Don DARIO VIGANO' - preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione presso l'Università Telematica Internazionale UniNettuno, presidente della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo e vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali
I contatti tra Guglielmo Marconi, l’inventore della radio e Benedetto XV e il primo dialogo telefonico con Pio XI da Castel Gandolfo a Roma. Lo scienziato, accolto come socio dalla Pontificia Accademia delle Scienze.
Eugenio BONANATA
Il primo contatto fra Guglielmo Marconi e la Santa Sede avvenne durante il pontificato di Benedetto XV, che voleva costruire una stazione radio trasmittente in Vaticano. Lo ribadisce monsignor Dario Edoardo Viganò, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’Università Telematica Internazionale UniNettuno, presidente della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo e vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali, nel suo intervento a margine dell’inaugurazione della mostra ‘Guglielmo Marconi. Prove di Trasmissione’ presso la sede di Radio Rai in Via Asiago 10 a Roma per celebrare i 70 anni dalla nascita della televisione e i 100 anni della radio.
Viganò ha ricostruito la storia degli inizi della Radio Vaticana con un focus sul rapporto tra l’inventore della radio e le istituzioni della Santa Sede sulla base di alcune dichiarazioni della primogenita di Marconi, Degna. Nel 1918 – ha raccontato il presule – l’allora Segretario di Stato, il cardinale Pietro Gasparri, su mandato Benedetto XV, si recò in visita nell’abitazione romana di Marconi (villa Sforza-Cesarini, sul Gianicolo) proprio per discutere della possibile installazione di una stazione radio in Vaticano. Il progetto si concretizzò più tardi sotto il pontificato di Pio XI. “Il 24 novembre 1926 Marconi fu ricevuto in udienza da Papa Ratti”, precisa ancora Viganò che richiama diversi dettagli a cominciare dal sopralluogo all’interno dei giardini vaticani, avvenuto in seguito ad un altro incontro con Pio XI datato 11 giugno 1929, a pochi giorni dalla ratifica dei Patti Lateranensi.
Il 12 febbraio 1931 ci fu l’inaugurazione tecnica delle trasmissioni in onda corta della Radio Vaticana – con il messaggio papale – che avvenne presso la stazione trasmittente nei giardini Vaticani. Tuttavia – ha sottolineato Viganò – la cerimonia ufficiale si tenne nella Casina Pio IV sede della Pontificia Accademia delle Scienze. E in quella occasione – con il placet di Papa Ratti – Marconi venne accolto quale socio dell’Accademia stessa guidata a partire dal 1921 dal gesuita Giuseppe Gianfranceschi.
Viganò ha richiamato un altro particolare relativo agli anni successivi, che furono segnati dai miglioramenti tecnici apportati sempre da Marconi. Il 26 aprile 1932, presso la trasmittente vaticana, iniziarono le prove del sistema radiotelefonico a onde ultracorte (microonde) di 50 cm (600 MHz) sulla terraferma. L’11 febbraio 1933, grazie a questo primo apparecchio radio telefonico mai costruito, Pio XI dalla sua residenza estiva di Castel Gandolfo riuscì a parlare con Marconi che si trovava a Roma, senza dover utilizzare i sistemi di comunicazione dello Stato italiano. Marconi, inoltre, predispose anche la riorganizzazione e l’adeguamento tecnologico del lavoro della Segreteria di Stato dove fu realizzata un’efficiente rete telefonica
Blackmagic Design DaVinci Resolve 19, la versione aggiornata del software con nuovi strumenti di IA
di Emilio Carabelli e Alberto Simonetti
Blackmagic Design ha presentato DaVinci Resolve 19, la versione aggiornata del software con nuovi strumenti di IA, oltre 100 miglioramenti tra cui IntelliTrack basato sulla IA, riduzione del rumore Ultra NR, grading a sei vettori ColorSlice, Film Look Creator FX, montaggio multiview, strumento per rotoscopio MultiPoly, panning audio / video con IA Fairlight, Ducker Track FX, audio ambisonico surround e nuove funzioni per i grandi gruppi di utenti di Blackmagic Cloud.
Blackmagic Design ha svelato al NAB Show 2024 la tanto attesa versione 19 di DaVinci Resolve, il suo software di editing, color correction, motion graphics e post-produzione audio di fama mondiale. Questa nuova release introduce una rivoluzione con una serie di innovazioni, tra cui spiccano gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale del DaVinci Neural Engine, che promettono di trasformare, e per certi versi, rivoluzionare, il flusso di lavoro di editing e post-produzione.
Un’interfaccia rinnovata per un’esperienza utente più intuitiva
DaVinci Resolve 19 presenta un’interfaccia utente rinnovata, progettata per essere ancora più intuitiva e accessibile. La nuova interfaccia è organizzata in modo più efficiente, con strumenti e funzioni raggruppati in modo logico, facilitando la navigazione e la ricerca delle opzioni desiderate. Inoltre, sono state introdotte nuove scorciatoie da tastiera e gesture per velocizzare il flusso di lavoro.
Prestazioni migliorate per un editing più fluido
DaVinci Resolve 19 vanta prestazioni migliorate in tutti i suoi moduli, offrendo un’esperienza di editing più fluida e reattiva. Il software è in grado di gestire con facilità anche i progetti più complessi, con frame rate elevati e risoluzioni elevate. Le ottimizzazioni apportate al motore di rendering GPU permettono di ottenere una riproduzione fluida e una maggiore velocità di elaborazione degli effetti visivi.
Intelligenza artificiale per un editing più rapido e intelligente
Uno dei punti di forza di DaVinci Resolve 19 è l’integrazione del DaVinci Neural Engine, un sistema di intelligenza artificiale avanzato che alimenta numerosi nuovi strumenti. Questi strumenti sfruttano la potenza dell’apprendimento automatico per semplificare e velocizzare attività complesse, facendo risparmiare tempo prezioso ai creativi perchè possano concentrarsi sugli aspetti più artistici del loro lavoro.
Ecco alcuni dei nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale:
Trascrizione automatica del parlato: DaVinci Resolve può ora trascrivere automaticamente l’audio di qualsiasi clip, permettendo di cercare e modificare facilmente i contenuti basandosi sui dialoghi.
Ricerca intelligente: La funzione di ricerca è stata potenziata con l’intelligenza artificiale, che permette di trovare clip basandosi su parole chiave, concetti o addirittura emozioni espresse dai soggetti.
Montaggio automatico: DaVinci Resolve può ora generare automaticamente un primo montaggio delle clip, basandosi su criteri come ritmo, inquadrature e contenuto audio. Questa funzione rappresenta un prezioso punto di partenza per gli editor, che possono poi perfezionare il montaggio manualmente.
DaVinci Neural Engine
DaVinci Neural Engine si affida a reti neurali e di apprendimento automatico d’avanguardia, oltre all’intelligenza artificiale, per potenziare funzioni come riconoscimento facciale, rilevamento degli oggetti, reinquadratura intelligente, calcolo della velocità variabile, ridimensionamento in qualità superiore, e bilanciamento e corrispondenza del colore automatici. DaVinci Neural Engine è interamente multipiattaforma e utilizza l’ultima tecnologia GPU per AI e Deep Learning per offrire prestazioni e qualità senza rivali. Fornisce semplici strumenti per risolvere problemi complessi e ripetitivi che richiedono fin troppo tempo. Per esempio consente di catalogare le clip nei bin in base ai visi rilevati dal riconoscimento facciale, di reinquadrare le immagini e molto altro.
Color Correction più precisa e creativa con l’intelligenza artificiale
Anche il flusso di lavoro di color correction ha subito un’importante evoluzione grazie all’intelligenza artificiale. DaVinci Resolve 19 introduce nuove funzioni che sfruttano l’apprendimento automatico per semplificare e velocizzare la correzione del colore e ottenere risultati cinematografici.
Tra le novità più interessanti troviamo:
ColorSlice Six Vector Palette: Questo nuovo strumento permette di selezionare e modificare rapidamente i colori in base a tonalità, saturazione e luminosità, semplificando la creazione di look complessi.
Film Look Creator: Questo effetto simula i processi fotometrici delle pellicole cinematografiche, permettendo di ricreare l’estetica dei film classici o moderni.
Mascheramento automatico: L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per creare automaticamente maschere di precisione per oggetti, persone o aree specifiche dell’immagine, facilitando l’isolamento e la modifica di elementi specifici.
Audio di alta qualità con Fairlight
Fairlight, la sezione dedicata all’audio di DaVinci Resolve, ha beneficiato di importanti miglioramenti in questa nuova versione. L’intelligenza artificiale è stata integrata per automatizzare diverse attività, come:
IntelliTrack: Questo strumento utilizza il tracking del movimento per seguire automaticamente un soggetto all’interno dell’inquadratura e regolare di conseguenza il volume del microfono.
Riduzione del rumore avanzata: L’intelligenza artificiale è in grado di identificare e rimuovere efficacemente rumori di fondo indesiderati, come il rumore del vento o il ronzio del traffico.
Mixaggio automatico: DaVinci Resolve può ora generare automaticamente un mixaggio preliminare delle tracce audio, basandosi su criteri come il livello di volume e la presenza di voci.
Altri miglioramenti e nuove funzionalità
Oltre alle novità sopracitate, DaVinci Resolve 19 include anche numerose altre migliorie e ottimizzazioni, tra cui:
Supporto per i formati HDR Dolby Vision.
Strumenti di stereoscopia avanzati.
Nuovi filtri Resolve FX e plug-in Fairlight FX.
Miglioramenti delle prestazioni e della stabilità.
IN SINTESI:
Le principali caratteristiche delle novità di DaVinci Resolve 19:
Tracciamento e stabilizzazione a punti basato sulla IA IntelliTrack
Compatibilità con DaVinci Resolve Replay Editor
Trasforma la pagina Cut in un sistema di playout e media player
Nuovo viewer multiview in modalità Source Tape per visualizzare le clip con lo stesso timecode
Aggiunge punti di interesse e crea replay dal multiview e dalla timeline
Montaggio sulla timeline basato sulla trascrizione da voce a testo
Nuova palette di color grading a sei vettori ColorSlice
Riduzione del rumore spaziale UltraNR basato sulla IA
Gestione di complicati workflow di grading con Node Stack
Nuova funzione Film Look Creator
Nuovo strumento Defocus Background che isola il primo piano con sfocatura
Strumento MultiPoly per facilitare il rotoscopio di oggetti complessi
Strumenti USD ottimizzati per Material X e shading volumetrico avanzato
Miglioramenti agli strumenti per le forme
Workflow ambisonico nativo completamente integrato
Panning audio/video IntelliTrack su Fairlight
Music Remixer FX per mixare voce, batteria, basso, chitarra e molto altro
Dialogue Separator FX separa il dialogo dal rumore ambientale o di sottofondo
Ducker Track FX gestisce automaticamente i livelli dei bed audio in presenza di dialogo.
DaVinci Resolve 19 è disponibile in due versioni:
DaVinci Resolve Free: La versione gratuita offre tutte le funzioni base di editing, color correction, motion graphics e post-produzione audio. DaVinci Resolve è l’unica soluzione tutto-in-uno al mondo per montaggio, colore, VFX, grafica in movimento e audio. La versione gratuita è compatibile con qualsiasi formato video a 8 bit fino a 60 fps e risoluzioni Ultra HD 3840 x 2160. Consente la collaborazione multiutente e il color grading in HDR.
DaVinci Resolve Studio: DaVinci Resolve Studio include tutte le funzioni della versione gratuita, oltre a DaVinci Neural Engine, decine di plug-in ResolveFX aggiuntivi, riduzione del rumore temporale e spaziale con IA, montaggio basato su testo, Magic Mask, grana della pellicola, effetti di sfocatura e molto altro. È compatibile con il video a 10 bit fino a 120 fotogrammi al secondo e risoluzioni oltre il 4K.
DaVinci Resolve 19 rappresenta un passo avanti significativo nel mondo della post-produzione, offrendo una suite di strumenti completa e versatile che integra l’intelligenza artificiale per semplificare e velocizzare il flusso di lavoro creativo. Con le sue nuove funzionalità, DaVinci Resolve si posiziona come soluzione ideale per editor, coloristi, artisti VFX e sound designer di tutti i livelli, permettendo di realizzare progetti di alta qualità con maggiore efficienza e creatività.
Oltre alle novità sopracitate, è importante sottolineare l’impatto che l’intelligenza artificiale avrà sul futuro della post-produzione. L’integrazione di strumenti basati sull’apprendimento automatico apre nuove possibilità per automatizzare compiti ripetitivi e complessi, concedendo più tempo ai creativi per concentrarsi sugli aspetti più artistici del loro lavoro. Inoltre, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per creare nuovi strumenti e funzionalità, permettendo di ottenere risultati ancora più sorprendenti e innovativi.
DaVinci Resolve 19 rappresenta un’evoluzione importante nel panorama della post-produzione e conferma di essere lo strumento di riferimento per i professionisti del settore.
Pannelli Color DaVinci Resolve
DaVinci Resolve Micro Color Panel, DaVinci Resolve Mini Panel e DaVinci Resolve Advanced Panel
I pannelli DaVinci Resolve per la correzione colore permettono di regolare diversi parametri allo stesso tempo e di creare look impossibili da ottenere con il mouse e la tastiera. Dal design di piccole dimensioni, DaVinci Resolve Micro Color Panel è ideale per gli utenti agli esordi o per chi necessita un pannello super portatile. Vanta tre trackball di alta precisione, manopole per i controlli della correzione colore primaria e pulsanti per accedere alle funzioni aggiuntive. DaVinci Resolve Mini Panel include controlli aggiuntivi e display per accedere a tutte le palette e agli strumenti. Per un controllo definitivo, DaVinci Resolve Advanced Panel mappa ogni singola funzione e comando su un pulsante specifico, ed è perfetto per i professionisti del colore.
Andrea Pepe della 3G Electronics, al MIR 2024 ci accompagna e illustra le ultime novità Matrox presentate in fiera.
3G Electronics, con sede a Milano in via C. Boncompagni 3/B, è presente dal 1969 nel mercato dell’alta tecnologia elettronica ed informatica. Nel corso degli anni ha contribuito all’affermarsi in Italia di marchi noti nei settori professionali della visualizzazione grafica e della gestione video per il settore pubblico e privato.
Dal 2007, 3G Electronics s.r.l. opera a livello nazionale come fornitore di soluzioni all’avanguardia e distributore specializzato a valore aggiunto di prodotti hardware e software ad alto grado di innovazione, dedicati alla Comunicazione Visiva e applicazioni collegate.
3G Electronics offre progettazione ad hoc, consulenza, fornitura, servizi a supporto di progetti aventi al centro la gestione ad alta qualità dell’immagine/video con eccellente rapporto prezzo/prestazioni.
Digital Signage, Editing Video, Broadcast, Control Room, Security, Large Screens, ATC, etc. sono i principali settori applicativi in cui opera 3G Electronics attraverso la fornitura di installazioni o di prodotti hardware e software per realizzare multi-display (local o remote), largescreen/touchscreeen e digital video professionale e broadcast.
Presentiamo la Famiglia Serie Matrox LUMA e serie LUMA Pro. Con questi dispositivi gestisci applicazioni desktop 8K HDR. Con la serie Matrox LUMA crea videowall basati su IP con la serie Matrox LUMA Pro sincronizzi e combini le uscite di più schede su una singola superficie di visione.
In particolare LUMA Pro viene utilizzata per le sale di controllo per la visualizzazione multimonitor video e video Wall dove la decodifica di apparati convert IP consente la gestione di segnali HDMI SDI 12g o HD base T connessi allo switch in fibra oppure in rame. Questi dispositivi garantiscono la trasmissione di segnali a bassissima latenza, 4 millisecondi e ad altissima qualità non compresso o lossless.
Leading Technologies al MIR 2024: novità LEDwall con finitura legno e gomma, trattamento acustico Caimi, controllo luci e tende Lutron, schermi interattivi Starboard, audio SE Audio Technik, Beyerdinamic e TW Audio, evacuazione LDA e gestione contenuti Atlas.
Marco Porro ci accompagna in un tour nello stand Leading Technologies in occasione del MIR 2024.
MIR di Rimini 2024 è l’occasione per presentare tutte le novità del catalogo Leading Technologies. Tutta una serie di marchi e tecnologie nuove.
Partiamo dalla parte ledwall, in particolare abbiamo una novità assoluta che è un ledwall con una finitura tipo legno, perfetto per applicazioni particolari come reception o comunque pareti dove si vuole un certo tipo di impatto. Poi abbiamo quello in gomma, utile per fare forme di qualsiasi tipo. Anche questa è un po’ la novità. Inoltre presentiamo tutta una serie di tecnologie nuove a partire dalla parte di trattamento acustico con i pannelli della Caimi al controllo luci e tende con la parte di Lutron che sono appositamente
studiati per appunto controllare e avere una miglior utilizzo di luci e tende. Naturalmente il
controllo viene tutto gestito dal mondo Extron che viene si integra perfettamente con queste tecnologie. Poi abbiamo anche la lo schermo interattivo della Starboard come punto di visione di questo mondo.
Passiamo al terzo lato dello stand. Qui torniamo in un mondo dedicato più all’audio diffusione e parliamo di tre marchi che abbiamo acquisito. SE Audio Technik che già era catalogo comunque da qualche anno, Beyerdinamic, che è un ritorno
graditissimo, di qualità, nel mondo cuffie e microfoni e poi abbiamo i prodotti della TW Audio che è un marchio nuovo, tedesco, appena arrivato. Un marchio di alta qualità e con dei prodotti molto interessanti.
In quest’ultima parte dello stand entriamo nel mondo, sempre dell’audio video, ma più che altro nel mondo della gestione della comunicazione. Quindi al di là di casse da controsoffitto della Atlas, un marchio nuovo che abbiamo a catalogo, abbiamo un sistema di evacuazione della LDA e la parte gestione dei contenuti sia Evac che di servizio. Sono sistemi di comunicazione in grande scala, multi zone, sempre della Atlas.
Qui abbiamo tutto il mondo che riguarda tutto quello che è Educational, Corporate, Government. Di rilievo è il sistema di DSP della Atlas che gestisce appunto messaggistica e comunicazione nei grandi ambienti. Ha un software completo e efficiente.
Il MIR è l’occasione per presentare la grande offerta di Leading Technologies.
Trans Audio Video al MIR 2024 presenta soluzioni broadcast con regia all-in-one Newtech Vizrt, PTZ Canon e Sony FR7, sistemi LIFT 25 Cartoni, monitor registratori Atomos Camera to Cloud, sistemi di trasmissione Hollyland 4K, microfoni wireless e intercom, prompter Videndum e illuminazione Light Panels a LED RGB.
Marco Brighel ci accompagna in un tour nello stand TAV in occasione del MIR 2024.
Ecco quanto ci ha detto: “Dopo qualche anno Trans Audio Video torna al MIR di Rimini. Una fiera sicuramente interessante che vediamo in crescita. Abbiamo deciso di portare qui quelle che sono le nostre soluzioni di applicazioni forse un po’ più broadcast che però sicuramente hanno delle dell’interesse anche nel settore del Live Entertainment.
Abbiamo portato la regia all in one di Newtech Vizrt con quelli che sono tutti gli ultimi aggiornamenti, quindi con la possibilità di gestire direttamente, dal pannello di controllo, anche le nostre soluzioni PTZ ed in particolare tutta la serie di PTZ della Canon declinate nelle versioni da 2/3” e da 1” che sono ora aggiornate con i nuovi software di auto tracking e di loop per creare anche delle scene più complesse.
Insieme a Canon abbiamo portato anche la FR7 Sony che è una PTZ innovativa in quanto dotata di un sensore Full Frame e di ottiche intercambiabili, quindi per applicazioni anche in stile cinematografico. I sistemi PTZ li abbiamo installati sopra I LIFT 25 di Cartoni che sono delle colonne motorizzate che permettono, anche tramite un pratico telecomando, di poter essere posizionate alle altezze desiderate o anche come nel caso dei sistemi Canon con delle barre per poter montare anche due o tre PTZ contemporaneamente anche con montaggio a soffitto.
Unitamente ai sistemi PTZ abbiamo portato anche la nuova linea Atomos denominata camera to Cloud quindi i ben noti monitor registratori migliorati molto nella parte sia di monitoria che di Codex di registrazione. Adesso sono diventati Connector quindi permettono di utilizzare il una connessione WiFi per trasmettere le clip e i file direttamente o in streaming live o su cloud per la condivisione in tutte le parti del mondo.
Nello stand ci sono anche i sistemi di trasmissione audio video di Hollyland, ora in 4K e sempre di Hollyland abbiamo anche la parte di microfonia wireless e i sistemi Intercom che permettono di lavorare senza Hub. Anche, quindi, solo direttamente con le cuffie fino a otto Cuffie. Possono addirittura andare su ethernet in modo da creare un Intercom anche tra città diverse.
Poi abbiamo le soluzioni del gruppo Videndum con i nuovissimi prompter. Sistemi estremamente versatili che vengono forniti in dei Kit completi di tutto per poter essere montati tanto su cavalletto, quindi con camere, quanto addirittura indipendentemente dallo specchio a terra.
Con nuovi software, abbiamo quelli che sono i sistemi di illuminazione Light Panels a led ovviamente RGB con i nuovi sistemi hard con una potenza di emissione molto molto maggiorata e tra l’altro di Light Panels a brevissimo, nel prossimo NAB, presenteremo delle importanti novità”.
Un’attenta fase di analisi, per definire il nuovo Headend Live OTT di Mediaset. I team delle diverse Direzioni coinvolte e di Video Progetti hanno avviato una proficua ed intensa opera di collaborazione, per realizzare un impianto che rappresenta un fiore all’occhiello dell’innovazione tecnologica, sia per il gruppo editoriale che per il system integrator. Punti di forza sono la qualità a 1080p 50/fps, un’elevata affidabilità e flessibilità operativa e una proiezione verso il futuro, con la prevista migrazione verso l’IP ST-2110 che caratterizza già buona parte dell’infrastruttura tecnologica di Mediaset.
Testi e foto: Antonio FRANCO
La Content Production, così come la Content Delivery, ha subito e continua a subire notevoli evoluzioni. L’obiettivo è conseguire il miglior risultato possibile, in termini di gradimento e quindi di performance di audience, che si traduce nel successo del modello, o dei modelli, di business che si pianificano. D’altronde, è ormai un dato di fatto che bisogna inseguire l’utente, differentemente da come avveniva diversi anni fa, dove era il telespettatore ad adattarsi al sistema di delivery del broadcaster per seguire il proprio programma preferito. Oggi l’offerta è notevolmente mutata, sia per numero di canali, sia per tipologie di contenuti, oltre che per le modalità di fruizione e le tipologie di device: pc, tablet, smartphone o televisori, che a loro volta sono basati su differenti sistemi operativi e prevedono differenti modalità di impaginazione, standard e anche formato di visualizzazione passando, ad esempio, dal 16:9 al 9:16. Ecco quindi che la tecnologia assume, ancora una volta, il ruolo di fattore strategico per un gruppo editoriale che vuole raggiungere spettatori sempre più bisognosi di contenuti e disposti a fruirli su su ogni tipologia di device connesso alla rete . Come si può infatti vedere dai dati di mercato, le più importanti multinazionali del settore stanno continuamente incrementando la propria capacità di offerta, pianificando notevoli investimenti nelle produzioni originali, oltre che nell’acquisizione dei diritti di produzioni esterne, per essere sempre più competitivi sul mercato. Parliamo di Netflix, Disney, Warner e Amazon – solo per fare dei nomi – oltre che degli stessi broadcaster tradizionali.
MEDIASET HEADEND OTT
E la qualità e la facilità di fruizione dei contenuti è direttamente legata all’innovazione del progetto e all’efficienza che le tecnologie integrate nel sistema sono in grado di garantire in termini di qualità management e delivery per consentire un’adeguata capacità di competizione sul mercato.
Mediaset, oggi Gruppo MFE-Media For Europe, ha da sempre puntato sull’innovazione tecnologica come elemento strategico. Basti pensare che già nel 2010 è stata tra le prime aziende del settore a dotarsi di collegamenti in fibra con il sistema RAV (Rete Alta Velocità) tra i vari campus, piuttosto che di una delle primissime newsroom digitali che sotto la direzione di Mario Giordano produceva Studio Aperto, il TG di Italia 1. Oggi, con una ramificata e completa infrastruttura full-IP in standard IP-2110 e con connessioni a elevata capacità tra tutti i suoi centri di produzione, il gruppo di Cologno Monzese risulta essere tra i più tecnologicamente avanzati a livello europeo e non solo. E, a sottolineare quanto i nuovi media e le innovative modalità di delivery siano poste sotto la massima attenzione dal gruppo MFE, basti ricordare i dati che la stessa azienda ha comunicato: “Il 2023 è stato per Mediaset un anno record anche per gli ascolti digital (tv connesse, Pc, device mobili): dal 2022, in un solo anno, sono raddoppiati. Mediaset è il primo editore italiano per i consumi non lineari: quasi 4,4 miliardi di video visti. Rispetto allo scorso anno l’incremento certificato è del +40.6% di tempo dedicato alla visualizzazione di contenuti Mediaset”.
UN HEADEND OTT IPER-PERFORMANTE
Mediaset si era dotata di un primo sistema di play-out per le reti tematiche, a cavallo del primo decennio del nuovo secolo. Le esigenze erano legate sia ai nuovi canali che è stato possibile realizzare con il passaggio alla trasmissione digitale terrestre, sia a quella che poi sarà lo sviluppo di Mediaset Infinity. Circa due anni fa si è poi ripresentata l’esigenza di dover trasmettere dei contenuti sportivi con una migliore qualità rispetto a quanto previsto fino ad allora. Video Progetti al tempo ha così realizzato una prima implementazione di un sistema headend OTT in Cloud, previsto inizialmente per il disaster recovery e poi, grazie alle caratteristiche delle applicazioni AWS Elemental (, fu possibile utilizzare nella codifica per la distribuzione main di segnali 1080p a 50/fps Da questa prima esperienza di successo si è così deciso di porre le basi per realizzare il nuovo sistema “Headend Live OTT” del gruppo. Un impianto ibrido on-prem & cloud, in grado di gestire segnali 1080p a 50/fps e di rispondere adeguatamente alle accresciute esigenze sia di business sia editoriali che nel frattempo erano maturate. Il tutto guardando ovviamente al futuro che, tradotto, “vuol dire grande flessibilità e scalabilità, massima affidabilità, facilità di migrazione verso lo standard IP ST-2110” come ha evidenziato Federico Stango, Project Manager di Video Progetti.
Il progetto in questione è stato sviluppato su due sistemi, uno installato al TOC di Segrate e l’altro a Cologno Monzese, che vanno oltre la logica del dei sistemi ridondati in main e back-up operando sempre attivi e sincronizzati tra loro e consentendo di poter distribuire l’operatività di tutti o di singoli canali da ognuna delle due location di Cologno e Segrate. Come tutti i sistemi con queste elevate caratteristiche di continutà di servizio, tutto è ridondato in ogni punto della filiera per entrambi i sistemi. Il disaster recovery è localizzato nella sede di Segrate, che provvede ad alimentare il Cloud di AWS.
Come si può vedere dallo schema pubblicato nell’articolo, dove tutto è chiaramente rappresentato e perfettamente comprensibile, si possono individuare facilmente i diversi elementi che compongono i due sistemi, totalmente equivalenti tra loro. In testa troviamo le matrici Grass Valley SDI, modello Sirius 830, che integrano anche un sistema di multiviewer. Proseguendo, vediamo le icone di colore arancione che evidenziano i vari moduli Elemental AWS; in azzurro sono rappresentati, invece, i moduli Unified Streaming Origin. I quattro elementi in nero rappresentano le componenti della Telestream, dedicati in particolare al monitoring; infine, in verde, troviamo gli elementi Nginx, soluzioni open-source dedicate al proxy. I due moduli Elemental Conductor, presenti ovviamente in ognuno dei due sistemi e sincronizzati tra loro, sono dedicati al Management della piattaforma.
Nell’improbabile caso in cui nessuno dei due Conductor risultasse operativo, pur perdendo delle funzioni secondarie, gli Elemental Live sarebbero comunque in grado di operare senza alcun problema operativo per la normale e consueta gestione delle attività di delivery.
Va anche detto che tutti gli encoder Elemental sono IP ready, discorso non secondario, dal momento che Mediaset è ormai in fase di completamento della propria infrastruttura IP in standard ST-2110 e che quindi nel corso dell’anno anche il progetto di OTT che stiamo descrivendo sarà aggiornato per essere conforme con tutto il resto dell’infrastruttura. Il progetto è stato implementato nel giro di circa un mese, seppur abbia richiesto più tempo per le dovute analisi e valutazioni, volte a definire le caratteristiche che potessero rispondere al meglio alle esigenze del gruppo editoriale. Tutte le attività di analisi, progettazione e realizzazione sono state favorite da un particolare clima di positiva e aperta collaborazione che, come hanno evidenziato i diversi componenti del team di Mediaset e di Video Progetti, hanno rappresentato un’esperienza professionale e soprattutto umana non sempre riscontrabile in altre occasioni.
LE INTERVISTE
LUCA POLONI – MEDIASET – GROUP CHIEF TECHNOLOGY OFFICER
LUCA POLONI – MEDIASET – GROUP CHIEF TECHNOLOGY OFFICER
Quali erano le premesse che vi hanno portato a definire questo nuovo progetto?
L’esigenza di Mediaset era quella di rafforzare la propria proposizione di valore sugli ambiti di distribuzione live del mondo digitale. Ovviamente, le piattaforme digitali e la nostra piattaforma Mediaset Infinity sono sempre più centrali all’interno della nostra strategia di distribuzione dei contenuti. Quindi era necessario per Mediaset fare un upgrade tecnologico che consentisse un allineamento alle best-practice del mercato in termini di qualità di fruizione. Era necessario, inoltre, un aggiornamento anche degli elementi tecnologici legati alla possibilità di erogare attraverso due catene parallele, per gli indubbi vantaggi di ridondanza, di backup e gestione del rischio.
La qualità rimane il punto centrale, dovendo anche trasmettere eventi sportivi, giusto? Full-HD 1080/50p su tutti i canali, quindi?
Il tema della qualità è centrale nel rafforzamento della nostra proposizione sul digitale. Certamente riferita agli eventi live, non solo sportivi, perché la nostra offerta di intrattenimento beneficia del Full-HD 1080/50p, che è un formato che dà un miglioramento di qualità dell’immagine straordinario. Particolarmente apprezzabile negli eventi live sportivi ma a beneficio di tutti gli eventi live.
Chiaramente, la sicurezza in questo caso è fondamentale. Su cosa avete puntato per avere la continuità di servizio, in ogni situazione?
Noi abbiamo organizzato la nostra infrastruttura su due centri; due linee di erogazione parallele e totalmente scambiabili tra loro, anche in corso di erogazione. Abbiamo individuato nel Cloud l’opzione del disaster recovery. Ma il potenziamento del Cloud ci permette anche di poter offrire canali temporanei o canali a evento. L’offerta, quindi, può essere scalata con molta più facilità e rapidità, anche per rispondere meglio alle esigenze di business.
Come mai avete scelto Video Progetti come system integrator?
Con Video Progetti abbiamo una lunga tradizione di partnership, i nostri scambi sono continui e con la tecnologia di Elemental Video Progetti ha saputo individuare la soluzione di cui avevamo bisogno. La combinazione con AWS è stata sicuramente un fattore di successo.
Quali sono i fattori di valore che riconosci a questo system integrator?
Il valore principale è la conoscenza del mondo Mediaset e delle nostre esigenze. Loro sono sul mercato da tanto tempo e sono in grado di portarci quelle che sono le soluzioni di frontiera che oggi sono presenti sul mercato. Dal punto di vista delle professionalità, sicuramente sono competenti nel nostro mondo, che non è una caratteristica così diffusa vista la verticalità delle soluzioni che implementiamo.
Cosa ti ha dato maggior soddisfazione, nella realizzazione di questo progetto?
Sicuramente il poter vedere gli eventi di Champions League trasmessi con questo alto livello di qualità. Oggi dal mio punto di vista, il luogo migliore per poter vedere una partita di Champions, collegati in rete, è sicuramente Mediaset Infinity.
MAURIZIO RAFFAELI – MEDIASET – RESPONSABILE TECNOLOGIE BROADCAST TV
MAURIZIO RAFFAELI – HEADEND OTT MEDIASET-4-3
Che tipo di architettura è stata definita?
Abbiamo creato un’architettura all’avanguardia. È un’architettura distribuita: non è basata su un solo centro o su una sola server room; ma distribuita su più centri, su diverse server room presenti in azienda. Questo consente di avere una maggiore ridondanza e affidabilità del sistema; sono presenti varie componenti sincronizzate che dialogano tra loro e, che possono garantire oltre che un’elevata qualità video, anche un’elevata affidabilità.
Parliamo di Cloud: avete previsto una soluzione ibrida. Perché e come è stata definita?
Al giorno d’oggi, il Cloud, è sicuramente una componente che fa parte della tecnologia di un broadcaster. Per il nostro use-case specifico, prevedere tutte le infrastrutture sul Cloud sarebbe stato controproducente, ma l’abbiamo sfruttato in maniera opportunistica per permettere la scalabilità dei canali e per il disaster recovery. Tutti i nostri canali oggi sono in Full-HD 1080/50p; possiamo anche spaziare su differenti codec video per permettere l’accesso ai nostri servizi a quanti più device possibili e abbiamo utilizzato il Cloud per il disaster recovery per ogni canale. Parlando di cloud per i programmi di punta è previsto un Cloud, definiamolo caldo, che è sempre attivo e sul quale possiamo quindi switchare i nostri servizi all’istante; per tutti gli altri use case abbiamo programmato, invece, un Cloud freddo attivabile a fronte di diverse esigenze.. Penso che questo sia oggi il miglior modo per sfruttare questa tecnologia : aiuta a non appesantire l’infrastruttura interna, include e perfeziona le strategie di disaster recovery, di scalabilità e di risposta alle specifiche esigenze di business, quali potrebbero essere l’apertura di un canale temporaneo o ad evento, con tempistiche molto strette, riducendo i tempi di tutta la filiera di approvvigionamento
Parliamo di versatilità e flessibilità della configurazione del sistema?
Per quanto riguarda la flessibilità del sistema, bisogna parlare dell’architettura che abbiamo introdotto. Si tratta di un sistema 1+1 distribuito su due sedi Mediaset. Queste due infrastrutture possono erogare sia in parallelo, sia in modo bilanciato. Quindi erogare il flusso di streaming, per alcuni canali da Cologno Monzese e di altri canali da Segrate; oppure concentrare un maggior numero di profili video sul singolo device. Una volta analizzati e rilevati i device più ricettivi e che sfruttano più banda grazie ai nostri sistemi di monitoraggio, possiamo decidere se bilanciare o diversificare questo carico di lavoro sui due centri di produzione in maniera parallela e non.
Una tua conclusione alla fine di questa importante esperienza?
Un’esperienza che io definisco unica, sotto l’aspetto del team building. Ho avuto l’onore e il piacere di collaborare con il team Operations di Business Digital e con i nostri team interni, tutti molto sinergici tra loro. Questa, secondo me, è la parte più importante di un progetto: lavorare insieme, come se fossimo una squadra che all’unisono si muove verso un obiettivo.
Stefano BOSSI – MEDIASET – IT ENGINEER DESIGNER
STEFANO BOSSI – IT ENGINEER DESIGNER MEDIASET
Il Live Headend OTT è un sistema che richiede una particolare infrastruttura tecnologica. Cosa avete progettato per questo specifico tipo di applicazione?
Il nuovo live Headend è stato progettato puntando al massimo livello di ridondanza possibile, per quello che offre la tecnologia oggi. Ha tutta una serie di ridondanze intrinseche e incroci, che permettono il default di parti di sistema senza che le Operations debbano intervenire; inoltre, in caso di estrema emergenza, è prevista una ridondanza di tutto il sistema. Parliamo di due impianti completamente sincronizzati e un impianto di disaster recovery, on Cloud, tutti sempre attivi, in modo che possano garantire il massimo della fruibilità del servizio, senza alcuna interruzione, in ogni momento.
Quali sono state le problematiche più importanti che avete dovuto affrontare?
Questa è una domanda molto interessante perché in questo momento siamo in una fase di evoluzione tecnologica piuttosto importante nel mondo del broadcast. L’impianto è stato basato su tecnologia HD-SDI. In futuro, (in verità a breve visto che le previsioni sono per l’arco dell’anno), si userà la distribuzione dei segnali in ST-2110; per questo la progettazione è stata predisposta per un passaggio seamless verso il nuovo standard IP.
Questo offre anche dei vantaggi molto importanti, in termini di gestione e flessibilità operativa?
La battuta che spesso ci diciamo tra tecnici e che: “Con questo tipo di tecnologia, si può prendere un segnale da uno studio di Roma e inviarlo su un Headend, con quattro semplici click su un software”. Ovviamente questa è una battuta che però dà l’idea di quanto la tecnologia sia flessibile. Mi riferisco soprattutto all’utilizzo in ambiente IP ST-2110.
Come avete scelto i prodotti da integrare?
L’infrastruttura è basata su encoding Elemental che offre il vantaggio di avere il corrispettivo on-Cloud; un impianto di virtualizzazione basato su proxy box on-prem; Unified Streaming come re-multiplexer ed encryptor; abbiamo a disposizione un nutrito numero di DRM, (la Champions, ad esempio, siamo obbligati a distribuirlo solo in modo criptato); e poi, tecnologie appartenenti al mondo IT che vengono però utilizzate in modo che abbiano le performance richieste dal mondo broadcast quali, ad esempio Caching Nginx, bilanciatori IT standard e, non meno importante, l’utilizzo di Content Delivery Network.
Come siete andati avanti nella progettazione e come vi siete rapportati con il system integrator?
Il system integrator è stato una scelta valutata molto attentamente, perché è fondamentale nella progettazione di questo tipo di impianti; e non solo per la progettazione, ma anche per la gestione successiva, per i problemi che si possono verificare, piuttosto che per l’interfacciamento verso i vendor e quant’altro possa servire per far sì che tutto funzioni, anche negli anni a venire.
PAOLO SCHILLACI – MEDIASET – MANAGEMENT OF DIGITAL TV HEADEND PLATFORMS ENGINEERING
MEDIASET HEADEND OTT
Possiamo dire che la qualità è stata la sfida più importante per questo sistema?
La qualità ha effettivamente guidato la scelta di dotarsi di una nuova piattaforma di streaming. Il punto fondamentale che ha motivato tutto il progetto è stato quello di voler dare più qualità ai canali di Infinity. Questo è stato realizzato con la consapevolezza di dover fornire soprattutto qualità relativa al formato video e quindi, quello che abbiamo fatto, è stato convertire tutti i canali dedicati alla trasmissione della Champions League in Full-HD 1080/50p. Abbiamo poi pensato di allargare questo tipo di formato anche ai canali generalisti.
Quindi, grande versatilità della configurazione del sistema?
Esatto; la versatilità ci è servita e ci servirà, perché noi rivolgiamo il nostro target a device molto variegati. Il nostro obiettivo è quello di atterrare su più piattaforme possibili in termini di device. La scelta fatta insieme a Video Progetti, è stata quella di avere una soluzione che ci consentisse, in maniera rapida ed efficace, di poter essere compatibili con il maggior numero di device.
Qual è stata la road map della realizzazione del sistema?
La road map tecnologica è stata quella di voler partire al giorno stabilito, con il formato Full-HD 1080/50p, sui tre canali generalisti (Rete4, Canale 5, Italia 1), sul 20 e sui canali dedicati alla trasmissione della Champions League. Oltre a questo, abbiamo introdotto delle migliorie relativamente alla qualità video, che ci fornisce la tecnologia di Elemental, che con l’algoritmo QVBR consente di ottimizzare la compressione in funzione della banda e della qualità richiesta.
Sviluppi futuri per questo sistema a breve o medio termine?
Lo sviluppo futuro riguarda sempre la qualità video, per andare a ottimizzare al massimo i parametri delle codifiche e rendere il video nella migliore qualità possibile, a parità di banda utilizzata. Abbiamo anche altre ambizioni che sarebbero quelle di andare su codec ancora più efficienti, per aumentare la qualità in funzione della banda disponibile. E, in secondo luogo, garantire una modalità di trasmissione low-latency, in modo che si avvicini a quello che è la latenza di altre piattaforme, come ad esempio, il digitale terrestre.
Per quelli che sono gli indirizzi di Mediaset, ci sarà poi anche un’evoluzione verso lo standard IP 2110?
Questa è un’altra sfida che affronteremo a breve. Perché avremo una migrazione di tutto quello che era il mondo SDI verso il mondo ST-2110. Nell’ambito del progetto che abbiamo realizzato, abbiamo scelto comunque una soluzione che sia già oggi compatibile con questo standard. Abbiamo, inoltre, realizzato una serie di test, per capire quale fosse il modo migliore per approcciare il problema.
MARCO GORNI – MEDIASET – HEAD OF OTT AND MARKETING SYSTEMS & CERTIFICATION LAB
MARCO GORNI – HEAD OF OTT AND MARKETING SYSTEMS & CERTIFICATION LAB MEDIASET
Come responsabile della direzione Sistemi OTT e Marketing, quali sono state le competenze del tuo team relativamente a questo progetto?
Il mio team è stato coinvolto in diverse fasi del progetto. Siamo stati ingaggiati in più ambiti: dalla requisitazione delle esigenze dei business, al coordinamento delle aree tecniche, abbiamo messo a disposizione le competenze di ingegneria per tutta la parte di integrazione con la piattaforma di servizio, , fino a tutte le attività di certificazione delle funzionalità video, all’interno delle applicazioni di Mediaset Infinity. Abbiamo un laboratorio interno che testa le applicazioni fino alla messa in produzione.
Quali test vengono effettuati all’interno del sistema?
Siamo concentrati e committati sulla misurazione costante della qualità dell’esperienza video dei nostri utenti. Siamo, quindi, attrezzati con tecnologia e strumenti che permettono di monitorare costantemente i principali KPI di qualità dell’esperienza video in un processo di continuous improvement della qualità (monitoraggio e misurazione, identificazione opportunità di miglioramento, pianificazione e implementazione). Questo significa che continuiamo a lavorare per ottimizzare le configurazioni e per verificare che le funzionalità di consumo video siano erogate correttamente sulle varie piattaforme. Facciamo test di natura funzionale, abbiamo implementato processi di automatic testing. Ci avvaliamo, inoltre, di campagne di crowdtesting per andare a testare sul territorio italiano ma anche estero. Abbiamo la responsabilità di validazione di tutte le piattaforme e dispositivi sulle quali Mediaset Infinity è attualmente disponibile.
Qual’è la valenza della qualità all’interno di questo processo e quali problematiche riscontrate solitamente?
La qualità è un fattore chiave da monitorare sull’intero l processo. Dall’ingegneria di piattaforma, alla configurazione “fine tuning” degli impianti, fino alla qualità del consumo finale dell’utente. . Dotarsi di strumenti per valutare la qualità dell’esperienza è l’unico modo per poter capire cosa esattamente sta succedendo sui dispositivi degli utenti, che è il risultato finale di una combinazione di fattori che hanno attraversato l’intera catena. Per far questo dobbiamo monitorare KPI di erogazione di servizio, analizzare le misurazioni, comprendere e identificare sintomi e la loro natura e risalire la catena identificando, possibili evolutive e risoluzioni di problematiche. Questo è l’unico modo per avere una piattaforma sempre all’avanguardia, sia a livello tecnologico sia per soddisfare le aspettative dell’utente.
Qual è il vostro livello di soddisfazione relativamente al supporto ricevuto dai partner?
Siamo molto soddisfatti del supporto che ci danno e vivono con noi questa costante sfida. Capiscono quali siano le nostre esigenze, ci supportano con esperienza e professionalità ad affrontare nuove sfide, nuovi eventi come le partite di Champions League, per le quali dobbiamo garantire un servizio di qualità ai nostri utenti. Mantenere una value proposition digitale di qualità e mantenerla all’avanguardia è la sfida che dobbiamo tenere presente tutti i giorni, come impegno nei confronti dei nostri utenti
Mario AILANO – MEDIASET – HEAD OF BROADCAST DIGITAL PLATFORMS
MARIO AILANO – MEDIASET – HEAD OF BROADCAST DIGITAL PLATFORMS
Mario questo, dopo dieci anni dal primo play-out delle reti tematiche, è il nuovo sistema OTT di Mediaset. Cosa è cambiato in questi dieci anni?
Sono cambiate davvero tante cose. Quando siamo partiti avevamo i canali Premium di Mediaset ed eravamo già dotati di un sistema all’avanguardia. Nel frattempo sono cambiate le soluzioni, i device e la qualità che l’utente si aspetta di ricevere. Oggi siamo dotati di un Headend nuovo che ci abilita a poter proporre tutti i canali di Mediaset, su Infinity, in alta definizione.
Quindi, in realtà, cosa avviene in questa sala?
In questa sala noi controlliamo tutte le erogazioni del servizio. Abbiamo la possibilità di vedere la delivery, fino all’utente, la contribuzione da parte dei play-out di Mediaset, la consegna del segnale video e la sua compressione. Controlliamo, con le monitorie che abbiamo a disposizione, come sta performando la piattaforma. Il modello è un po’ cambiato rispetto a quello che avveniva con il satellite e il digitale terrestre, dove il segnale era un video unico che arrivava a casa degli utenti. Con l’OTT tutto è più complesso perché è come se controllassimo la telemetria del sistema.
Parliamo di analisi dei flussi, quindi…
Analisi dei flussi, analisi dei log; abbiamo tutta una serie di dati che ci danno, in maniera puntuale, la salute del sistema.
Vi danno anche una valutazione della qualità e della continuità del servizio?
Abbiamo l’opportunità, grazie a diversi plug-in di monitoria, integrati, di controllare sia la qualità che arriva a casa dell’utente sia l’efficienza delle macchine che oggi sono a disposizione. E l’infrastruttura è distribuita ed è capace di erogare i servizi da siti e zone diverse. Abbiamo sempre sotto controllo l’efficienza delle nostre macchine e dell’intera infrastruttura.
L’operatore che opera sul sistema, quali competenze ha e cosa fa esattamente?
Ha innanzitutto un ruolo di monitoraggio. Ha a disposizione una serie di tools e di monitorie che raggruppano tutti questi servizi e gli mostrano una rappresentazione di quella che è la “salute” del sistema. Ha delle competenze difficili da trovare sul mercato, perché sono competenze che riguardano non solo la parte IT; deve, infatti, anche sapere come funziona la televisione e deve conoscere le caratteristiche del flusso video.
Un elemento importante per la gestione di questo tipo di sistema è sicuramente la formazione?
Giusta osservazione. L’OTT è un mondo fluido, in continuo cambiamento. Anche gli operatori sono costretti ad adattarsi. Questo è per noi un valore importante. Anche la formazione viene, quindi, customizzata. Video Progetti, unitamente alla nostra Direzione Tecnologie, ci ha aiutato a definire un corso di formazione su misura, per poter consentire all’operatore di lavorare nella gestione dei vari tools e dei sistemi di monitoring.
FRANCESCO STRUZZI – VIDEO PROGETTI – SALES DIRECTOR
FRANCESCO STRUZZI – VIDEO PROGETTI – SALES DIRECTOR
Francesco, come parte questo progetto dell’Headend OTT per Mediaset?
La collaborazione con Mediaset, , nel contesto OTT è iniziata nel 2022 L’OTT è per noi core business e nel corso di quell’anno abbiamo realizzato per Mediaset un’infrastruttura completamente in Cloud, utilizzando le nostre risorse interne e in collaborazione con il nostro partner AWS. Questa prima soluzione aveva permesso a Mediaset, nel giro di qualche settimana, di distribuire dei contenuti sportivi, dei quali avevano acquisito i diritti.
Quali prodotti e brand avete integrato per questo nuovo sistema Headend OTT?
Per questo impianto Mediaset ci ha spinto a utilizzare tutta una serie di prodotti che sono specifici per ogni step della catena di delivery. Abbiamo integrato prodotti della Grass Valley per ciò che riguarda l’instradamento; e poi una serie di prodotti specifici per la distribuzione dei contenuti per la delivery OTT: parliamo degli encoder AWS Elemental, delle sonde di monitoring Telestream, e poi anche del’Origin di Unified Streaming. Questi sono brand che sviluppano soluzioni dedicate all’OTT, in particolare gli ultimi due che ho menzionato. È stata fatta una scelta tier one che consente al cliente di conseguire la massima soddisfazione per ciò che riguarda i prodotti utilizzati.
Qual è, per voi, il valore di questa esperienza?
Si è sviluppata una fantastica esperienza di collaborazione tra il gruppo di lavoro di Video Progetti e quello di Mediaset. Si sono raggiunti ottimi risultati e la collaborazione ha concesso di passare al next step. Dal dialogo e dalle analisi congiunte si è creato qualcosa di nuovo, rispetto a quello che si poteva ottenere lasciando lavorare i team separatamente. Ognuno ha portato del valore aggiunto nel corso dello sviluppo del progetto. La collaborazione è stata sicuramente uno dei fattori fondamentali per raggiungere il miglior risultato.
Una case history di successo, quindi?
Sì, siamo molto soddisfatti del risultato perché il progetto è stato realizzato nei tempi definiti, con la piena soddisfazione da parte di Mediaset che ha raggiunto gli obiettivi prefissati anche in termini di qualità. Inoltre, ora ha a disposizione un sistema future-proof, in grado di poter adottare e integrare le future tecnologie, senza dover stravolgere l’impianto. Siamo contenti del lavoro fatto e ci auguriamo che si possa continuare con questa proficua collaborazione.
Un’attenta fase di analisi, per definire il nuovo Headend Live OTT di Mediaset. I team delle diverse Direzioni coinvolte e di Video Progetti hanno avviato una proficua e intensa opera di collaborazione, per realizzare un impianto che rappresenta un fiore all’occhiello dell’innovazione tecnologica, sia per il gruppo editoriale sia per il system integrator. Punti di forza sono la qualità a 1080p 50/fps, un’elevata affidabilità e flessibilità operativa e una proiezione verso il futuro, con la prevista migrazione verso l’IP ST-2110 che caratterizza già buona parte dell’infrastruttura tecnologica di Mediaset.
FRANCESCO STRUZZI – VIDEO PROGETTI – SALES DIRECTOR
Francesco, come parte questo progetto dell’Headend OTT per Mediaset?
La collaborazione con Mediaset, in questa specifica area operativa, è in realtà iniziata l’anno precedente.
Quest’area è per noi core business e, nel corso del 2022, avevamo già realizzato un’infrastruttura completamente in Cloud, utilizzando le nostre risorse interne e in collaborazione con il nostro partner AWS. Questa prima soluzione aveva già permesso a Mediaset, nel giro di qualche settimana, di distribuire dei contenuti sportivi, dei quali avevano acquisito i diritti.
Quali prodotti e brand avete integrato per questo nuovo sistema Headend OTT?
Per questo impianto, Mediaset ci ha spinto a utilizzare tutta una serie di prodotti, che sono specifici per ogni step della catena di delivery.
Abbiamo integrato prodotti della Grass Valley, per ciò che riguarda l’instradamento; e poi una serie di prodotti specifici per la distribuzione dei contenuti per la delivery OTT: parliamo degli encoder Elemental AWS,delle sonde di monitoring Telestream, e poi anche del’Origin di Unified Streaming.
Questi sono i brand che sviluppano soluzioni dedicate all’OTT, in particolare gli ultimi due che ho menzionato.
È stata fatta una scelta di taylor one che consente al cliente di conseguire la massima soddisfazione per ciò che riguarda i prodotti utilizzati.
Qual è, per voi, il valore di questa esperienza?
Si è sviluppata una fantastica esperienza di collaborazione tra il gruppo di lavoro di Video Progetti e quello di Mediaset. Si sono raggiunti ottimi risultati e la collaborazione ha concesso di passare al next step. Dal dialogo e dalle analisi congiunte si è creato qualcosa di nuovo, rispetto a quello che si poteva ottenere, lasciando lavorare i team separatamente.
Ognuno ha portato del valore aggiunto nel corso dello sviluppo del progetto.
La collaborazione è stata sicuramente uno dei fattori fondamentali per raggiungere il miglior risultato.
Una case history di successo, quindi?
Sì, siamo soddisfatti del risultato, perché il progetto è stato realizzato nei tempi definiti, con la piena soddisfazione da parte di Mediaset,che ha raggiunto gli obiettivi prefissati, anche in termini di qualità. Inoltre, ora ha a disposizione un sistema future-proof, in grado di poter adottare e integrare le future tecnologie, senza dover stravolgere l’impianto. Siamo contenti del lavoro fatto e ci auguriamo che si possa continuare con questa proficua collaborazione.
Un’attenta fase di analisi, per definire il nuovo Headend Live OTT di Mediaset. I team delle diverse Direzioni coinvolte e di Video Progetti hanno avviato una proficua e intensa opera di collaborazione, per realizzare un impianto che rappresenta un fiore all’occhiello dell’innovazione tecnologica, sia per il gruppo editoriale sia per il system integrator. Punti di forza sono la qualità a 1080p 50/fps, un’elevata affidabilità e flessibilità operativa e una proiezione verso il futuro, con la prevista migrazione verso l’IP ST-2110 che caratterizza già buona parte dell’infrastruttura tecnologica di Mediaset.
MARCO GORNI – MEDIASET – HEAD OF OTT AND MARKETING SYSTEMS & CERTIFICATION LAB
Come responsabile della direzione Sistemi OTT e Marketing, quali sono state le competenze del tuo team relativamente a questo progetto?
Il mio team è stato coinvolto in diverse fasi del progetto. Siamo stati ingaggiati in più ambiti: dalla requisitazione delle esigenze dei business, al coordinamento delle aree tecniche, abbiamo messo a disposizione le competenze di ingegneria per tutta la parte di integrazione con la piattaforma di servizio, , fino a tutte le attività di certificazione delle funzionalità video, all’interno delle applicazioni di Mediaset Infinity. Abbiamo un laboratorio interno che testa le applicazioni fino alla messa in produzione.
Quali test vengono effettuati all’interno del sistema?
Siamo concentrati e committati sulla misurazione costante della qualità dell’esperienza video dei nostri utenti. Siamo, quindi, attrezzati con tecnologia e strumenti che permettono di monitorare costantemente i principali KPI di qualità dell’esperienza video in un processo di continuous improvement della qualità (monitoraggio e misurazione, identificazione opportunità di miglioramento, pianificazione e implementazione). Questo significa che continuiamo a lavorare per ottimizzare le configurazioni e per verificare che le funzionalità di consumo video siano erogate correttamente sulle varie piattaforme. Facciamo test di natura funzionale, abbiamo implementato processi di automatic testing. Ci avvaliamo, inoltre, di campagne di crowdtesting per andare a testare sul territorio italiano ma anche estero. Abbiamo la responsabilità di validazione di tutte le piattaforme e dispositivi sulle quali Mediaset Infinity è attualmente disponibile.
Qual è la valenza della qualità all’interno di questo processo e quali problematiche riscontrate solitamente?
La qualità è un fattore chiave da monitorare sull’intero processo. Dall’ingegneria di piattaforma, alla configurazione “fine tuning” degli impianti, fino alla qualità del consumo finale dell’utente. . Dotarsi di strumenti per valutare la qualità dell’esperienza è l’unico modo per poter capire cosa esattamente sta succedendo sui dispositivi degli utenti, che è il risultato finale di una combinazione di fattori che hanno attraversato l’intera catena. Per far questo dobbiamo monitorare KPI di erogazione di servizio, analizzare le misurazioni, comprendere e identificare sintomi e la loro natura e risalire la catena identificando, possibili evolutive e risoluzioni di problematiche. Questo è l’unico modo per avere una piattaforma sempre all’avanguardia, sia a livello tecnologico sia per soddisfare le aspettative dell’utente.
Qual è il vostro livello di soddisfazione relativamente al supporto ricevuto dai partner?
Siamo molto soddisfatti del supporto che ci danno e vivono con noi questa costante sfida. Capiscono quali siano le nostre esigenze, ci supportano con esperienza e professionalità ad affrontare nuove sfide, nuovi eventi come le partite di Champions League, per le quali dobbiamo garantire un servizio di qualità ai nostri utenti. Conservare una value proposition digitale di qualità e mantenerla all’avanguardia è la sfida che dobbiamo tenere presente tutti i giorni, come impegno nei confronti dei nostri utenti.
Un’attenta fase di analisi, per definire il nuovo Headend Live OTT di Mediaset. I team delle diverse Direzioni coinvolte e di Video Progetti hanno avviato una proficua e intensa opera di collaborazione, per realizzare un impianto che rappresenta un fiore all’occhiello dell’innovazione tecnologica, sia per il gruppo editoriale sia per il system integrator. Punti di forza sono la qualità a 1080p 50/fps, un’elevata affidabilità e flessibilità operativa e una proiezione verso il futuro, con la prevista migrazione verso l’IP ST-2110 che caratterizza già buona parte dell’infrastruttura tecnologica di Mediaset.
MARIO AILANO – MEDIASET – HEAD OF BROADCAST DIGITAL PLATFORMS
Mario questo, dopo dieci anni dal primo play-out delle reti tematiche, è il nuovo sistema OTT di Mediaset. Cosa è cambiato in questi dieci anni?
Sono cambiate davvero tante cose.
Quando siamo partiti avevamo i canali Premium di Mediaset ed eravamo già dotati di un sistema all’avanguardia.
Nel frattempo sono cambiate le soluzioni, i device e la qualità che l’utente si aspetta di ricevere. Oggi siamo dotati di un Headend nuovo che ci abilita a poter proporre tutti i canali di Mediaset, su Infinity, in alta definizione.
Quindi, in realtà, cosa avviene in questa sala?
In questa sala noi controlliamo tutte le erogazioni del servizio. Abbiamo la possibilità di vedere la delivery, fino all’utente, la contribuzione da parte dei play-out di Mediaset, la consegna del segnale video e la sua compressione. Controlliamo, con le monitorie che abbiamo a disposizione, come sta performando la piattaforma.
Il modello è un po’ cambiato rispetto a quello che avveniva con il satellite e il digitale terrestre, dove il segnale era un video unico che arrivava a casa degli utenti. Con l’OTT tutto è più complesso perché è come se controllassimo la telemetria del sistema.
Parliamo di analisi dei flussi, quindi…
Analisi dei flussi, analisi dei log; abbiamo tutta una serie di dati che ci danno, in maniera puntuale, la salute del sistema.
Vi danno anche una valutazione della qualità e della continuità del servizio?
Abbiamo l’opportunità, grazie a diversi plug-in di monitoria, integrati, di controllare sia la qualità che arriva a casa dell’utente sia l’efficienza delle macchine che oggi sono a disposizione.
E l’infrastruttura è distribuita ed è capace di erogare i servizi da siti e zone diverse.
Abbiamo sempre sotto controllo l’efficienza delle nostre macchine e dell’intera infrastruttura.
L’operatore che opera sul sistema, quali competenze ha e cosa fa esattamente?
Ha innanzitutto un ruolo di monitoraggio.
Ha a disposizione una serie di tools e di monitorie che raggruppano tutti questi servizi e gli mostrano una rappresentazione di quella che è la “salute” del sistema.
Ha delle competenze difficili da trovare sul mercato, perché sono competenze che riguardano non solo la parte IT; deve, infatti, anche sapere come funziona la televisione e deve conoscere le caratteristiche del flusso video.
Un elemento importante per la gestione di questo tipo di sistema è sicuramente la formazione?
Giusta osservazione. L’OTT è un mondo fluido, in continuo cambiamento. Anche gli operatori sono costretti ad adattarsi. Questo è per noi un valore importante. Anche la formazione viene, quindi, customizzata. Video Progetti, unitamente alla nostra Direzione Tecnologie, ci ha aiutato a definire un corso di formazione su misura, per poter consentire all’operatore di lavorare nella gestione dei vari tools e dei sistemi di monitoring.
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