LA NIKON ZR SECONDO FRANCESCO ANDREOLA

Nel mondo della produzione audiovisiva, la tecnologia continua a evolversi rapidamente. Recentemente, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Francesco Andreola, filmmaker e docente dello IED, che ci ha parlato della sua esperienza con la nuova Nikon ZR, una camera innovativa, unica nel suo genere per diverse caratteristiche. Ecco i punti salienti di questa intervista.

Come parte la tua attività nel settore della produzione audiovisiva?

Mi sono appassionato al mondo del video da ragazzino e, avendo il padre fotografo, ho sempre avuto la possibilità di avere in casa uno strumento fotografico con cui sperimentare. Ho poi approfondito i miei studi allo IED di Milano, dove ho avuto modo di avvicinarmi agli aspetti tecnici e tecnologici della produzione video. Questo mi ha portato ad avvicinarmi a Cine D, che è un magazine online con sede a Vienna, che ha un target internazionale e che si occupa non solo di rilasciare notizie legate al mondo video, ma anche di fare dei veri e propri test di laboratorio di tutte le principali camere che escono sul mercato. Oltre a questo, cerco di trasmettere la mia conoscenza tecnica agli studenti dello IED.

Quindi oggi sei anche insegnante?

Sono un filmmaker e un docente.

Su che tipo di produzioni lavori solitamente?

Come filmmaker l’attività si divide in due rami. Alcune produzioni le gestisco direttamente io, principalmente in ambito sportivo. Opero con brand e atleti che vivono il mondo della montagna, in particolare dello sci. Ma ho maturato negli anni anche esperienza sui set come focus puller, principalmente nel mondo del videoclip.

Nital presenta un nuovo prodotto Nikon (frutto anche dell’acquisizione RED), la ZR. Quali sono, secondo te, i quattro o cinque punti più importanti da evidenziare per questo prodotto?

ZR è un prodotto che dà l’avvio a una nuova linea di prodotti per Nikon. Siamo di fronte alla prima camera Nikon pensata al 100% per fare video; ed è la prima camera Nikon che incorpora la tecnologia di RED. Tra le novità principali, abbiamo la possibilità di registrare il formato RED RAW, ovvero lo stesso formato che troviamo sulle macchine da presa RED, quindi macchine pensate per il cinema digitale. Possiamo registrare questo formato direttamente in camera. Questo formato ci dà accesso alla scienza del colore di RED, quindi alla curva Log3G10, allo spazio colore RedWide-Gamut RGB, che ci permette di lavorare con uno spazio colore molto ampio e con una curva di gamma che ci permette di avere più gamma dinamica, rispetto alle curve di gamma esistenti sulle camere Nikon. Abbiamo ora la possibilità di importare le nostre LUT direttamente in camera quando giriamo il RED RAW. E, non da ultimo, abbiamo la possibilità di registrare l’audio a 32 bit. Quindi abbiamo una gamma dinamica audio molto estesa che ci permette di non doverci preoccupare di rumori improvvisi oppure di intervistati che parlano a bassa voce.

Entriamo nei dettagli tecnici, cosa bisogna evidenziare maggiormente per quelle che sono appunto le caratteristiche andando in profondità?

Allora, il cuore della ZR è un sensore da 24,5 megapixel semi-stacked. Questo significa che è un sensore che ha una scansione del singolo fotogramma molto veloce, parliamo di circa 9,5 millisecondi. Questo ci dà un vantaggio dal punto di vista della ripresa video perché non abbiamo artefatti dovuti al rolling shutter. Non solo. Avere una scansione molto veloce ci permette di affiancare ZR a camere RED che possiedono invece un sensore global shutter. Quindi possiamo mischiare il girato delle due camere in maniera più omogenea. La caratteristica che rende unica ZR (soprattutto se consideriamo la fascia di prezzo) è la possibilità di registrare non soltanto uno o due, ma ben tre formati RAW internamente sulla scheda. Questi formati sono il ProRes RAW, il Nikon RAW e il RED RAW. Oltre a questi tre formati RAW, abbiamo anche accesso a formati più compressi come l’Apple ProRes 422 HQ, che spesso viene richiesto specificamente da alcune produzioni; oppure formati ancora più leggeri come l’H.265 a 10 bit, che comunque ci permettono di registrare video in Log, utilizzando il Log di Nikon. Abbiamo ovviamente il mount Z; questo è un grandissimo vantaggio, non solo perché ci permette di sfruttare le potenzialità di autofocus delle ottiche Nikon Z, ma anche perché è il mount in assoluto più versatile sul mercato. Infatti, è il mount che ha l’innesto dell’obiettivo più vicino al sensore rispetto a qualsiasi altro mount e quindi questo ci permette di adattare qualunque ottica sostanzialmente sulla ZR. Possiamo montare ottiche cinematografiche con attacco PL, ARRI LPL o addirittura ottiche di altri sistemi mirrorless che possono essere adattate. Ma non solo; possiamo adattarle mantenendo anche gli automatismi. Quindi la camera riconosce la lente e possiamo perciò sfruttare l’autofocus, possiamo impostare il diaframma, anche se la lente non è una lente Nikon Z nativa.

Di che tipo di adattatori stiamo parlando?

Per quanto riguarda le ottiche Nikon F, le vecchie ottiche Nikon pensate per il sistema Reflex, possiamo utilizzare l’adattatore Nikon FTZ o FTZ2. Mentre per le ottiche PL o ottiche di altri sistemi mirrorless esistono in commercio adattatori di terze parti, prodotti ormai da una miriade di brand.

Mantenendo sempre il controllo dei sistemi di automatismo, di focus e altri comandi?

In certi casi, sì. Per esempio, per le lenti con mount Sony, abbiamo la possibilità di adattare le lenti e di mantenere anche gli automatismi delle lenti Sony.

Per che tipo di produzione hai utilizzato la ZR?

Ho avuto modo di provare la ZR in anteprima e l’ho utilizzata su un progetto personale, in cui ho raccontato la storia di Sara. Una ragazza comune, molto appassionata di ciclismo, che nel corso della sua vita ha dovuto affrontare una malattia e che è riuscita a superare, e che in qualche modo l’ha portata poi a cercare di mettere la propria esperienza al servizio degli altri. Quindi, un progetto a tema anche sportivo, che poi è l’ambito in cui io opero. È stata un bel promemoria del fatto che anche con uno strumento in qualche modo essenziale, piccolo rispetto agli strumenti a cui sono abituato (io di solito utilizzo una KOMODO X), si riesce comunque a produrre un contenuto di impatto. Quindi mi sono ritrovato a lavorare con una camera estremamente compatta, estremamente leggera; l’ho utilizzata nella sua configurazione base: camera e obiettivo. E utilizzando il monitor integrato da 4 pollici, sostanzialmente mi sono sentito molto leggero, non solo per il peso della camera, molto contenuto, ma anche creativamente perché avevo il pieno controllo dell’inquadratura senza avere la distrazione di altri accessori attorno alla camera.

Secondo te, per cosa non va utilizzata la ZR?

Sicuramente la camera perfetta non esiste. Quindi ZR ha dei limiti. I limiti maggiori che vedo sono legati soprattutto alla connettività e al modo in cui questa camera può essere integrata magari in flussi di lavoro più professionali che hanno esigenze veramente specifiche. Mi riferisco, per esempio, a Visual Effects, piuttosto che alla produzione video virtuale con l’utilizzo di Ledwall, che oggi sta prendendo molto piede e per cui questa camera non è pronta. Ma comunque Nikon, grazie appunto alla presenza di prodotti RED, può coprire queste esigenze con la KOMODO X e la V-Raptor X; oppure situazioni in cui dobbiamo andare a integrare la camera in un workflow specifico in cui serva il time code o situazioni multicamera e così via.

In conclusione, se tu dovessi consigliare questa camera per le sue caratteristiche, le prime quattro o cinque più importanti, per che cosa la consiglieresti?

Io credo che ZR sia la camera ideale per tre tipologie di utenti. Per quei videomaker, magari alle prime armi o che comunque si stanno affacciando al mondo della produzione video e sono in procinto di scegliere il primo sistema. Questo perché l’attacco con Nikon Z in qualche modo non ci vincola dal punto di vista della scelta delle ottiche. Perciò, possiamo utilizzare qualunque ottica presente sul mercato. Non solo; soprattutto per il fatto che ZR è uno strumento versatile, quindi grazie alla varietà di codec che offre, ci permette di adattare la camera a produzioni di diverso tipo, come eventi o piccole produzioni commerciali. Ma questi videomaker, probabilmente alle prime armi o che aspirano poi a diventare dei direttori della fotografia, possono allo stesso tempo sperimentare con formati RAW professionali, come appunto il Red Code RAW.

Il secondo target, sono quegli utenti che al momento stanno utilizzando un altro sistema mirrorless, non sono pienamente soddisfatti e vogliono provare una camera diversa, ma non hanno voglia di investire subito nell’intero corredo camera e obiettivi. Questo è l’altro grande vantaggio del sistema Z, perché permette a questi utenti di mantenere il parco ottiche e cambiare al momento soltanto la camera, dilazionando quindi l’investimento nel tempo.

Il terzo target di utenti sono gli utenti più avanzati, quelli che già possiedono una KOMODO X o una RED V-Raptor e vogliono affiancare una camera non solo più economica, ma anche più compatta, da posizionare magari in ambienti molto ristretti, oppure da montare su un’auto per creare un rig particolare per ottenere punti di vista molto più dinamici e molto più interessanti.

 

 

Articoli correlati