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MAINSTREAMING: DELIVERING CONTENT WITH PRIVATE CDN SOLUTIONS

Antonio CORRADO - Tassilo RAESIG MAINSTREAMING
Antonio CORRADO - Tassilo RAESIG MAINSTREAMING

At IBC, Mainstreaming had the opportunity to demonstrate and showcase its solutions for content delivery and propulsion on private CDN.

At IBC 2024, we are showcasing our capabilities in delivering content at scale through our private CDN solutions, trusted by the big sports brands and public broadcasters you see behind me. We are offering a solution that ensures broadcast-quality delivery with enhanced cost efficiency.

Content Protection, Security, and Anti-Piracy Solutions

We are presenting our content protection, security, and anti-piracy solutions, in collaboration with our partners who are also reselling our products. Together, we are creating a comprehensive suite of products that broadcasters can rely on.

Recognitions and Awards at IBC 2024

We are proud to be awarded numerous prizes here at IBC 2024 for our unique solution that truly delivers a high-quality user experience. Our cost metrics are optimized to not only provide excellent quality but also satisfy the financial goals of the CFOs of the services we support. Our goal is to drive both cost efficiency and quality at the same time.

 

 

LE NOVITA’ PER REMOTE PRODUCTION E VIDEO ENCODING DA MATROX VIDEO

Screenshot

All’IBC 2024, Matrox ha presentato numerose novità, mettendo in mostra soluzioni innovative per la produzione video e la remote production.

LUCIANO FRIGOLI E ALBERTO CIERI – MATROX VIDEO

Uno dei prodotti di punta è Monarch Edge, un encoder/decoder progettato per le produzioni live. Grazie alla versione 2.07, Monarch Edge ha subito significativi aggiornamenti, con nuove funzionalità che migliorano la qualità video, confermando il prodotto come una scelta eccellente per chi necessita di soluzioni flessibili ed efficienti.

Matrox ha sempre creduto nel valore degli standard aperti. Sin dalle prime fasi dello sviluppo, Monarch Edge supporta lo SMPTE 2110, lo standard di riferimento per le produzioni broadcast moderne. Oltre a questo, Matrox ha esteso la compatibilità del prodotto per supportare il formato IPMX, un formato correlato della stessa famiglia, ampliando così le possibilità di utilizzo in vari settori, oltre a quello delle remote production.

Matrox Monarch Edge: Disponibile in Diverse Versioni

Il Monarch Edge è disponibile in più configurazioni, a partire dalla versione con un singolo canale di codifica e decodifica fino a quella con quattro canali SDI. Questo lo rende particolarmente versatile per diverse esigenze di produzione video. Un’altra caratteristica fondamentale è la possibilità di aggiornare costantemente il dispositivo tramite firmware update, senza la necessità di acquistare nuovi hardware, garantendo longevità e adattabilità al prodotto.

Soluzioni di Conversione e Quad Split

Durante l’IBC 2024, Matrox ha presentato anche Matrox Vion, dispositivo che funge da ponte tra i vari standard come SMPTE 2110, IPMX e NDI. Questo prodotto è stato progettato per semplificare la conversione video tra diversi formati, rendendo più facile l’integrazione con altri sistemi. Inoltre, Matrox ha introdotto una nuova funzionalità di Quad Split nel CIP, che permette di dividere lo schermo in quattro sezioni, offrendo maggior controllo nella gestione dei flussi video. Questa funzione viene inclusa gratuitamente tramite un semplice aggiornamento firmware.

Daisy Chain e Matrox IPKVM: Innovazioni per il Networking Video

Un altro grande passo avanti riguarda la capacità di creare una daisy chain tra monitor, mantenendo intatta la qualità del segnale video secondo lo standard SMPTE 2110. Questo permette di collegare più monitor utilizzando una sola porta dello switch di rete, ottimizzando così l’infrastruttura. Inoltre, Matrox ha lanciato il nuovo IPKVM, il primo IPKVM al mondo compatibile con SMPTE 2110 e IPMX, capace di supportare risoluzioni fino a 4K a 60Hz. Questo prodotto ha già ricevuto un premio come miglior prodotto tecnologico all’IBC 2024.

Matrox Origin: Un Framework Versatile

Matrox ha continuato a puntare sugli standard aperti con il suo framework Matrox Origin, che consente lo scambio di dati tra applicazioni diverse senza necessità di conversioni fisiche. Il framework è completamente compatibile con sistemi on-premise e cloud, e supporta sia Linux che Windows. Grazie a questa versatilità, Origin ha già attratto l’attenzione di diversi partner tecnologici, che stanno utilizzando la piattaforma per soluzioni come CG, playout e audio mixing.

Nuova Scheda di Rete 100G Dual per SMPTE 2110

Matrox ha anche annunciato una nuova scheda di rete 100G dual per lo standard SMPTE 2110, capace di gestire fino a 8 flussi 4K e, se necessario, anche 8K. Questa soluzione è progettata per rispondere alle esigenze di produzione video di altissima qualità, garantendo alte prestazioni e affidabilità.

Conclusione

Matrox ha dimostrato all’IBC 2024 di essere un leader nel settore delle remote production e delle soluzioni di video encoding. Grazie all’impegno per gli standard aperti e all’introduzione di nuovi prodotti come Monarch Edge, Matrox Fileon, IPKVM e la scheda di rete 100G dual, Matrox continua a offrire soluzioni innovative che rispondono alle esigenze del mercato broadcast moderno, facilitando le operazioni di produzione e post-produzione video.

 

 

LE NOVITA’ NDI PRESNTATE DA ROBERTO MUSSO

IBC 2024 - NDI - ROBERTO MUSSO
NDI - ROBERTO MUSSO

Con l’arrivo di NDI 6, le novità includono il supporto per 10 bit HDR. Presto sarà rilasciata anche la versione NDI 6.1, una release concentrata su una migliore integrazione tra i NDI Receiver e i NDI Transmitter.

ROBERTO MUSSO – TECNICAL DIRECTOR NDI

Una delle funzionalità principali sarà la possibilità di scoprire non solo i Receiver presenti sulla rete, ma anche i Transmitter. Questo rappresenta un importante passo avanti, poiché consentirà a software di terze parti di interagire con entrambi i dispositivi, creando una gestione più flessibile e avanzata. Sarà possibile stabilire interconnessioni non più solo dal lato della ricezione, ma anche tramite un software di gestione dedicato.

Tra le altre novità, abbiamo fatto un importante investimento con il nostro partner Lama, che ha rilasciato la NDI Virtual Soundcard. Si tratta di una scheda audio virtuale con 16 ingressi e 16 uscite, disponibile gratuitamente per gli utenti NDI. Questa mossa dimostra la nostra volontà di espandere l’utilizzo di NDI anche nel mondo audio, consapevoli dei numerosi workflow che possono essere migliorati grazie a questa tecnologia.

Guardando al futuro, prevediamo l’espansione di nuove feature nel nostro SDK. Siamo molto soddisfatti dei progressi raggiunti: NDI è diventato un vero e proprio standard, non solo nel mondo broadcast, ma anche in quello pro AV. Oggi contiamo milioni di utenti e migliaia di aziende che utilizzano, supportano e producono prodotti compatibili con NDI.

Il futuro di NDI è decisamente brillante!

ARGO M, IMPULSE V E CONNECT 2.0, PER FESTEGGIARE I 60 ANNI DI CALREC

Calrec Argo M, True Connect 2.0 e Impulse V
Calrec Argo M, True Connect 2.0 e Impulse V

Calrec Argo M, True Connect 2.0 e Impulse V, le soluzioni audio presentate all’IBC, per festeggiare i 60 anni di attività della storica azienda inglese.

DANIELE ROLANDI E MARCO PORRO – LEADING TECHNOLOGIERW

In occasione del suo 60° anniversario, Calrec ha presentato all’IBC di Amsterdam tre importanti novità:

  • Argo M, un nuovo mixer che completa la gamma Argo.
  • True Connect 2.0, un’evoluzione per la produzione remota.
  • Impulse V, il nuovo core virtuale basato su cloud.

Queste nuove soluzioni rappresentano una svolta significativa per Calrec, particolarmente nel contesto della remote production e delle applicazioni broadcast basate su cloud.

Argo M si posiziona appena sotto i modelli di punta come Argo Q e Argo S, ma introduce un approccio innovativo: è una console All-in-One, progettata per funzionare in piena autonomia, integrando al suo interno tutti i componenti necessari. Dispone di una capacità DSP che arriva fino a 356 canali ed è dotata di interfacce audio espandibili tramite schede modulari. Come tutte le console Calrec di nuova generazione, Argo M può essere collegata a una rete ST 2110, permettendo l’integrazione con altri dispositivi Calrec o di terze parti che supportano questo protocollo audio su IP.

Il mixer è disponibile in due versioni:

  • 24 fader
  • 36 fader

La console offre la gestione di canali o bus su 24 layer, con una potenza DSP che può arrivare a 356 canali di ingresso e/o uscita, a seconda della configurazione desiderata.

Inoltre, Argo M è compatibile con i core Impulse della serie Calrec, consentendo di collegare fino a due core esterni per garantire la ridondanza e aumentare la capacità di calcolo.

Impulse V: il DSP su Cloud

Un’importante novità presentata all’IBC 2024 è la possibilità di utilizzare Impulse V, il nuovo processore DSP di Calrec basato su cloud. Attualmente, è integrato con la piattaforma AVS, ma sono in programma ulteriori implementazioni su altre piattaforme cloud pubbliche. Questa soluzione permette di gestire l’elaborazione DSP direttamente nel cloud, consentendo ai clienti di scalare il sistema secondo le esigenze, accendendo e spegnendo le licenze in modo flessibile. Ciò riduce la necessità di investimenti in hardware fisico, offrendo una grande libertà nella gestione delle infrastrutture di produzione.

True Control: il Futuro della Remote Production

Un’altra innovazione rilevante è True Control, una funzionalità che coinvolge tutti i mixer della serie ST 2110 (inclusi Argo Q, Argo S, Argo M) e i core Impulse. True Control consente il controllo remoto completo dei DSP di altre console Calrec, senza alcuna latenza.

Questa tecnologia consente, dalla postazione centrale, di controllare in tempo reale fader e parametri audio di console remote, come la Type R, che pur avendo una capacità DSP inferiore, può essere facilmente gestita e monitorata attraverso un’altra console Argo M o della stessa serie. Questo permette un’integrazione fluida tra le postazioni, migliorando l’efficienza operativa nelle produzioni remote.

Come accennato, Argo M è disponibile in due varianti:

  • 24 fader
  • 36 fader

Queste nuove tecnologie offrono soluzioni avanzate per la produzione remota e l’integrazione cloud, consentendo un controllo centralizzato e senza compromessi. Calrec continua a spingere i limiti dell’innovazione con nuove e interessanti funzionalità.

 

 

 

LE NOVITA’ APANTAC PRESENTATE DA THOMAS THANG

IBC 2023 - APANTAC
IBC 2023 - APANTAC

At IBC 2024, Apantac showcases a range of new products and cutting-edge technology. This includes OpenGear cards, SDM cards, KVM over IP solutions, multiviewers, and a variety of Dante solutions tailored to meet the evolving needs of the broadcast and pro AV industries.

THOMAS THANG – APANTAC

Apantac’s product lineup is impressive, with over 40 different OpenGear cards available. In fact, the company offers a comprehensive selection of more than 200 products, ranging from video and audio processing solutions to IP-based technologies, making Apantac a leader in providing versatile and innovative tools for broadcast professionals.

Whether you’re looking for robust KVM systems, scalable multiviewers, or flexible Dante solutions, Apantac continues to deliver reliable, high-quality products designed to support a wide array of applications.

L’INNOVATIVA CAMERA AIR ONE PRESENTATA DA VIDEO PROGETTI

L'INNOVATIVA CAMERA AIR ONE - Alessandro CAPITANI - VIDEO PROGETTI_3
L'INNOVATIVA CAMERA AIR ONE - Alessandro CAPITANI - VIDEO PROGETTI_3

La nuova Air One di Advance Image Robotics è distribuito da Video Progetti, che è anche il master distributor per l’Europa. Un valido prodotto, con ampi ambiti di applicazione, il principale dei quali è sicuramente la remote production.

 

Alessandro CAPITANI – VIDEO PROGETTI

 

La camera permette di essere controllata a distanza grazie al suo braccio robotico, ed è in grado di streammare il segnale in SRT direttamente alla destinazione, utilizzando lo stesso flusso dati sia per il controllo che per il flusso video. Inoltre, la camera dispone di un’uscita HDMI per eventuali utilizzi in banda base in ambienti on-prem. È autostabilizzata, il che rende la messa in opera estremamente veloce: nel momento in cui viene posizionata, si autolivella da sola.

In questo caso, la vediamo anche in combinazione con un prodotto Cartoni, il nuovo Lifto 25, che permette di montare la camera su un braccio verticale, il quale può essere esteso in altezza. Questa soluzione può risultare particolarmente interessante per alcune applicazioni specifiche, e le due unità si integrano perfettamente fra di loro.

Una caratteristica distintiva di questo prodotto, che lo differenzia dalle altre PTZ, è la presenza di una CPU interna. Sono stati implementati algoritmi di controllo che permettono un rallentamento e un’accelerazione molto graduali del movimento, rendendolo estremamente naturale e simile al controllo in locale che si potrebbe avere della camera.

Il kit include:

  • La camera Zcam micro 4/3 con ottica;
  • Il gimbal di controllo robotico;
  • Un iPad, che rappresenta il vero punto di forza del prodotto.

Tramite un’interfaccia touch, l’iPad permette di controllare il movimento della camera, lo zoom, e tutti i parametri di configurazione. 

L’applicazione è in grado di controllare fino a sei dispositivi, ognuno dei quali può essere gestito per impostazioni di encoding, impostazioni di rete e protocollo di streaming.

L’interfaccia touch consente di controllare il movimento della camera, che è estremamente fluido. 

È possibile memorizzare fino a 40 preset, per ciascuno dei quali è possibile definire la velocità con cui si vuole raggiungere il punto, quando il preset viene richiamato. Questo permette, ad esempio, di utilizzare la modalità lenta per movimenti in live, mentre i movimenti più veloci sono più adatti per preset richiamati quando la camera non è in onda.

La camera è naturalmente disponibile per dimostrazioni, contattando Video Progetti, anche per ulteriori informazioni.

IBC 2024: LE NOVITA’ FUJINON – FRANCESCO SPISTI – FUJIFILM ITALIA

Francesco Spitsi - FUJIFILM - IBC 2024
Francesco Spitsi - FUJIFILM - IBC 2024

Diverse le novità presentate dalla Fujifilm all’IBC 2024, in particolare, per ciò che riguarda le ottiche Fujinon, dedicate sia alle riprese cinematografiche che broadcast, grazie anche alle avanzate caratteristiche della serie Duvo. Ma non solo. Interesse anche per il nuovo sistema di storage, compatto e di grande capacità, Kangaroo, disponibile anche nella versione “on the road”.

 

 

Le Ottiche Fujinon 

  • 125x Box Lens: Questo rappresenta il top di gamma per quanto riguarda la lunghezza focale nel settore Fujinon Broadcast, in particolare per le ottiche box.
  • U46x Box Lens: Anche questa è una configurazione di altissimo livello, con una lunghezza focale ottimizzata per il broadcast.

La Serie Duvo

Tra i prodotti più apprezzati, troviamo il 25-1000 mm della serie Duvo, introdotto l’anno scorso. La sua particolarità risiede nel fatto che è un’ottica dual format, ovvero può essere montata sia su sensori Super 35 che Full Frame. Può essere utilizzata su ottiche broadcast con attacco PL, come la Sony F5005, oppure su camere cinema già equipaggiate con attacco PL.

  • Duvo 24-300 mm: Un’altra importante novità della serie è la prima ottica portatile di questa famiglia, anch’essa dotata di attacco PL, che la rende versatile per l’uso su camere broadcast o cinema. In fiera, è montata su una Red Raptor XL, una telecamera che combina funzionalità broadcast e cinema. In particolare, consente di creare una catena camera broadcast, offrendo la possibilità di controllare completamente la telecamera e i comandi dell’ottica, incluso il diaframma, direttamente dalla regia.
  • Duvo 14-100 mm: Presentiamo qui all’IBC anche la nuova Duvo 14-100 mm, montata su una telecamera ARRI in configurazione broadcast. Anche questa novità offre il pieno controllo dei comandi e delle funzionalità direttamente dalla regia, rendendola una soluzione perfetta per l’utilizzo in contesti broadcast.
  • Recording Media e Kangaru

    Un’ulteriore novità di Fujifilm riguarda il settore del Recording Media. Al NAB dell’anno scorso, abbiamo presentato Kangaru, la prima soluzione di archiviazione sicura capace di gestire fino a 2 petabyte di dati (ovvero 2000 terabyte). Questa soluzione è particolarmente interessante per chi ha la necessità di archiviare grandi quantità di dati, offrendo un ingombro nettamente inferiore rispetto a una libreria standard basata su tecnologia LTO.

    • Object Archive Software: Kangaru include il nostro software Object Archive, che permette di gestire più sorgenti e destinazioni, consentendo di archiviare dati da diverse fonti e conservarli in modo sicuro e affidabile per oltre 30 anni. Una delle caratteristiche più interessanti è che si tratta di una soluzione ibrida, in grado di archiviare dati sia da sorgenti fisiche che da cloud.

    Quest’anno, all’IBC, presentiamo una versione più compatta di Kangaru, con una capacità di archiviazione fino a 500 terabyte, un ingombro ridotto e un peso di soli 40 kg, nettamente inferiore rispetto alla versione precedente. Anche questa soluzione è basata sul software Object Archive, che essendo open source, offre la possibilità di gestire qualsiasi tipo di sorgente e destinazione, rendendolo compatibile con i sistemi attualmente in uso.

IBC 2024: TENDENZE, PROGETTI E SVILUPPI SECONDO FRANCESCO STRUZZI – VIDEO PROGETTI

Francesco STRUZZI VIDEO PROGETTI - IBC 2024
Francesco STRUZZI VIDEO PROGETTI - IBC 2024

Una visione chiara ed esaustiva quella di Francesco Struzzi, Sales Director di Video Progetti, espressa per DigitalProduction.tv, in occasione dell’IBC di Amsterdam.

Dai trend di mercato, verso il sofftware, alle novità di prodotto, viste negli stand, ai nuovi prodotti presentati da Grass Valley (marchio distribuito proprio da Video Progetti), e in particolare la soluzione AMPP, per concludere con le evoluzioni dell’azienda della famiglia Struzzi, tra nuovi progetti e ampliamento del team, guardando al futuro.

 

 

Francesco Struzzi:

Abbiamo avuto modo di passare quattro giorni con la comunità del broadcast, i nostri clienti e i costruttori che rappresentiamo. Quello che abbiamo osservato, a livello di trend di mercato, è un consolidamento dei trend iniziati negli anni scorsi. Non ci sono state novità significative dal punto di vista delle tendenze, ma piuttosto un rafforzamento di quelle già esistenti.

Mi riferisco in particolare all’uso del software nei contesti di produzione e distribuzione, oltre che all’introduzione di strumenti come la Virtual Production, per arricchire i contenuti durante la loro fase di creazione.

L’utilizzo del software

Sempre più aziende stanno introducendo sul mercato piattaforme su cui sviluppare applicazioni. La speranza è che, nei prossimi anni, si possa convergere verso un’unica piattaforma su cui i diversi costruttori possano integrare applicazioni in grado di svolgere le varie funzionalità, oggi ancora affidate a dispositivi hardware.

In questo contesto, Grass Valley è stata una delle prime a introdurre la piattaforma AMPP (Agile Media Processing), e continua a innovare introducendo applicazioni che coprono sempre più aree della catena del valore, dalla produzione alla distribuzione di contenuti multimediali. Sono ormai più di cinque anni che AMP è sul mercato, e il numero di applicazioni continua a crescere.

Novità in fiera

Quest’anno, in fiera, sono state introdotte nuove applicazioni, ma anche miglioramenti significativi nella gestione delle risorse computazionali. Mi riferisco, in particolare, ai progressi nella tecnologia Grid, che permette di svincolare le sorgenti SDI all’ingresso dei server, dalle risorse di calcolo. È ora possibile creare una farm di server su cui far girare la piattaforma AMPP, utilizzando schede SDI all’interno di cestelli Densité, in modo da portare i segnali SDI in ingresso, a ciascun server AMP presente nel nodo di elaborazione. Questa novità potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono realizzati i sistemi che conosciamo oggi.

Nuovi prodotti

Restando in ambito Grass Valley, l’azienda ha introdotto diversi nuovi prodotti. Ad esempio, una nuova telecamera entry-level, la LDX 110, che si aggiunge alla linea 100. In particolare, abbiamo la 150 con funzione Super Slow Motion, la 135 senza Super Slow Motion, e questa nuova telecamera 4K nativa con HDR e Super Slow Motion, pensata per il segmento entry-level. Questo nuovo modello ci permette di offrire la qualità Grass Valley a un’ampia gamma di produzioni e servizi, mantenendo il budget a livelli contenuti.

Oltre alla telecamera, è stata presentata anche una nuova piattaforma di processo dei contenuti: un gateway chiamato ACE GV, con una capacità di trasferimento dati fino a 400 GB. Questo permette di gestire un gran numero di segnali all’interno di un singolo frame, che può ospitare fino a 24 di queste schede.

Novità nel software AMP

Anche lato software AMP ci sono state novità: è stato introdotto un nuovo pannello e un nuovo mixer chiamato Maverik X. I moduli del pannello Maverik, già ben conosciuti sul mercato, permettono di controllare un’applicazione di mixing che gira su AMP, sia on-prem che in cloud. Questo rafforza ulteriormente l’uso del software per ogni tipo di lavorazione, aumentando però la complessità nella costruzione dei sistemi da mettere a disposizione della parte creativa e delle operazioni.

Il contributo di Video Progetti

Per gestire questa crescente complessità, noi di Video Progetti stiamo rafforzando continuamente il team. Abbiamo inserito nuove risorse sia nel gruppo di prevendita sia in quello di delivery. Inoltre, ci siamo dotati di un gruppo dedicato allo sviluppo software, che ci supporta non solo nell’integrazione dei prodotti, ma anche nella realizzazione di System Integration e System Integration Software.

Il futuro di Video Progetti

Sono mesi intensi per noi, con numerosi progetti in corso. L’estate è stata particolarmente produttiva e siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nella prima parte dell’anno. Confidiamo di chiudere l’anno in modo molto positivo e di continuare a crescere anche nel prossimo anno, acquisendo anche progetti internazionali.

LE NOVITA’ CANON PER LE OTTICHE BROADCAST ALL’IBC 2024

Marco BRIGHEL - TRANS AUDIO VIDEO - IBC 2024
Marco BRIGHEL - TRANS AUDIO VIDEO - IBC 2024

Nuova ottica 27x 7.3 con Focus Breathing e nuova serie di zoom cinematografici Full Frame, tra le novità presentate da Canon nell’area dedicata alle ottiche cinema e broadcast.

MARCO BRIGHEL – TRANS AUDIO VIDEO

Nell’area Broadcast dello stand Canon, un nuovo obiettivo ENG 4K con una lunghezza focale davvero notevole: un 27x 7.3. Questo obiettivo introduce alcune nuove caratteristiche che saranno gradualmente implementate su tutta la linea broadcast ENG 4K.

Una delle principali novità è la presenza di un nuovo Drive Unit, che è stato completamente rinnovato, sia nel layout che in alcune funzionalità innovative. Tra queste, troviamo una porta USB In/Out che permette non solo di effettuare aggiornamenti firmware per l’ottica, ma anche di gestire aggiornamenti relativi alla comunicazione tra camere e ottiche, con un orientamento sempre maggiore verso la realtà virtuale.

In aggiunta all’USB, tramite il classico connettore 20-pin, sarà possibile estrapolare tutti i metadati relativi al posizionamento delle ghiere dell’ottica.

Una novità di rilievo riguarda la compensazione del Focus Breathing, offerta per la prima volta in un’ottica ENG. Attivando questa funzione tramite il display del nuovo Drive Unit, è possibile cambiare i fuochi senza incorrere nel tipico effetto di zoom in/out che si verifica durante i movimenti di messa a fuoco. Questa funzione ha riscosso grande successo tra gli operatori presenti all’IBC di Amsterdam, e rappresenta un notevole punto di forza di questo nuovo obiettivo.

Come si può osservare, durante i cambi di fuoco, non si verifica il classico effetto di “breathing” (espansione e contrazione dell’immagine), offrendo una qualità superiore nelle transizioni di messa a fuoco. Questa è una novità estremamente importante introdotta con il 27x 7.3, soprattutto grazie al nuovo Drive Unit digitale.

Nel campo delle produzioni live, sta crescendo l’utilizzo di camere e ottiche in stile cinematografico. Canon dispone già di una gamma completa di quattro ottiche Cine-Servo, dotate delle classiche motorizzazioni broadcast, progettate per essere utilizzate su camere Super 35. Più recentemente, Canon ha introdotto anche una serie di zoom cinematografici Full Frame.

Questa nuova gamma è perfettamente compatibile con la Canon C400, che ora, grazie alla collaborazione con terze parti e l’adozione di Drive dedicati, può essere controllata tramite i classici comandi broadcast Canon. In questo modo, è possibile integrare nelle produzioni live, su camere Super 35 Full Frame, tutta la gamma di zoom Canon, che garantiscono qualità 4K e la tipica colorimetria Canon, anche in ambito cinematografico live.

COME SI TRASFORMA LA TELEVISIONE

Diego GIBELLINO - TIM - COME SI TRASFORMA LA TELEVISIONE
Diego GIBELLINO - TIM - COME SI TRASFORMA LA TELEVISIONE

Negli ultimi anni in Italia, così come in tutto il mondo, abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione nelle modalità con cui gli spettatori consumano i contenuti digitali. Da un mercato in cui la distribuzione di programmi lineari, eventi, serie o film su internet rappresentava un’alternativa di nicchia allo schermo principale ancora saldamente dominato dalla TV broadcast via digitale terrestre, cavo o satellite, siamo approdati oggi a un’offerta di piattaforme e contenuti broadband che spesso supera quella televisiva tradizionale, sia in termini di tempi medi di visualizzazione da parte degli spettatori che in termini di raccolta pubblicitaria.

Diego GIBELLINO – Manager Multimedia Solutions & Platforms – TIM

Di Diego GIBELLINO: Manager Multimedia Solutions & Platforms – TIM

Nel 2023, come certificato dall’ultimo rapporto Auditel-Censis [1], per la prima volta in Italia abbiamo assistito al sorpasso del numero di Smart TV, ricevitori in grado cioè di connettersi ad Internet, rispetto alle TV tradizionali installate nelle case degli italiani. Ogni famiglia ha oggi a disposizione circa cinque schermi connessi, con oltre due per ogni individuo. Questi dati sono naturale conseguenza della modifica nelle abitudini di fruizione dei contenuti: circa la metà degli italiani consuma regolarmente contenuti audio e video in streaming su piattaforme globali e nazionali, gratuite e a pagamento, con una crescita notevole rispetto al 27% del 2017.

Nonostante durante l’ultima World Radio Conference dell’ITU (WRC-23) sia stata ratificata la proroga fino al 2031 dell’impiego delle bande UHF sub-700 MHz ad uso primario del broadcaster per l’Italia e altri Paesi [2], la transizione verso lo streaming e l’impiego di infrastrutture broadband IP per la distribuzione dei contenuti audiovisivi appare inevitabile. Si tratta quindi ora di gestire un processo di migrazione e cambiamento irreversibile attraverso un contesto regolatorio che salvaguardi e promuova le prerogative del servizio TV universalistico e dell’offerta di prodotti nazionali su principi di equità applicati all’intera industria di riferimento. In questo scenario risulta centrale la selezione ed evoluzione di tecnologie, infrastrutture e piattaforme che assicurino, a livello nazionale, un sistema diffusivo efficiente e sostenibile, sempre a tutela dell’utente finale.

CONTENUTI IN STREAMING E CONTENT DELIVERY NETWORKS (CDN)

Uno dei fattori tecnologici che hanno assicurato il successo e la rapida diffusione di soluzioni e servizi di streaming Over-The-Top (OTT) è stato il riuso di protocolli e infrastrutture già impiegate e perfezionate negli anni per gestire il comune traffico internet (siti web, download immagini e documenti). I protocolli TCP e HTTP per la richiesta e trasmissione di porzioni di contenuto poi riassemblate, decodificate e visualizzate in modo continuo dal device utente permettono di sfruttare le proprietà di ridondanza, instradamento, ritrasmissione proprie della rete internet, superando i vincoli (e.g. STB proprietario) e i costi di precedenti soluzioni IPTV verticali dette “managed”, cioè basate sulla gestione diretta del trasporto sulla rete da parte dell’operatore.

L’introduzione di soluzioni di adaptive bitrate (ABR) hanno in seguito permesso di limitare gli impatti della natura best-effort della rete internet sulla Quality of Experience (QoE) percepita dagli utenti finali, ovviando a fenomeni di congestione attraverso algoritmi in grado di modificare la qualità e banda dei contenuti richiesti in modo continuo in base a metriche raccolte e analizzate dal player e opportune strategie di buffering.

La scalabilità della modalità di distribuzione unicast, che prevede richieste, risposte e flussi dati client-server individuali anche per lo stesso contenuto, si basa sull’utilizzo di Content Delivery Network (CDN), infrastrutture geograficamente distribuite in grado di replicare i contenuti resi disponibili sugli origin server e portarli in prossimità degli utenti che li richiedono. Queste piattaforme, concepite originariamente per ottimizzare la distribuzione di contenuti web statici, si sono evolute per supportare pienamente i servizi di streaming e oggi rappresentano una componente imprescindibile di qualunque soluzione in produzione.

La CDN replica i contenuti, li avvicina agli utenti e permette di ridurre il volume di richieste verso gli origin server salvaguardandone il corretto funzionamento ed evitando il fenomeno di thundering herd (massiccio numero di richieste contemporanee verso il server) . Permette inoltre di ridurre traffico e costi sui nodi di peering, con impatti rilevanti in particolare sui volumi di traffico scambiati sulle tratte internazionali (ad esempio per servizi in cui gli origin server sono su public cloud in regioni diverse da quelle nelle quali avviene la diffusione) e all’interno di backbone e reti metro degli operatori.

Queste piattaforme garantiscono inoltre un ulteriore grado di resilienza per i servizi di streaming, ridirezionando dinamicamente le richieste verso altre cache nel caso in cui uno o più nodi diventino irraggiungibili per congestione, problematiche di rete o malfunzionamenti hardware o software.

L’offerta di CDN regionali e global è enormemente cresciuta negli ultimi anni, anche in Italia. Un servizio di streaming commerciale diffonde i propri contenuti utilizzando tipicamente più di una CDN. Questa soluzione, denominata Multi-CDN, prevede la combinazione di diverse CDN, con l’obiettivo di sfruttare al meglio i punti di forza di ciascuna offerta e mitigarne i punti di debolezza. L’approccio Multi-CDN permette di definire logiche per la selezione ad esempio della CDN con point of presence (POP) più vicini, numerosi o performanti per ogni cliente su base geografica, o l’opzione migliore rispetto all’ISP che fornisce connettività o ancora definendo regole di priorità basate sui volumi di traffico contrattualizzati e tariffe (per esempio garantendo logiche di trabocco del traffico in caso di un aumento di utenti non previsto in sede di dimensionamento). L’elemento di supervisione e esecuzione delle logiche definite è specifico di ogni servizio e può essere un componente del back-end denominato steering server.

Le CDN permettono inoltre di definire regole o operazioni specifiche da applicare agli oggetti che attraversano la piattaforma, per esempio manipolando e riscrivendo i manifest file che segnalano i segmenti relativi ad un contenuto provenienti dagli origin server, integrando soluzioni server side di protezione avanzate come Watermarking, token di autenticazione o geo-blocking, o ancora supportando scenari di inserimento, sostituzione o personalizzazione degli intermezzi pubblicitari (AD insertion e targeted AD) all’interno del flusso principale.

EVENTI LIVE, RETI E SCALABILITÀ: LA TECNOLOGIA MULTICAST

Nel 2023, l’evento più visto sulla TV tradizionale in Italia è stata la serata finale del Festival di Sanremo (con oltre 12 milioni di spettatori), seguita dalla finale di Champions League di calcio (con oltre 8 milioni di spettatori)[3]. È possibile dimensionare e configurare una infrastruttura di delivery broadband basata sul modello di streaming unicast in grado di supportare eventi con un numero così elevato di spettatori in un intervallo temporale limitato? Sono gestibili picchi di traffico di svariati ordini di grandezza superiori a quelli medi riscontrati per tutti gli altri programmi e per la maggior parte dell’anno? La risposta è no, o meglio, un dimensionamento dell’infrastruttura di rete e CDN basato su quei valori non sarebbe mai economicamente e operativamente sostenibile, rendendolo irrealizzabile. Il limite è intrinseco nel meccanismo stesso dello streaming unicast, che prevede un flusso per ogni client: il traffico cresce in modo sostanzialmente lineare con il numero di utenti contemporanei che accedono allo stesso contenuto, con impatti diretti su tutti i segmenti della rete. Limitarsi ad acquisire e installare o affittare capacità per far fronte al picco massimo di utenza che si dovrà ipoteticamente supportare non è una strategia perseguibile.

Il problema non è nuovo. Da più di 30 anni le reti IP supportano una tecnologia di distribuzione efficiente e consolidata utilizzata dai servizi di video comunicazione e IPTV managed per gestire flussi live in grado di scalare correttamente al crescere del numero di utenti da servire: l’IP multicast. Questa modalità di distribuzione permette di stabilire connessioni punto-multipunto tra una sorgente e un numero variabile di destinatari che si registrano ad un gruppo multicast (una particolare classe di indirizzi IPv4 o IPv6). I pacchetti vengono distribuiti creando alberature di instradamento all’interno dei vari segmenti della rete per raggiungere ciascun destinatario. L’informazione viene replicata a livello di interfacce dei router e switch installati in rete solo dove è strettamente necessario, attraverso meccanismi definiti dal protocollo di routing multicast supportato.

La sfida è definire una modalità di riutilizzo della tecnologia multicast, e dei relativi protocolli e meccanismi di delivery, integrandola in un ecosistema di servizi, piattaforme e device diversificato, con ampia diffusione, e non completamente sotto il controllo dell’operatore.

IL MULTICAST-ABR

La soluzione Multicast-ABR (M-ABR), anche nota come “Adaptive media streaming over IP multicast”, permette di sfruttare le caratteristiche di efficienza e scalabilità della distribuzione multicast, associandole a formati e modalità di trasporto ABR propri del mondo streaming OTT, senza richiedere particolari modifiche alle catene di produzione e distribuzione di contenuti live. Le caratteristiche più importanti sono:

· Riutilizzo di formati e protocolli già in uso da parte dei content provider (nessuna necessità di modifiche lato head-end)

· Supporto di contenuti in formato ABR organizzati in segmenti (e.g. mp4)

· Nessuna modifica alle logiche e modalità di acquisizione e playback dei contenuti nel player all’interno dell’applicazione o device utente

· Nessuna manipolazione del contenuto o necessità di decodifica effettuate in componenti intermedi tra origin server e player

· Garanzia di integrità end-to-end delle soluzioni di protezione del contenuto e DRM adottate dal content provider

· Interlavoro con CDN (repair e fallback)

Nel Multicast-ABR, gli oggetti ABR unicast (manifest o playlist e segmenti media) vengono incapsulati all’interno del flusso multicast per mezzo di specifici protocolli di trasporto media come FLUTE, ROUTE, NORM o MSYNC. Questi protocolli gestiscono l’identificazione univoca degli oggetti trasportati, forniscono informazioni e metadata che descrivono gli oggetti, supportano gli header HTTP e la suddivisione di oggetti in pacchetti di dimensione opportuna per il trasporto via multicast (UDP/RTP) e per la successiva ricomposizione.

La distribuzione degli oggetti in multicast avviene tra un componente di trasmissione e uno o più ricevitori. Mantenendo inalterati gli oggetti ABR unicast, è possibile quindi affiancare al componente di trasmissione, le funzionalità di ingestion dirette dei flussi da un origin server ABR (Multicast Server).

In modo simile, è possibile affiancare al componente di ricezione le funzionalità di ABR server, agendo come proxy verso player ABR tradizionali (Multicast Gateway).

L’architettura di alto livello di una soluzione Multicast-ABR è illustrata nella seguente figura:

Figura 1 – Architettura di alto livello della soluzione Multicast-ABR

Il Multicast Server acquisisce in unicast i flussi ABR dall’origin server, agendo come client. Gli oggetti vengono incapsulati in pacchetti multicast e inviati su uno o più gruppi multicast. Il Multicast Gateway interagisce con il player ABR lato client, seleziona i gruppi multicast relativi ai contenuti richiesti e fornisce gli oggetti al player come flussi unicast conformi. Il Multicast Gateway permette anche la richiesta e ricezione di oggetti in unicast, via CDN, in modo da garantire comunque la continuità di riproduzione anche in caso di interruzione della connettività multicast o perdita di uno o più pacchetti dati.

Una prima architettura di riferimento per una soluzione Multicast-ABR è stata definita nel documento “IP Multicast Adaptive Bit Rate Architecture Technical Report” [4] pubblicato da CableLabs nel 2014 con lo scopo di utilizzare la tecnologia sulla rete DOCSIS degli operatori di TV via cavo nord americani per la distribuzione di contenuti.

A partire dal 2016, i gruppi di lavoro del Commercial e Technical Module del Digital Video Broadcast Project (DVB) hanno cominciato a lavorare alla definizione di requisiti commerciali, e in seguito ad una specifica tecnica per combinare unicast e multicast su reti IP managed e best effort. Nel 2020 è stata pubblicata la prima versione del Bluebook DVB A176 “Adaptive media streaming over IP multicast” [5], in seguito ratificato come standard ETSI 103 769 [6]. Nel corso del 2024 è stata pubblicata la sesta edizione, ad oggi la più recente disponibile.

Nella specifica M-ABR di DVB vengono definite l’architettura generale e le relative interfacce tra componenti. Vengono dettagliate le funzioni principali tra cui:

· Multicast Server: effettua l’ingestion dei contenuti dalle sorgenti configurate, incapsula il payload del contenuto in unità di delivery utilizzando il multicast media transport protocol supportato e lo invia sui gruppi multicast configurati.

· Multicast Gateway: fornisce i segmenti di contenuto al player secondo il formato ABR supportato. Può essere realizzato come un forward proxy o come un origin server locale (con reverse proxy). Gestisce la ricezione dei segmenti dai gruppi multicast e le operazioni di sincronizzazione e caching locale.

· Unicast Repair: fornisce funzionalità di recupero e correzione degli errori sui pacchetti multicast, utilizzando dati localmente disponibili, richiedendone nuovamente l’invio o traducendo le richieste di repair in richieste http da gestire sulla tratta unicast via CDN

· Rendez-vous service: tiene traccia dei Multicast Gateway presenti, delle sessioni multicast e dei loro relativi stati. È responsabile della gestione della richiesta iniziale proveniente dal player per un contenuto, verificando la disponibilità di una sessione attiva via multicast e ridirezionando conseguentemente le richieste verso il Multicast gateway o la CDN.

Le configurazioni per il provisioning del Multicast Server, della segnalazione delle sessioni disponibili in multicast e dei Multicast Gateway sono gestite utilizzando un modello dati e descrizioni basato su XML.

Sono supportati diversi modelli di deployment, con il componente Multicast Gateway all’interno del ricevitore utente, all’interno di un gateway domestico, o ancora all’interno di un nodo edge di rete. La stessa funzionalità di rendez-vous server, responsabile della conversione tra URL CDN unicast originali e URL che attivano il multicast, può essere centralizzata in rete o distribuita direttamente sulle piattaforme che ospitano il Multicast Gateway.

La specifica definisce due diversi protocolli di multicast media transport mandatori: FLUTE e ROUTE. Ogni prodotto Multicast Server o Multicast Gateway conforme deve obbligatoriamente supportare almeno uno di questi due protocolli. Dalla prima versione si è proseguito nell’evoluzione della specifica, introducendo il supporto alla modalità a bassa latenza e HTTP/3, il modello dati per il reporting e due protocolli di trasporto opzionali: NORM e MSYNC.

L’approccio adottato prevede diverse opzioni e modalità di integrazione, con l’obiettivo di permettere sia la realizzazione di soluzioni verticali sfruttando piattaforme IPTV legacy, che soluzioni ibride che interoperano con piattaforme di streaming di terze parti multi-device in logica OTT pura. A completamento delle specifiche tecniche, il gruppo di lavoro DVB ha pubblicato anche delle linee guida per l’implementazione di prodotti conformi [7].

LA NUOVA PIATTAFORMA DI DISTRIBUZIONE CONTENUTI DI TIM

TIM ha da tempo intrapreso un processo di potenziamento ed evoluzione della propria infrastruttura di distribuzione dei contenuti in Italia [8]. L’esplosione del traffico in rete generato da servizi di video streaming, le mutate abitudini di fruizione dei contenuti e la progressiva migrazione dell’offerta di content provider e broadcaster verso modalità “direct to consumer”, richiedono piattaforme su scala nazionale e globale in grado di supportare efficacemente i nuovi modelli di relazione che si stanno affermando tra i vari protagonisti del mercato.

Oggi TIM dispone di una Content Delivery Network video ad alta capacità e alte prestazioni capillarmente distribuita su tutto il territorio italiano, in grado di portare rapidamente i contenuti in prossimità a dove vengono fruiti, incrementando così la QoE complessiva offerta agli utenti finali. La CDN del Gruppo è utilizzata per TIMVISION, la piattaforma streaming di TIM, ma viene impiegata anche per contenuti live e on-demand delle più importanti piattaforme di streaming di service provider global e broadcaster nazionali e per servizi verticali di terze parti.

La piattaforma è in grado di gestire i più popolari formati e protocolli ABR in uso quali HLS, DASH e Smooth Streaming. Supporta i segmenti in formato Common Media Application Format (CMAF) e trasferimenti di tipo chunked, per abilitare modalità di streaming a bassa latenza, ove richiesto. Le operazioni di replica e trasferimento dei contenuti avvengono attraverso un elevato numero di cache con sistemi di archiviazione a stato solido ad alte prestazioni installate nei POP all’interno nella rete TIM. Ciascun POP è collegato attraverso connessioni ad alta capacità.

All’incremento costante di capacità e performance della piattaforma, si è affiancata l’introduzione progressiva di nuove funzionalità avanzate per la gestione dei contenuti, come la manipolazione programmatica degli header HTTP di richieste e risposte in transito, l’invalidazione e purge massiva dei contenuti, la disponibilità di log in diverse modalità di export, un portale servizi clienti con funzionalità di monitoring su dashboard e accesso a funzionalità di configurazione dei servizi erogati, anche direttamente via API, ed il supporto a soluzioni di AD-insertion e targeted AD di terze parti.

La CDN TIM dispone inoltre di specifiche funzionalità in grado di aumentare la sicurezza dei servizi video dei propri clienti come il supporto a differenti varianti di token di autenticazione delle URL client, l’inibizione dei servizi di delivery su base geografica e soluzioni avanzate di watermarking server-side.

La piattaforma di distribuzione contenuti di TIM è stata progettata per assicurare la massima scalabilità nella distribuzione di contenuti live, come eventi sportivi di grande popolarità, verso un numero elevato di utenti contemporanei. Nel 2021 TIM è stato primo operatore a livello globale a realizzare e mettere in produzione una piattaforma di Multicast-ABR, basata sullo standard ETSI/DVB, per distribuire in streaming, in modo efficiente e scalabile, contenuti live. TIM ha distribuito in M-ABR tutte le partite del campionato di Serie A di calcio dalla stagione 2021-22, all’interno dell’accordo di partnership tecnologica con DAZN, e altri importanti eventi sportivi TIMVISION come le Olimpiadi di Tokyo 2020 e il torneo di tennis Roland Garros in 4K HDR nel 2022. La soluzione Multicast-ABR interopera in modo trasparente con la CDN TIM, realizzando una vera e propria piattaforma integrata unicast/multicast in grado di massimizzare la qualità complessiva della fruizione. Gli utenti raggiunti dalla piattaforma M-ABR sono meno soggetti a fenomeni transitori di congestione in rete e fluttuazioni di banda disponibile sulle reti metro e di accesso, e tipicamente fruiscono dei contenuti stabilmente alla massima qualità (o profilo ABR) disponibile, con indici di QoE sensibilmente migliori rispetto agli utenti che fruiscono dello stesso contenuto solo in unicast.

 

Figura 2 – Architettura di alto livello della soluzione Multicast-ABR di TIM

Da una prima soluzione in grado di distribuire contenuti in multicast al solo set-top box TIM, si è progressivamente passati al supporto di un numero sempre maggiore di tipologie di device utente, attraverso l’installazione del componente Multicast Gateway sugli Access Gateway TIM. In questa configurazione, i flussi multicast vengono terminati sull’Access Gateway nella rete domestica, che provvede quindi a distribuire i contenuti come normali flussi unicast verso i terminali, che non necessitano di modifiche. In particolare l’estensione del supporto M-ABR verso le Smart TV dei produttori più popolari, ha permesso di incrementare notevolmente il volume di traffico distribuito su rete multicast. In Italia, come in altri mercati, queste tipologie di device sono sempre più utilizzate per accedere ai contenuti in streaming di alta qualità, fungendo da schermo principale all’interno delle case.

La piattaforma TIM permette di utilizzare la componente Multicast-ABR anche con contenuti veicolati attraverso CDN diverse da quella TIM, come quelle global, permettendo di integrare la modalità multicast con qualunque logica Multi-CDN e di content steering esistente. È possibile inoltre distribuire flussi combinati unicast e multicast a bassa latenza e gestire l’inserimento di contenuti pubblicitari personalizzati server-side.

Il nuovo modello di collaborazione di TIM con content provider e broadcaster per la distribuzione dei contenuti in Italia si basa sull’impiego e combinazione delle tecnologie più avanzate disponibili sul mercato ma intende anche fornire gli strumenti di monitoring e troubleshooting delle performance necessari ad assicurarne l’esercizio con livelli di servizio comparabili a quelli delle reti broadcast. Per questo TIM fornisce ai propri partner la possibilità di monitorare ogni servizio di delivery di contenuti attraverso appositi strumenti di reportistica e analytics in modalità self-service e gestito. Le viste disponibili possono essere integrate con informazioni specifiche provenienti dal client attraverso il supporto a Common Media Client Data (CMCD), una specifica CTA [9] che permette di correlare informazioni legate alla user experience con i dati generati dalle piattaforme di rete.

UN MODELLO DI CRESCITA SOSTENIBILE PER L’OFFERTA DEI CONTENUTI

La diffusione della tecnologia Multicast-ABR è un elemento chiave per la crescita sostenibile dell’offerta lineare televisiva o a “eventi” in streaming sulle reti IP e, più in generale, dell’intera industria dei contenuti.

Dal 2021 TIM è protagonista dell’evoluzione e progressiva affermazione verso il grande pubblico dello streaming come modalità per la diffusione di contenuti live premium in Italia competitiva rispetto a modelli broadcast tradizionali. La tecnologia e le modalità di integrazione e operatività della piattaforma M-ABR sono state perfezionate e sono maturate permettendo di assicurare:

· Miglioramenti significativi sui più importanti indici di qualità (QoE) associati al servizio rispetto alla sola distribuzione unicast. A titolo di esempio, il Connection Induced Rebuffering Ratio (CIRR) medio, un valore che indica la percentuale della durata delle interruzioni della fruizione dovuti a rebuffering sul client rispetto alla durata della visualizzazione, registrato per eventi distribuiti in multicast è tipicamente di un ordine di grandezza inferiore rispetto a quelli in unicast.

· Riduzioni consistenti del traffico su backbone e rete metro con percentuali di saving sui volumi di traffico puro unicast dell’85% e oltre sulla popolazione raggiunta da connettività multicast.

· Ottimizzazione dell’impiego della banda disponibile su CDN e cache all’edge della rete per far fronte a improvvisi picchi di traffico, con conseguente incremento degli indici di redditività legati a nuovi investimenti in capacità.

· Risparmi sul consumo energetico medio in rete associato alla distribuzione del singolo flusso verso il ricevitore utente rispetto a soluzioni basate solo su unicast.

A conferma dell’importanza dei risultati raggiunti, oggi un numero crescente di operatori in Europa e nel resto del mondo stanno adottando questa tecnologia. Recentemente ci sono stati annunci ufficiali da parte di Orange Spain, Bouygues Telecom in Francia e América Movil nel mercato LATAM e molti altri operatori sono in fase avanzata di analisi interna e trial. Gli organismi regolatori in tutta Europa stanno guardando con attenzione alle evoluzioni in questo settore, perché le piattaforme di distribuzione saranno elementi fondamentali per la crescita dell’industria dei contenuti del nostro continente, in particolare rispetto alle sfide rappresentate dalla competizione con gli hyperscaler streamer globali e dal progressivo e forzato abbandono dei modelli diffusivi tradizionali. TIM, con altri operatori e partner è impegnata in diverse iniziative nazionali e internazionali per definire un profilo industriale orizzontale e interoperabile di questa tecnologia in grado di soddisfare tutti i requisiti di broadcaster e content provider e OTT globali con il minimo impatto sulle catene di produzione, logiche di servizio e applicazioni già esistenti.

DVB-I E L’EVOLUZIONE DEI SERVIZI LINEARI

DVB-I, o DVB Internet, è una specifica tecnica definita in DVB [10] per abilitare il consumo di contenuti lineari o on-demand dai ricevitori televisivi, con le stesse modalità a prescindere dalla tecnologia di distribuzione utilizzata per fornire il servizio: broadcast, via digitale terrestre o satellite, e broadband in streaming su IP. I contenuti broadband sono segnalati attraverso apposite service list pubblicate attraverso un Central Service List Registry (CSR) in rete. La specifica permette di accedere ai canali disponibili via broadband estendendo lo stesso meccanismo di sintonizzazione utilizzato per i canali broadcast sui ricevitori TV, organizzando i servizi secondo una numerazione (LCN) armonizzata e regolata. Il broadcaster può quindi definire logiche di fallback broadcast, broadband e viceversa, o pubblicare varianti specifiche (ad esempio in UHD) disponibili solo ai ricevitori connessi garantendo la continuità dell’esperienza utente e ampliando il bouquet di programmi offerti al pubblico. TIM ha collaborato alla realizzazione del primo Proof of Concept DVB-I in Italia con importanti partner come Mediaset, Fincons, Vestel, LG e Kineton, testando le potenzialità della specifica e fornendo feedback sul supporto di svariati use case, inclusi quelli relativi all’offerta di canali lineari da parte di content provider OTT puri.

All’interno della sperimentazione, TIM ha inoltre dimostrato come sia possibile integrare in modo trasparente la piattaforma Multicast-ABR per la fruizione dei canali lineari in broadband, supportando anche flussi a bassa latenza che permettono di azzerare il ritardo tra le trasmissioni live via broadcast e quelle in streaming. Sfruttando l’efficienza di distribuzione in Multicast-ABR e la segnalazione DVB-I è possibile realizzare una piena transizione della programmazione televisiva lineare broadcast nazionale verso lo streaming IP, garantendo stabilità e disponibilità dei servizi (incluse le categorie che rientrano nei servizi televisivi di interesse generale o servizi pubblici) anche a fronte di picchi elevati di visualizzazioni contemporanee. Va sottolineato come il Multicast-ABR sia uno standard internazionale e pertanto sia possibile il supporto di soluzioni e piattaforme interoperabili in rete da parte degli operatori di telecomunicazioni operanti in Italia che offrono connettività, raggiungendo così tutta la popolazione italiana dotata di accesso ad internet.

La specifica DVB-I è pubblicata come standard internazionale ETSI [11] e le sperimentazioni in corso, non solo in Italia, hanno confermato la corretta interazione tra servizi televisivi tradizionali, servizi broadband OTT e ricevitori (set-top box e smart TV), permettendo la definizione di un profilo industriale pronto per l’adozione da parte del mercato e per la certificazione dei prodotti. L’ultima versione dell’UHD Book [12], la specifica per i ricevitori digitali televisivi in Italia, pubblicata lo scorso dicembre da HD Forum Italia, definisce gli aspetti tecnici per la piena integrazione e supporto di DVB-I. Per completare il processo di introduzione di questa tecnologia nel sistema televisivo italiano è necessaria la pubblicazione, da parte dell’autorità di regolamentazione italiana, di un provvedimento per definire assegnazione e regole di utilizzo delle numerazioni LCN per le trasmissioni broadband DVB-I, possibile complemento alle attività in corso su prominence e accessibilità dei servizi televisivi di interesse generale. Nell’UHD Book sono stati inoltre inseriti un esplicito riferimento allo standard Multicast-ABR e un esempio di profilo industriale per la sua implementazione a supporto dei servizi lineari offerti dai broadcaster italiani.

LA NUOVA TELEVISIONE

Fino a qualche anno fa il mercato dei contenuti presentava una netta separazione tra l’offerta tradizionale lineare dei broadcaster, integrata da alcuni servizi di catch-up via broadband, e quella in streaming on-demand di tipo transazionale o in abbonamento, con un numero tutto sommato limitato di attori operanti su scala globale. In questo scenario erano in molti a ipotizzare che i mutati comportamenti degli spettatori avrebbero decretato la progressiva scomparsa della televisione lineare in favore di modalità di fruizione personalizzate focalizzate sul singolo contenuto e non sul concetto di palinsesto o canale. Oggi stiamo assistendo a profondi e continui cambiamenti nei ruoli e relazioni tra i principali attori del mercato. Nuovi modelli di business e nuove modalità di distribuzione dei contenuti stanno emergendo. Broadcaster e operatori sono sempre più presenti su internet anche attraverso veri e propri servizi in streaming autonomi, mentre gli OTT provider esplorano le possibilità collegate alla riproposizione dei contenuti in nuovi canali lineari (FAST channels) e all’acquisizione e distribuzione di eventi sportivi di grande richiamo per differenziare la propria offerta. È indubbio che l’impiego delle reti broadband può garantire la massima flessibilità per supportare adeguatamente questi cambiamenti, tuttavia è necessaria una innovazione anche delle piattaforme di distribuzione dei contenuti in streaming. Lo scenario a cui tendere è evidentemente ibrido, con contenuti on-demand portati su cache intelligenti ai bordi della rete ma anche con modalità di trasporto multicast efficienti e sostenibili per gestire eventi live e servizi lineari che possono generare elevati e inattesi picchi di traffico. La “nuova” televisione può quindi essere definita proprio come la commistione ed evoluzione di modelli esistenti ma oggi forzatamente mantenuti separati, supportati da una piattaforma orizzontale di distribuzione IP in grado di assicurare la scalabilità ed il controllo end-to-end tipico del sistema diffusivo broadcast permettendo il continuo miglioramento dell’offerta e della qualità a disposizione dell’utente finale.

 

RIFERIMENTI

 

[1] Sesto Rapporto Auditel-Censis, “La Nuova Italia Televisiva”, 14 novembre 2023, https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/6%20Rapporto%20Auditel%20Censis_def.pdf

[2] ITU, “World Radiocommunication Conference 2023 (WRC-23), Provisional Final Acts”, R-ACT-WRC.15-2023-PDF-E.pdf (itu.int)

[3] Massimo Scaglioni, CeRTA, “Televisione resiliente: il broadcasting 70 anni dopo”, Annuario TV 2023, Televisione resiliente – Annuario TV (annuariodellatv.it)

[4] CableLabs, “IP Multicast Adaptive Bit Rate Architecture Technical Report”, V01, November 2014

[5] DVB Bluebook A176, “Adaptive media streaming over IP multicast”, Rev.5 (Sixth edition), February 2024

[6] ETSI TS 103 769, “Digital Video Broadcasting (DVB); Adaptive media streaming over IP multicast”, V1.1.1, November 2020

[7] DVB Bluebook A181, “Adaptive media streaming over IP multicast – Implementation guidelines and worked examples”, Rev.2, June 2023

[8] Notiziario tecnico TIM N.1/2022, “Piano tecnologico 2022-2024 – Live Video”, https://www.gruppotim.it/content/dam/gt/notiziario-tecnico/articoli/2022-n1/pdf/cap07_Live_Video.pdf

[9] CTA-5004, “Web Application Video Ecosystem – Common Media Client Data”, September 2020

[10] DVB Bluebook A177, “Service Discovery and Programme Metadata for DVB-I”, Rev.6, February 2024

[11] ETSI TS 103 770, “Digital Video Broadcasting (DVB); Service Discovery and Programme Metadata for DVB-I”, V1.1.1, November 2020

[12] HD Forum Italia UHD Book, “Compatible High Definition and Ultra High Definition receivers for the Italian market: baseline requirements”, v 2.1, December 2023

 

 

 

 

Protetto: MOVICOM: DAL RENTAL DELLE CAMERE SPECIALI AL RENTAL DELL’INTERCOM

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MOVICOM: DAL RENTAL DELLE CAMERE SPECIALI AL RENTAL DELL’INTERCOM

ROBYCAM MOVICOM
ROBYCAM MOVICOM

Un nuovo servizio, probabilmente unico nel suo genere in Italia che, grazie all’accordo di partnership con Video Progetti, consente alla Movicom di poter offrire anche il noleggio di sistemi intercom della ClearCom.

 

Questa nuova sfida è frutto di una significativa partnership sviluppata con Video Progetti, che mira ad offrire un supporto che va ben oltre la normale vendita del sistema. Che in questo caso si basa sui terminali wireless FreeSpeak II in abbinamento alla piattaforma Arcadia Central Station di Clear-Com, soluzione scelta per la sua grande flessibilità e facilità di integrazione anche con tecnologie di altri brand e capace di rispondere a ogni tipologia di esigenza, garantendo grande affidabilità e stabilità.

Una soluzione tecnologica può, a volte, generare valore aggiunto attraverso l’opportunità di poter offrire nuovi servizi. E questo è il caso della Movicom, azienda presente in diversi Paesi nel mondo, specializzata nella progettazione, realizzazione e rental di camere speciali che, grazie ad una reale e importante partnership con Video Progetti, ha acquisito un completo sistema intercom wireless di Clear-Com che le ha consentito di offrire una nuova tipologia di servizio sul mercato. Parliamo di rental Intercom che può essere fruibile sia come integrazione di sistemi già esistenti all’interno di una struttura produttiva, sia essere richiesto come soluzione globale per rispondere a tutte le esigenze di comunicazione all’interno di un progetto di un evento, di qualsiasi natura esso sia.

La Movicom nasce come struttura che si è specializzata nella progettazione, realizzazione e noleggio di camere speciali per le riprese televisive, soprattutto in ambito sportivo o di eventi dove è richiesto una particolare automatizzazione del movimento delle camere, piuttosto che l’integrazione di camere speciali di vario genere. Questo rappresenta il core business di questa azienda, anche se poi le sue attività contemplano anche la realizzazione di soluzioni in ambito Energy (Movicom Electric) , oltre che di robotica e meccatronica per vari ambiti applicativi.

L’headquarter è situato a Roma al 254 di via zona Tiburtina, ma le attività operative vedono una presenza anche in Corea del sud, Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Giappone e Spagna, a testimonianza della validità delle soluzioni e dei servizi offerti.

 

 

 

TECNOLOGIE E SERVIZI

E, per ritornare allo specifico interesse di questo articolo, l’azienda, come anticipato, si è specializzata in quel particolare range della produzione video relativo alle camere speciali dedicate alle riprese automatizzate e dinamiche. Parliamo perciò di soluzioni per camere sospese come la RobyCam, piuttosto che di teste girostabilizzate e remotate come la gamma delle Robyhead, ma anche soluzioni su binari, camere compatte e miniaturizzate, connesse anche in wireless. , tipo la Ref Cam, cioè una microtelecamera che si monta come point of view degli arbitri.

Le gamme RobyCam e RobyHead prevedono varie soluzioni capaci di soddisfare le più particolari esigenze di ripresa. Soprattutto per ciò che riguarda la produzione di eventi che richiedono l’integrazione delle camere in ambienti che non consentono la possibilità di installare bracci di grandi dimensioni e che necessitano allo stesso tempo di inquadrature dinamiche, di grande effetto e coinvolgimento emozionale. Molto apprezzate sono anche soluzioni come la TowerCam e la RefCam, piuttosto che la Polecam.

Il rental viene fornito chiavi in mano, per sollevare il cliente da qualsiasi problematica tecnica o di know-how professionale.

Ma in Movicom, ci tengono a mettere in evidenza la capacità della divisione di ricerca e sviluppo di riuscire a elaborare soluzioni per ogni esigenza di produzione. Coscienti anche della possibilità di poter controllare poi tutto il processo di produzione dei prodotti e di poterne garantire la massima affidabilità ed efficienza di servizio.

Ovviamente, essendo la Movicom attiva sia per la progettazione sia per la costruzione delle stesse soluzioni, è aperta a ogni genere di richiesta, per progetti su misura, pronta a raccogliere nuove sfide.

 

 

ATTIVITÀ E PRODUZIONI

Sono davvero numerose le produzioni di eventi internazionali realizzati dai più importanti network e organizzazioni che hanno beneficiato del contributo dei servizi della Movicom, come gli ultimi Europei di Atletica 2024, ultime 3 edizioni del 6 Nazioni di Rugby allo stadio Olimpico di Roma, le ultime 3 finali di Coppa Italia, la Coppa del Mondo di Sci dal 2017, la Coppa del Mondo di Rugby in Francia del 2023, le Universiadi di Taipei, i Campionati del mondo di hockey su ghiaccio, le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Sochi, i match del Campionato di serie A di calcio, i Giochi Europei di Minsk e gli incontri della Champions League, solo per citarne alcuni.

 

Clearcom FreeSpeak II Beltpack

UN NUOVO SERVIZIO IN RENTAL

Anche il voler fornire, in rental, soluzioni di Intercom ha rappresentato una nuova sfida per il team.

Questa nuova attività è scaturita da un forte sodalizio che si è instaurato con la Video Progetti e che ha portato a una significativa partnership, consentendo alla Movicom di poter fruire di un sostanziale supporto per adeguare in modo dinamico l’infrastruttura di base acquisita a eventuali richieste che prevedano una più ampia capacità di copertura in termini di numero di canali e di punti di connessione.

Una reale dimostrazione della volontà di Video Progetti nella persona del suo CEO Carlo Struzzi nel voler concretamente supportare i propri clienti, andando oltre quella che è la normale fornitura e vendita dei prodotti. La Movicom è probabilmente l’unica azienda nel nostro paese a offrire questo specifico servizio chiavi in mano, previsto sia come soluzione totale che a integrazione di sistemi già in dotazione al service di produzione video.

A vedere i primi risultati, questo tipo di offerta sembra riscontrare un ottimo livello di interesse. In questa direzione sono da annoverare due attività svolte negli ultimi mesi, che hanno avuto rilevanza internazionale.

MOVICOM
MOVICOM

KALEO: UN CONCERTO PER FESTEGGIARE I 10 ANNI

L’evento romano era focalizzato sulla produzione di un docufilm dedicato al concerto dei Kaleo, importante gruppo musicale che ha scelto la città eterna per realizzare un evento molto particolare: un concerto che prevedeva solo 250 invitati che però hanno speso ben 1.000 sterline a testa per poter presenziare alla kermesse organizzata per celebrare il decimo anniversario del gruppo inglese.

La produzione del concerto ha coinvolto la Movicom per ciò che riguarda l’integrazione delle tecnologie di comunicazione e Simone Bocchino come coordinatore tecnico per la pianificazione e il supporto per il sistema Intercom.

Il progetto prevedeva l’utilizzo di camere cinematografiche, coordinate però dal regista, in configurazione di ripresa multicamera. In questo modo si è potuta ottenere una qualità d’immagine di livello cinematografico, unita alla flessibilità e alla potenzialità creativa tipica della ripresa multicamera, più affine alle produzioni televisive.

Le attività di comunicazione erano quindi cruciali perché fulcro del coordinamento delle varie figure professionali coinvolte, oltre che alla regia, anche i vari operatori di camera, i focus puller, i macchinisti e gli operatori dei vari bracci mobili, dolly, droni, steadicam etc…

Per coprire tutte le esigenze delle varie figure professionali coinvolte nelle riprese, Simone Bocchino ha integrato 15 beltpack Clear-Com Freespeak II e due Transceiver IP con relative antenne, che hanno consentito di ampliare notevolmente l’area di servizio coperta. Mentre un gruppo di altri 10 beltpack ha permesso di collegare regista, direttore della fotografia, relativi assistenti e altre figure impiegate nel coordinamento.

Nello specifico, per poter collegare 25 beltpack contemporaneamente si è fatto affidamento alle 8 porte 4 fili di Arcadia, ad altrettante 8 porte su FreeSpeak II, (di cui 4 native già 4 fili) e altre 4 ricavate da un’interfaccia che trasformava le 4 porte 2 fili, in 4 fili. Il cuore del sistema intercom wireless messo in campo ruotava attorno alla piattaforma Arcadia Central Station, che permette l’integrazione di sistemi interfonici sia cablati che wireless. Un vero coltellino svizzero nella comunicazione intercom IP.

 

Arcadia FreeSpeak conHelixNet Beltpacks
Arcadia FreeSpeak conHelixNet Beltpacks

 

LA MODA DI MIU MIU A PARIGI

L’altro evento che ha richiesto il contributo del rental service per gli intercom della Movicom, è stato un’importante sfilata di moda del gruppo Miu Miu, organizzata a Parigi, che prevedeva una ripresa con camere cinematografiche, realizzata dalla Atlantis Film.

Anche in questo caso, l’esigenza di poter far comunicare i vari operatori camera e tutte le altre figure professionali coinvolte nella produzione, con la regia e gli altri addetti alla produzione, ha richiesto un sistema intercom flessibile e affidabile.

Il compito della Movicom e di Simone Bocchino, coordinatore tecnico, per Movicom, è stato quello di pianificare un sistema capace di coprire tutta la zona interessata alle riprese che comprendeva più aree, sia esterne sia interne alla venue, per circa 100 metri, oltre agli spazi esterni per altri 50 metri.

Oltre a utilizzare un sistema cablato già precedentemente acquisito dalla Atlantis, il coinvolgimento della fornitura di Movicom ha previsto l’installazione di un sistema wireless con due antenne IP e 10 Clear-Com Freespeak II, pianificando diverse dorsali in modo da rendere disponibili più canali di comunicazione e discriminando le diverse specifiche linee di competenza operativa, senza sovrapposizioni nella comunicazione tra i vari reparti della produzione.

Anche qui la piattaforma di gestione dell’intero sistema è stata la Arcadia Central Station di Clear-Com.

 

 

 

INTERVISTA A SIMONE DE LELLA

Perché avete deciso di integrare nei servizi che offrite, anche un sistema di comunicazione Intercom?

Solitamente i sistemi di ripresa mobile hanno già il loro sistema intercom. Ma . Ma quello che spesso succede è che il più delle volte, il numero dei canali disponibili sul loro sistema non è sufficiente.

Noi andiamo a inserirci come un’espansione della struttura che opera per la produzione televisiva, integrando quindi il nostro sistema Clear-Com, per ampliare il numero di postazioni di comunicazione, che non sarebbero sufficientemente coperte dall’intercom dell’OB-Van o dello studio di produzione.

Abbiamo deciso quindi di affiancare al servizio di rental delle camere speciali anche l’offerta di rental dei sistemi di comunicazione della Clear-Com.

Un nuovo servizio, offerto in parallelo agli altri servizi ma fruibile anche separatamente.

Qual è il punto di forza di questa nuovo servizio che offrite?

Il punto di forza della nostra offerta è la tecnologia del sistema Clear-Com Arcadia che, grazie alla sua elevata flessibilità, consente di poter essere interfacciato con qualsiasi altro sistema Intercom già in dotazione al team di produzione, anche se di altri brand.

Ma, nelle sfilate di moda, solitamente non vengono richiesti sistemi di comunicazione così avanzati?

Vero. Nella moda solitamente non si fanno dirette televisive, ma il più delle volte al massimo sono dirette in streaming. Esistono vari brand che forniscono questo tipo di soluzioni, anche più semplici ed economiche. Noi abbiamo voluto invece proporre anche per le sfilate di moda, come per questo evento di Parigi, un sistema Clear-Com di livello broadcast utilizzato anche in importanti eventi, come addirittura le Olimpiadi.

Abbiamo voluto fornire questa soluzione che ha consentito di coprire spazi e distanze molto più ampie, rispetto a quelli che i team operativi erano abituati a coprire in precedenza con altri sistemi.

 

 

 

La scelta di Clear-Com e di Video Progetti?

Carlo Struzzi mi ha dato una grandissima mano per poter intraprendere questo tipo di attività e poter avviare anche la pianificazione di questo di servizio, offrendomi tutta la sua disponibilità e il suo aiuto per poter ampliare l’infrastruttura base che abbiamo acquisito, supportandoci in funzione delle esigenze che di volta in volta si presenteranno per i vari progetti.

Avere questa disponibilità da parte di Video Progetti, disponibile nel momento in cui abbiamo esigenze più importanti, è un altro elemento che ci ha fatto decidere di intraprendere anche questa nuova sfida.

E questo, per noi che facciamo Service, è un elemento molto importante perché ogni produzione è un nuovo capitolo e una storia a sé.

Il valore umano di questa azienda è per me fondamentale: tecnici bravi, supporto e grande disponibilità.

 

 

INTERVISTA A SIMONE BOCCHINO

Come hai approcciato questa nuova sfida?

Ho approcciato questo progetto cercando di valutare vari sistemi intercom, per poter creare un coordinamento tecnico tra le varie figure professionali che vengono coinvolte in questo tutti i tipi tipo di produzione, ripresa video, concerti live, teatro ed eventi conference.

.La flessibilità e la conoscenza di quello che un sistema del genere consente di poter fare, permette poi di poterlo impiegare anche per soluzioni complesse.

Perché la scelta Arcadia Clear-Com?

Per la versatilità e l’elasticità, soprattutto. Con Arcadia si possono gestire le esigenze che vengono manifestate dalla produzione, sia in analogico sia in digitale, anche integrando tecnologie di brand diversi.

Grazie alla massima elasticità dell’interfaccia, Arcadia consente di poter sfruttare otto porte quattro fili, abbiamo poi ulteriori quattro porte a due fili; ma c’è anche l’opportunità di poter collegare un flusso Dante. Quindi si ha la possibilità di poter gestire ulteriori incroci e coordinamenti tecnici, anche con questo tipo di tecnologia.

Quali sono gli altri aspetti importanti che vanno sottolineati?

Aspetti importanti sono la formazione, il supporto di Video Progetti e anche e soprattutto le varie caratteristiche e potenzialità, in termini di flessibilità, rese disponibili dal sistema Arcadia.

 

 

LA PIATTAFORMA ARCADIA CENTRAL STATION

Arcadia Central Station è una piattaforma Intercom IP scalabile che integra le stazioni utente intercom wireless FreeSpeak e cablate HelixNet con interfacce Dante, 2-Wire e 4-Wire in un dispositivo compatto 1RU.

Arcadia Central Station è il fulcro di una piattaforma di comunicazione IP scalabile con supporto per oltre 100 stazioni utente intercom cablate e wireless di vario tipo, tipologia di frequenze e connettività. Abbinato a Dante e all’interfaccia analogica di audio e controllo, Arcadia è adatto a qualsiasi infrastruttura. Il fattore di forma compatto 1RU di Arcadia è in grado di gestire 180 segnali audio, è dotato di stazione utente intercom sul pannello frontale, installazione, configurazione e monitoraggio facili e veloci. Con la capacità a prova di futuro di crescere in capacità e funzionalità nel tempo, Arcadia è il sistema intercom ideale.

 

 

FREESPEAK – INTERFONO SENZA FILI

Arcadia supporta la famiglia di intercom wireless FreeSpeak, comprese le bande di frequenza da 1,9 GHz, 2,4 GHz e 5 GHz che possono essere implementate contemporaneamente su un sistema Arcadia. I ricetrasmettitori per antenna FreeSpeak, collegati tramite connessioni via cavo plug and play E1 CAT/fibra o IP utilizzando reti compatibili con AES67, possono essere aggiunti in modo modulare per la copertura e la capacità dei beltpack che possono spostarsi senza problemi tra ricetrasmettitori in aree di sovrapposizione. I beltpack FreeSpeak possono avere le loro chiavi assegnate a qualsiasi canale, gruppo o porta di interfaccia sul sistema. Ogni beltpack FreeSpeak richiede una porta con licenza Arcadia.

 

 

HELIXNET – INTERFONO PARTYLINE CABLATO

Arcadia supporta l’interfono partyline cablato HelixNet, inclusa la stazione remota HRM-4X, la stazione Speaker HKB-2X e il beltpack HXII-BP. Ciò viene fatto abilitando selettivamente i canali a essere disponibili per il mixaggio decentralizzato di intercom e audio di programma negli endpoint HelixNet, fornendo un elevato grado di elasticità operativa al sistema Arcadia. Le stazioni utente HelixNet si connettono ad Arcadia tramite una rete IP e possono avere i propri set di chiavi assegnati a qualsiasi canale abilitato HelixNet sul sistema Arcadia. Ciascun canale abilitato HelixNet richiede una porta con licenza Arcadia.

 

 

DANTE, AUDIO ANALOGICO E CONTROLLO – INTERFACCIAMENTO

Arcadia può interfacciarsi con una varietà di sistemi audio e intercom con porte di interfaccia audio assegnabili a qualsiasi canale, gruppo, FreeSpeak e keyset Arcadia sul sistema:

• Le interfacce di rete audio Dante consentono a qualsiasi ingresso o uscita Dante di connettersi ad Arcadia. Ogni porta Dante richiede una porta con licenza Arcadia.

• 4-Wire offre la possibilità di collegare ingressi e uscite audio analogici, a livello di linea, ad Arcadia.

• Partyline a 2 fili consentono l’interfacciamento con le infrastrutture del sistema intercom con partyline analogiche esistenti o per aggiungere stazioni utente o interfacce Partyline utilizzando l’alimentatore integrato di Arcadia.

• GPIO fornisce ingressi e uscite relè per il controllo del sistema. Gli ingressi consentono l’attivazione dei crosspoint audio mentre le uscite possono essere attivate premendo i tasti, punti d’incrocio audio e/o segnali di chiamata configurabili nel configuratore Logic di Arcadia.

 

 

STAZIONE UTENTE INTERCOM

La stazione utente del pannello frontale di Arcadia fornisce quattro set di tasti su touch screen a colori di grandi dimensioni, ad alta risoluzione, assegnabili a qualsiasi canale, gruppo, beltpack FreeSpeak, audio di programma o annuncio sul palco del sistema Arcadia. La stazione utente è dotata di connessione per cuffia, connettore per microfono a collo di cigno e altoparlante oltre a All Call, Stage Announce e Remote Mic Kill.

 

CONFIGURAZIONE DI SISTEMA

I menu del pannello frontale Arcadia offrono la possibilità di configurare la configurazione di base del sistema utilizzando un’interfaccia composta da touch screen a colori di facile navigazione abbinati a pulsanti e codificatori rotativi tattili. Con il pannello frontale è possibile aggiungere al sistema beltpack e ricetrasmettitori wireless, annullare le connessioni a 2 fili e configurare gli indirizzi di rete.

 

PORTE CON LICENZA: CAPACITÀ SCALABILE

Arcadia è una potente piattaforma hardware che consente di attivare la capacità man mano che crescono le esigenze dei clienti o vengono sviluppate funzionalità aggiuntive per questa piattaforma. Le opzioni di licenza flessibili di Arcadia consentono il corretto dimensionamento del sistema richiesto tramite la gestione delle licenze associate alle porte. Man mano che cresce la necessità di una maggiore capacità o è necessaria una nuova funzionalità, è possibile effettuare aggiornamenti delle licenze associate alle porte per aumentare le funzionalità e capacità della piattaforma Arcadia.