il cuore della nostra vision. Forte di una combinazione vincente di tecnologia e creatività, Sony collabora con le società operanti in una vasta gamma di mercati, tra cui media e broadcast, teatro, sanità, sport e corporate ed education, per fornire soluzioni innovative e rivoluzionarie per i clienti. Grazie a oltre 30 anni di esperienza e a una rete fidata di partner tecnologici affermati, Sony può contare su una vasta gamma di prodotti e servizi che offrono valore alle aziende e forniscono informazioni, formazione, intrattenimento e ispirazione ai loro clienti. Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo http://pro.sony.eu Seguici su Twitter @SonyProEurope / https://twitter.com/SonyDisplays
Per ulteriori informazioni: Patrick Trancu/Stefania Bambini, TT&A, e-mail: sony@tta.it, tel. 02.5845701 // Sony Europe Limited, Sede Secondaria Italiana – Via Angelo Rizzoli, 4 – 20132 Milano – Tel: 02.61838.1
Sony guida l’innovazione tecnologica in occasione della finale di UEFA Champions League con la produzione 4K HDR di BT Sport
Sony a supporto della produzione end to end 4K HDR di BT Sport
Basingstoke, 8 giugno 2017: Sony Professional Solutions Europe (PSE) ha collaborato con BT Sport per supportare il broadcaster nell’offrire una produzione end-to-end 4K HDR della finale di UEFA Champions League proponendo agli spettatori un’esperienza di visione di prim’ordine.
Produzione broadcast
Sony ha supportato dall’inizio alla fine la produzione live HDR end-to-end dell’atteso evento tenutosi presso il National Stadium of Wales di Cardiff. Le system camera HDC-4300 e HDC-4800 di Sony sono state utilizzate per riprendere tutte le azioni in 4K HDR, mentre tre telecamere HDC-P43 sono state impiegate su modelli di Railcam e Spidercam, utilizzati per gli importantissimi replay in slow motion dei momenti salienti. Utilizzando il sistema di server live PWS-4500, le funzionalità di registrazione e replay di alta qualità hanno consentito di realizzare compilation di clip per contenuti High Frame Rate e Ultra High Frame Rate sulla rete SharePlay da 10 Gb. Con i monitor BVM-X300 e PVM-X500 di Sony è stato possibile visualizzare i contenuti UHD HDR e completare la fase di grading. La conversione in tempo reale di entrambe le sorgenti HDR e non HDR native è stata realizzata dall’unità di conversione HDRC-4000, che propone il formato HDR in PQ & HLG, convertito dal formato di produzione S-log3. Il progetto comprende anche uno showroom UEFA installato all’interno dello stadio, utilizzato per fornire copertura UHD della partita tramite i TV BRAVIA di Sony.
Supporto arbitraggio
Come per tutte le partite di UEFA Champions League, la finale è stata supportata anche dalla tecnologia per la linea di porta per le partite Hawk-Eye di Sony, fornendo in tempo reale assistenza all’arbitro, così come replay grafici per le decisioni cruciali.
Norbert Paquet di Sony Professional Solutions Europe ha commentato: “Siamo lieti di poter collaborare con BT Sport e Sky Deutschland per raggiungere un livello superiore nel settore del broadcast live e dell’intrattenimento sportivo. Sony è entusiasta nell’aiutare i broadcaster a catturare i contenuti che il pubblico desidera, utilizzando la tecnologia più moderna, e grazie al lavoro in collaborazione, è possibile ottenere ottimi risultati”.
Jamie Hindhaugh, Chief Operating Officer di BT Sport, ha aggiunto: “L’innovazione e la collaborazione con i nostri partner tecnologici sono fondamentali in quanto costituiscono il fulcro operativo di BT Sport. Questo ci offre la possibilità di ampliare la tecnologia a beneficio dei tifosi. Fin dagli esordi, la nostra aspirazione editoriale è stata l’essere il “Cuore dello Sport”, portando il pubblico ancora più al centro dell’azione”.
Esperienza del cliente
Come parte integrante dell’impegno di Sony nel promuovere l’innovazione tecnologica nel broadcast degli eventi sportivi live, PSE ha anche collaborato con Sony Interactive Entertainment Europe e Sky Deutschland per offrire una versione beta per la partita live da visualizzare su PlayStation® VR, solo per un numero limitato di utenti.
Eutelsat: il satellite porta l’Ultra HD free in prima serata nelle case degli italiani
‘Stanotte a Venezia’ il 13 giugno su Rai 4K al tasto 210 della piattaforma Tivùsat
Eutelsat continua a sostenere l’impegno della Rai e di Tivùsat sul fronte dell’avanguardia televisiva, attraverso le trasmissioni via satellite in Ultra HD. Il prossimo 13 giugno nuovo appuntamento con la TV del futuro. Questa volta tocca a ‘Stanotte a Venezia’, ultima tappa del fortunato ciclo condotto dal celebre divulgatore scientifico Alberto Angela che in questo modo rinnova l’interesse nei confronti dell’innovativo formato delle immagini televisive.
Il programma verrà trasmesso in prima serata in HD su Rai1 e contemporaneamente in Ultra HD su Rai 4K, canale disponibile al tasto 210 della piattaforma satellitare gratuita Tivùsat veicolata su HOTBIRD a 13 gradi Est. Gli utenti dotati di apparati di ricezione compatibili potranno scoprire le bellezze mozzafiato di Venezia nella dimensione notturna beneficiando della straordinaria esperienza di visione permessa dall’Ultra HD.
L’iniziativa, a metà strada tra cultura e tecnologia, avviene sulla base della cooperazione tra Eutelsat, Tivùsat e Rai, che coinvolge diversi settori dell’Azienda Pubblica tra cui Rai Way e che vede inoltre la partecipazione di DBW Communication nelle vesti di fornitore tecnico. Un team ben rodato che torna a costituirsi dopo il successo di ‘Stanotte a San Pietro’, la fiction ‘I medici’ e sette partite live di Euro 2016.
Il teleporto Parigi-Rambouillet di Eutelsat svolgerà un ruolo chiave per portare ‘Stanotte a Venezia’ in Ultra HD nelle case degli italiani. Nella struttura, alle porte della capitale francese, arriverà infatti il segnale prodotto dal Centro di Produzione Rai di Napoli, che successivamente verrà lanciato nello spazio verso HOTBIRD a 13 gradi Est per poi proseguire in direzione delle abitazioni degli utenti. Per la ricezione è necessaria una parabola, un televisore Ultra HD e una Cam certificati Tivùsat (per maggiori informazioni consulta il sito www.tivusat.tv e www.eutelsat.it).
Sony presenta i nuovi proiettori serie F nella versione senza ottica per offrire una maggiore flessibilità nelle installazioni di grandi dimensioni. I modelli lensless consentono a Sony di offrire soluzioni in grado di soddisfare al meglio le esigenze dei clienti con una gamma completa di requisiti
Basingstoke, 13 giugno 2017 – Sony Professional Solutions Europe ha introdotto una nuova gamma di proiettori serie F in versione lensless, sulla scorta del feedback ricevuto dai clienti, per meglio soddisfare le esigenze delle installazioni di grandi dimensioni. I proiettori della serie F originaria comprendono un’ottica standard e offrono la possibilità di acquistare ottiche aggiuntive. Tuttavia, le installazioni di grandi dimensioni necessitano spesso di requisiti particolari e questo portava la maggioranza dei clienti a scegliere una delle altre ottiche presenti nell’ampia gamma di Sony. I nuovi prodotti privi di ottica comprendono tre proiettori laser, VPL-FHZ57L,VPL-FHZ60LeVPL-FHZ65L, oltre a due modelli basati su lampada,VPL-FH60LeVPL-FH65L, per soddisfare le esigenze delle diverse installazioni. Tutti i modelli sono compatibili con le ottiche Sony, che si adattano a stanze praticamente di qualsiasi dimensione e profondità.
“Ci impegniamo costantemente per proporre nuove soluzioni in grado di soddisfare le necessità dei nostri clienti”, ha dichiarato Robert Meakin, Senior Product Manager di Sony Professional Solutions Europe. “Quando dai loro feedback ricevuti abbiamo notato che nella maggior parte dei casi i clienti preferivano selezionare un’ottica differente da quella standard, abbiamo pensato a un prodotto alternativo privo di ottica, che facesse risparmiare loro tempo, denaro e fatica. Questa serie è la prova del nostro impegno nel fornire ai clienti la soluzione su misura per loro”.
Tutti i modelli serie F lensless sono progettati per le installazioni di grandi dimensioni, da aule ampie, sale e auditorium, a musei, signage per il settore retail e atri aziendali. Tutti i modelli offrono un’eccezionale qualità dell’immagine, con l’avanzato motore di proiezione 3LCD BrightEra™ di Sony in grado di fornire fino a 6000 lumen di luminosità, a seconda del modello scelto, con una riproduzione naturale e nitida dei colori. L’avanzata tecnologia di ottimizzazione dell’immagine garantisce al pubblico una visione perfetta anche dei dettagli più piccoli. I VPL-FHZ57L, VPL-FHZ60L e VPL-FHZ65L utilizzano inoltre una sorgente di luce laser Z-Phosphor per immagini dalla risoluzione WUXGA (1920 x 1200) 16:10 nitide e ricche di dettagli.
La serie laser è anche progettata per offrire la flessibilità di installazione a 360°, nonché un’ampia gamma di movimento dell’ottica motorizzato, così i proiettori possono essere posizionati con qualunque angolazione, vicino al soffitto o anche in offset orizzontale.
L’avanzata sorgente di luce laser offre un’operatività fino a 20.000 ore di funzionamento praticamente senza manutenzione, riducendo i costi di esercizio totali rispetto ai proiettori tradizionali. E con funzioni disponibili sia nelle opzioni a laser o a lampada, tra cui il sistema di pulizia automatica del filtro che rimuove la polvere ogni 100 ore, gli utenti possono davvero concentrarsi sull’offrire fantastiche immagini, piuttosto che essere impegnati in frustranti operazioni di manutenzione.
Sony annuncia lo sviluppo della prossima generazione CineAlta
Un Sistema di telecamere cinematografiche digitali Full Frame 36×24 mm
Basingstoke: 6 Giugno 2017: Sony Professional Solutions Europe ha annunciato i piani per la prossima generazionedi telecamere cinematografiche digitali CineAlta. Questa ultima aggiunta alla famiglia CineAlta è il risultato di un’attenta ricerca e di una stretta collaborazione con professionisti creativi fra cui Registi, Direttori della Fotografia, Operatori e Tecnici di Digital Imaging. Attraverso l’implementazione di funzionalità richieste dall’Industria, Sony sta dimostrando il proprio impegno nell’innovazione e nella libertà creativa necessaria per il filmmaking e la produzione.
Technology highlights & key benefits:
Sensore Full Frame 36×24 mm progettato appositamente per questa Telecamera Cinematografica Digitale
Indipendente dall’aspect-ratio – fra cui Full Frame, Super35 4K 4-perf 4:3 anamorfico e 4K sferico 3-perf 17:9
Nuovo sensore che consente un’eccezionale qualità dell’immagine
Mantiene il workflow definito con formati a 16 bit RAW/X-OCN e XAVC di Sony
Compatibile con gli attuali e i futuri accessori hardware per le telecamere CineAlta (Viewfinder OLED Full HD DVF-EL200,registratore AXS-R7, AXS-CR1 e lettore di schede AR1, e schede di memoria AXS e SxS).
Informazioni su Sony CineAlta:
Sony ha aperto la strada nella tecnologia di produzione digital motion picture high-end con il primo sistema di telecamera digitale 24p (HDW-F900), con il primo sistema di registrazione RGB (HDC-F950 e SRW-1) e con la telecamera con sensore Super 35 mm (F35).
CineAlta ha definito lo standard nella produzione cinematografica, grazie a una tecnologia di Digital Imaging all’avanguardia, contribuendo notevolmente al 3D, 4K e all’ HDR, e continuerà a innovare in futuro.
Euro Media Group sceglie la Soluzione Server PWS-4500 di Sony per eventi culturali e sportivi high-end in tutta Europa
Basingstoke, 5 giugno 2017 – Euro Media Group (EMG) ha installato 2 server Replay & Ingest PWS-4500 di Sony come parte integrante del suo piano di diversificazione dell’offerta attuale per slow motion e soluzioni di registrazione.
Dopo essere stati impiegati con successo come Registratori Master HDR UHD per registrazioni di concerti ed eventi high-end, i PWS-4500 di Sony verranno utilizzati da CTV Outside Broadcast, filiale britannica di EMG, per produrre eventi futuri in 4K/UHD.
Ronald Meyvisch, CTO di EMG, ha commentato: “Nell’ultimo decennio ci siamo concentrati troppo su una singola soluzione per replay di eventi sportivi live e digitalizzazione dei contenuti. Anche se siamo stati contenti dei risultati e continueremo a utilizzare i nostri server esistenti, sappiamo che oggi ci sono strumenti che offrono migliori prestazioni, regolabili in base al flusso di lavoro effettivo richiesto dai nostri clienti. Consideriamo nostra responsabilità esplorare e sfruttare queste nuove alternative in diversi tipi di produzione per comprenderne i punti di forza e spiegarli ai nostri clienti”.
Al NAB 2017, Sony ha annunciato diversi miglioramenti per le attuali funzioni del PWS-4500. Queste includono la Stazione per la Gestione dei Contenuti PWS-110CM1, che consente agli utenti di cercare in modo efficiente e semplice i contenuti che possono essere trasferiti con facilità per la consegna.
“Il PWS-4500 risponde alle esigenze di aziende come Euro Media Group, che sono alla ricerca di una soluzione server robusta, versatile e flessibile per produzioni UHD, ma che hanno anche la necessità di mantenere attiva la propria produzione di contenuti HD”, ha dichiarato Norbert Paquet, Strategic Marketing Manager di Sony Professional Solutions Europe. “Siamo lieti di collaborare attraverso questa ampia partnership per costruire una piattaforma di produzione futureproof accettata da operatori, tecnici e produzioni”.
In collaborazione con Sony, EMG ha organizzato un programma di formazione in-house sulle nuove apparecchiature per consentire ai team sul campo e ai clienti di aggiornarsi sulle più recenti tecnologie e sul loro funzionamento. Entro la fine dell’anno, EMG intende estendere l’uso del PWS-4500 ad altre società del gruppo.
Informazioni su Sony L’obiettivo di Sony Professional Solutions è liberare l’incredibile potenza delle immagini. Aiutare i clienti a raccontare storie, promuovere il cambiamento, stabilire connessioni emotive, stimolare l’apprendimento e attivare il potenziale disponibile è il cuore della nostra vision. Forte di una combinazione vincente di tecnologia e creatività, Sony collabora con le società operanti in una vasta gamma di mercati, tra cui media e broadcast, teatro, sanità, sport e corporate ed education, per fornire soluzioni innovative e rivoluzionarie per i clienti. Grazie a oltre 30 anni di esperienza e a una rete fidata di partner tecnologici affermati, Sony può contare su una vasta gamma di prodotti e servizi che offrono valore alle aziende e forniscono informazioni, formazione, intrattenimento e ispirazione ai loro clienti. Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo http://pro.sony.eu Seguici su Twitter @SonyProEurope / https://twitter.com/SonyProEurope
Per ulteriori informazioni: Patrick Trancu/Stefania Bambini, TT&A, e-mail: sony@tta.it, tel. 02.5845701
Sony Europe Limited, Sede Secondaria Italiana, Via Angelo Rizzoli, 4 – 20132 Milano – Tel: 02.61838.1
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