CLAUDIO CANNIZZARO: QUANDO IL SUONO DÀ SPETTACOLO

Claudio Cannizzaro Deejay, autore e producer di programmi radiofonici e televisivi

ALBERTO SIMONETTI

Claudio Cannizzaro è uno dei più noti producer radio e tv del panorama italiano. L’abbiamo incontrato nella sua casa di Roma e abbiamo colto l’occasione per chiedergli di fare una panoramica sulla sua esperienza lavorativa e sul modo in cui si può coltivare una passione perché diventi la propria professione.

Claudio, come hai iniziato la tua carriera lavorativa?
Quando si dice iniziare dalla gavetta. Un giorno, era il 1997, avevo 18 anni, suonai al citofono di una radio locale di Roma e chiesi agli allora proprietari, se potevo lavorare in radio, anche gratuitamente, pur di imparare. Chi mi ascoltò si fece una risata. Non mi scoraggiai e tornai. Evidentemente il mio entusiasmo e la mia insistenza colpirono i miei interlocutori che mi permisero di mettere le mani sulle apparecchiature e dopo un po’ mi affidarono la regia di alcuni programmi e da allora è iniziata la mia avventura in radio.
L’anno dopo, nel 1998 approdavo a RDS dove ho lavorato per 20 anni.

Raccontaci della tua avventura in RDS
In RDS ho avuto la riprova di quanto sia importante, per la propria crescita professionale, avere la fiducia di chi ti sta intorno. Essere circondato da conduttori di grande talento mi ha permesso di acquisire tanta esperienza. Sono stato subito inserito in programmi di punta e in orari di maggior ascolto. Una svolta nella mia vita professionale è avvenuta quando ho cominciato a fare, insieme a Charlie Gnocchi e Joe Violanti, il programma Alto Godimento. Lì mi è stata data l’opportunità di diventare autore di programmi, cioè di inserire la mia creatività all’interno di un contesto dove le proprie idee potevano contribuire al successo di una produzione. Era un lavoro molto gratificante, non ero solo un tecnico che controllava la qualità del suono, ma venivo coinvolto nell’ideazione e nello sviluppo dei programmi. Quando speaker famosi e conduttori con anni di esperienza chiedevano il mio parere, mi sentivo gratificato. Poi con la nascita del programma “Tutti pazzi per RDS” ho coronato il mio sogno. Essere il regista e l’autore di un programma di grande successo e che faceva divertire il pubblico mi dava grandi soddisfazioni professionali.

Com’è iniziata la tua avventura a Radio 105?
È stata un’opportunità che mi è stata offerta. Non è stato un passaggio facile. Per 20 anni RDS è stata la per me come appartenere ad una famiglia. Per me l’approdo a Radio 105 poteva essere l’occasione per misurarmi e affrontare una nuova sfida professionale. La mia esperienza in RDS è stata fondamentale anche per elaborare i format che abbiamo sviluppato in Radio 105.

Poi è arrivata la televisione
Per sei anni sono stato Deejay e consulente musicale per Endemol. Lavorare a fianco di Amadeus e Stefano de Martino è stata un’esperienza molto bella. È stata una sorpresa quando i conduttori e gli autori hanno deciso di farmi apparire in video.
Ho partecipato anche ad altri programmi come “Avanti un altro”, insieme a Rossella Brescia. Insomma, se ripenso ai miei sogni, quando ero un giovane teenager e compravo di nascosto i dischi che allora mi facevano fantasticare, posso dire di essere stato fortunato, oggi faccio il lavoro che ho sempre desiderato fare.
Claudio Cannizzaro e Stefano De Martino sul set del programma Rai “Stasera tutto è possibile”

Qual è la parte più stimolante della tua professione?
Sicuramente è l’ecletticità. Non c’è un giorno in cui faccia le stesse cose. Ho fatto il fonico, il Deejay, il regista radiofonico. ho fatto l’autore, un mestiere divertente perché di permette di trasformare la realtà quotidiana in momenti di ironia e svago per il pubblico. La cosa bella di questo mestiere, grazie alle molte esperienza che ho potuto accumulare nella vita, è la capacità di confezionare l’idea del programma, dotarlo di tutti quegli accorgimenti tecnici che servono per trasmetterlo in radio con una elevata qualità tecnica ed artistica. A questo ovviamente devo aggiungere l’importanza di avere qualità come empatia e umiltà per lavorare in gruppo e dare il proprio contributo grazie proprio alle esperienze accumulate nel corso degli anni. Ho avuto la fortuna di conoscere tanti personaggi famosi e ho cercato, da ciascuno di loro, di prendere qualcosa di utile. Nella vita non si smette mai di imparare e questo vale sia per le nozioni tecniche che per le esperienze di vita.

Se ho ben capito, non è più premiante essere iper specializzato in un segmento della filiera produttiva ma è importante essere eclettici e avere un’esperienza a 360 gradi.
Si, è così. Se conosci tutti gli aspetti del tuo lavoro e questa esperienza puoi accumularla solo se vieni dalla gavetta, intanto non ti imbarchi in avventure che tecnicamente non sono fattibili, ma puoi utilizzare contributi sia tecnologici che umani per arricchire i programmi a cui partecipi. È anche fondamentale avere la capacità di essere un buon coach, cioè coordinare il gruppo perché proprio come gruppo dia il meglio di sé. Il questo modo, quando c’è armonia tra gli autori ed il cast, il programma non potrà che essere un successo. Una parte entusiasmante del mio lavoro è sempre stata quella di essere di stimolo per i conduttori dei programmi che coordinavo. Pur essendo dietro le quinte, molti speaker spesso mi dicevano che percepivano la mia energia e la mia vitalità, anche grazie alle mie idee. Per me quello era un aspetto del mio lavoro molto gratificante.,

Tra i molti ruoli che svolgi in radio e in televisione, c’è quello del producer. Ci spieghi in cosa consiste?
Il producer è un creatore di idee, da quelle musicali a quelle dei format, che poi prendono forma nel loro sviluppo in programmi radiofonici e televisivi. In sintesi il producer si occupa del “prodotto” sia radiofonico che televisivo in tutte le fasi, dalla nascita alla proposizione al mercato. Il producer si occupa dell’idea, del trattamento, dello sviluppo, dei processi, di tutto quanto sia necessario fino alla diffusione per radio o tv o oggi sulle piattaforme di Internet. È un ruolo complesso perché richiede molte competenze, da quelle musicali a quelle tecniche per finire a quelle commerciali perché un prodotto che non ha un mercato o che non si ha la capacità di venderlo è solo uno spreco di energie e di denaro.

Questo non vuol dire che un producer deve essere anche un bravo venditore o un esperto di marketing. Se lo è meglio ma deve sicuramente avere le idee chiare sulla collocabilità del prodotto sul mercato. Deve realizzare il prodotto con i requisiti necessari perché abbia successo. Il producer deve conoscere bene il mercato e quali prodotti in quel momento sono richiesti. Il producer è una figura eclettica, con molteplici competenze. È un creativo, un tecnico, un esecutivo, un organizzatore. È un Creative Director, una figura nata negli ultimi anni ma che racchiude la capacità di realizzare una produzione in tutte le sue fasi.

Quali consigli daresti a chi desiderasse intraprendere la tua carriera?
Un consiglio che credo valga per ogni settore lavorativo è quello di essere al passo con i tempi e la tecnologia. Un producer o un Deejay deve ascoltare tanta musica, capire i generi, essere al passo con le mode e le tendenze. Capire i diversi linguaggi che si usano nei segmenti di mercato che interessano. Poi è necessario studiare molto. Conoscere profondamente la cultura del proprio lavoro fa la differenza. Oggi fortunatamente c’è molta richiesta, ma c’è anche molta approssimazione e superficialità. È importante sapersi distinguere e la conoscenza, unita all’esperienza, può fare la differenza. Lo studio inoltre aiuta ad essere originali e a sapersi differenziare dalla massa.
E poi, come ho imparato dalla mia prima esperienza lavorativa, se qualcosa non va, non vi spaventate, siate determinate e credete nei vostri sogni.

Come la conoscenza tecnica può essere di aiuto nella tua professione?
È ovvio che per svolgere ruoli tecnici sia indispensabile avere una profonda conoscenza delle tecnologie che si utilizzano. Un fonico, non solo deve conoscere bene il mixer su cui opera ma deve avere esperienza sui vari tools che usa. Se voglio fare il producer, invece, può non essere indispensabile avere profonde conoscenze tecniche ma sicuramente quest’ultime sono un valore aggiunto. Se conosci la musica, se sai comporre, se conosci software come Pro Tools, Ableton Live, la Suite Adobe, e altri pacchetti professionali, puoi capire meglio i processi di post produzione e hai più nozioni per interpretare la tua creatività.

Claudio Cannizzaro con Amadeus

Come la radio e la televisione, dal tuo punto di vista sono cambiati negli ultimi anni?
L’avvento di Internet e del digitale hanno portato una vera e propria rivoluzione sia in radio che in televisione. Questi cambiamenti hanno influito anche nel modo di fruire la musica.

Lo streaming poi ha aggiunto un vero e proprio universo sia negli stili che nei generi. Questo richiede una cultura musicale ancora più ampia. Le tecnologie degli ultimi anni hanno arricchito anche la mia creatività. Per esempio, nella mia esperienza di RDS, ogni giorno dovevamo inventarci qualcosa di nuovo e la conoscenza delle tecnologie mi permetteva di far ricorso a “trucchi” ed “effetti” che hanno contribuito in modo significativo al successo del programma. Se si vuole avere successo nel mio lavoro, è indispensabile ogni giorno “stupire” i propri ascoltatori.

Due parole sulla tua esperienza nel programma “Stasera tutto è possibile”.
È stata un’esperienza molto formativa per me. Ho imparato ancora di più l’importanza del lavoro in team. Ogni giorno ero a contatto con una squadra composta da autori, curatori, esperti, comici, conduttori e dirigenti. Ho visto veramente l’importanza di come ciascuno può dare un utile contributo senza prevaricare gli altri. Ho imparato anche l’importanza di avere l’umiltà di fare un passo indietro quando si pensa di avere un’idea geniale che però non viene condivisa dal gruppo. L’interesse del gruppo deve rimanere predominante rispetto a quella dell’individuo. In questi progetti il lavoro in team è la chiave per il successo. È fondamentale ascoltare molto e avere la capacità di mettersi in discussione. Poi la diversità di caratteri e di vedute arricchisce la propria esperienza di vita.

Mi suggerisci un modo per chiudere la nostra intervista?
Mi ritengo una persona fortunata per aver intrapreso una professione che ha esaudito i miei sogni giovanili. Anche se, devo essere realista, non tutto è stato semplice e nella mia vita professionale, ho incontrato tanti ostacoli e alcune volte ho dovuto raccogliere tutto il mio coraggio per non perdermi d’animo. Credo comunque che questa sia la dinamica della vita. Nulla è facile e per raggiungere qualsiasi risultato è necessario avere forza e coraggio. Sono convinto che solo la perseveranza e la forte fiducia nelle proprie possibilità possono dare un contributo importante al raggiungimento dei propri obbiettivi.
Claudio Cannizzaro e Amadeus sul set di “Stasera tutto è possibile”

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