INDAGINE SULLA GOVERNANCE RAI

La Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha istruito un’indagine conoscitiva sui modelli di governance e il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo italiano-RAI. Quest’indagine ha coinvolto anche enti nazionali ed europei che gravitano intorno al servizio pubblico nazionale. Gli esiti dell’indagine sono un importante contributo alla legge di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo, attualmente al vaglio del legislatore presso le competenti commissioni permanenti di Camera e Senato.

CAMERA DEI DEPUTATIย XVIII LEGISLATURA

Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Martedรฌ 2 agosto 2022
DOCUMENTO CONCLUSIVO DELL’INDAGINE CONOSCITIVA SU I MODELLI DI
GOVERNANCE E IL RUOLO DEL SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO, ANCHE CON RIFERIMENTO AL QUADRO EUROPEO E AGLI SCENARI DEL MERCATO AUDIOVISIVO

CAPITOLO 1
Genesi e finalitร  dell’indagine conoscitiva
La Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha promosso, nel corso del 2021, un’indagine conoscitiva avente ad oggetto i modelli di governance e il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo, anche con riferimento al quadro europeo e agli scenari del mercato audiovisivo.

L’indagine conoscitiva รจ stata motivata dalla necessitร  di sviluppare una riflessione sulle soluzioni da adottare per rafforzare e rilanciare la missione del servizio pubblico radiotelevisivo nell’attuale contesto multimediale, multipiattaforma e multicanale.

Uno scenario complesso e reso ancora piรน problematico dalle trasformazioni avvenute nel corso della pandemia da Covid-19, durante la quale รจ significativamente aumentata sia la platea degli abbonati alle piattaforme Over-the-top (OTT) a pagamento sia quella degli utenti dei servizi streaming non a pagamento in parallelo, ad un incremento degli investimenti, in produzioni audiovisive originali italiane da parte dei player internazionali.

In aggiunta, รจ da notare una duplice dinamica che vede, da un lato, una sempre maggior
convergenza tra le diverse piattaforme a pagamento, con l’obiettivo di offrire all’utente un unico punto di accesso per i diversi cataloghi non lineari e, dall’altro, una ancora piรน accentuata frammentazione del settore della produzione indipendente.

In tale contesto, si tratta di dare la possibilitร  al servizio pubblico non tanto o non solo di
competere nell’attuale mercato dei media quanto di continuare ad esistere.
L’indagine conoscitiva e gli esiti della stessa si pongono altresรฌ quale contributo alla legge di
riforma del servizio pubblico radiotelevisivo, attualmente al vaglio del legislatore presso le
competenti commissioni permanenti di Camera e Senato.

Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sono stati auditi, in ordine cronologico, i seguenti soggetti i quali hanno altresรฌ depositato contributi e documentazione di interesse:

1) ANICA โ€“ Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali,
nella persona del presidente, Francesco Rutelli (4 maggio 2021);

2) EBU โ€“ European Broadcasting Union, nella persona del direttore generale, Noel Curran (18
maggio 2021);

3) Confindustria radio televisioni, nella persona del presidente, Francesco Angelo Siddi (26
maggio 2021);

4) APA โ€“ Associazione produttori audiovisivo, nella persona del presidente Giancarlo Leone
(26 maggio 2021);

5) MIA โ€“ Mercato internazionale audiovisivo, nella persona della direttrice Lucia Milazzotto
(26 maggio 2021);

6) SIAE โ€“ Societร  Italiana degli Autori ed Editori, nella persona del vice direttore generale,
Sergio Maria Fasano, e del direttore sezione cinema Andrea Marzulli (15 giugno 2021);

7) Italian Film Commissions, nella persona del presidente, Cristina Priarone (15 giugno 2021);

8) Banijay Group, nella persona dell’amministratore delegato, Marco Bassetti, e dell’amministratore delegato di Banijay Italia, Paolo Bassetti (14 settembre 2021);

9) AGCOM โ€“ Autoritร  per le garanzie nelle comunicazioni, nella persona del Presidente, Giacomo Lasorella (5 ottobre 2021);

10) Stand by me S.r.l., nella persona dell’amministratore delegato, Simona Ercolani (9ย novembre 2021).

CAPITOLO 2
I principali temi sviluppati nel corso delle audizioni

2.1. La mission del servizio pubblico nel nuovo ecosistema dei media.

Come osservato in premessa, รจ solo partendo dalla riflessione sulla perdurante esigenza di unย servizio pubblico nel mondo dei media audiovisivi โ€“ e sui bisogni cui รจ chiamato a dare risposta โ€“ย che si puรฒ ragionare sulle caratteristiche strutturali che tale servizio deve possedere e,ย conseguentemente, sugli aspetti specifici della governance e delle risorse.ย Le ragioni che originariamente hanno legittimato il servizio pubblico โ€“ essenzialmente, la tutelaย del pluralismo in un ambito contraddistinto da scarsitร  di risorse tecniche e alti costi di produzione eย trasmissione, unitamente a considerazioni sulla particolare ยซpervasivitร ยป del mezzo โ€“ oggi non ciย sono piรน o sono molto attenuate.

Nel corso dell’indagine conoscitiva, pur nella presa d’atto delle difficoltร  sempre maggiori che รจย destinato ad incontrare il servizio pubblico, nessuno ne ha realmente messo in discussione l’utilitร  eย il ruolo.ย Nonostante le trasformazioni tecnologiche, le opportunitร  offerte dalla digitalizzazione,ย l’affermazione dei nuovi media e nonostante la presenza di emittenti televisive private che svolgonoย funzioni paragonabili a quelle previste dal contratto di servizio, si continua a ritenere che solo ilย servizio pubblico possa tutelare l’accesso universale a una programmazione di qualitร  e inclusiva, cheย rifletta gli interessi di tutti i gruppi sociali.ย รˆ questo un sentimento comune a livello europeo, come evidenziato dal direttore generaleย dell’EBU. Emblematico, in tal senso, รจ l’esito del referendum svizzero del 2018 che mirava allaย sostanziale abolizione del servizio pubblico radiotelevisivo e che รจ stato rigettato con il 71,6 per centoย dei voti.ย Ciรฒ detto, occorre rilevare che nel corso della procedura informativa รจ parimenti emersa laย necessitร  che la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo rafforzi la credibilitร  e laย riconoscibilitร  della propria offerta editoriale, puntando su contenuti che siano in grado di fornire alloย spettatore modelli e visioni di alto livello qualitativo e a forte carattere innovativo.ย In altre parole, per recuperare prestigio, anche internazionale, la Rai deve rafforzare la propriaย identitร , i cui contorni sono tracciati dalla legge e dal contratto di servizio, tenendo altresรฌ conto delย nuovo contesto multimediale interattivo.

Di contro, รจ stato sottolineato che, se la Rai insegue i target pubblicitari o si appiattisce sulย modello delle televisioni commerciali, l’identitร  del servizio pubblico rischia di sbiadire mettendoย seriamente in dubbio il senso della propria esistenza.

Per quanto concerne i compiti specifici del servizio pubblico, la pandemia da Covid-19 ha fattoย comprendere l’importanza di un’informazione affidabile, di qualitร  e pluralista, nonchรฉ la centralitร ย della mediazione giornalistica ed editoriale, a discapito della disintermediazione.

La pandemia ha inoltre reso ancor piรน evidente il valore e l’importanza per l’informazione dellaย rete di sedi regionali e locali, di cui in Italia soltanto la Rai dispone.ย Le conseguenze economiche e sociali della pandemia hanno altresรฌ dato rilievo all’obiettivo, cheย fa capo al servizio pubblico, della promozione dell’inclusione e della coesione nazionale.

Produzione e promozione dell’audiovisivo sono fondamenta della missione di servizio pubblicoย della Rai e della sua natura di industria culturale. L’ideazione, la produzione, la commercializzazioneย e la promozione dell’audiovisivo italiano ed europeo costituiscono altrettanti obiettivi della suaย funzione pubblica, cosรฌ com’รจ definita sia dalla normativa sia dal contratto di servizio. ยซLa Raiย valorizza le capacitร  produttive, imprenditoriali e culturali del Paese al fine di favorire lo sviluppo eย la crescita del sistema di produzioni audiovisive indipendenti, italiane ed europee promuovendoneย l’efficienza e il pluralismo, nonchรฉ la ricerca di nuovi modelli produttivi e di nuovi linguaggi ancheย multimedialiยป: questa l’enunciazione, all’articolo 7, del Contratto di Servizio 2018-2022 tra la Rai eย il Ministero dello Sviluppo Economico. Una prescrizione che, secondo quanto emerso dalle audizioni,ย attende di essere compiutamente tradotta in pratica, se guardiamo ai ritardi che la Rai ha accumulatoย sui vari fronti nei quali dovrebbe realizzarsi la sua missione pubblica in tema di audiovisivo.

Rinviando, per una trattazione piรน dettagliata, al seguito della relazione, in termini generali nelย corso dell’indagine conoscitiva le societร  di produzione audite hanno chiesto che la Rai possaย sostenere un ecosistema produttivo al servizio del Paese, contribuendo allo sviluppo dell’audiovisivoย nazionale e dando la possibilitร  a chi ha capacitร  e ingegno di innovare il settore con prodotti creativi.

Accanto agli obblighi tradizionali, si รจ manifestata l’esigenza che la societร  concessionaria siย faccia maggiormente carico di un servizio che assuma sempre piรน i contorni di un servizio essenzialeย per la cittadinanza, ossia l’alfabetizzazione digitale, inteso come sviluppo non solo di abilitร  digitaliย ma anche di una piรน diffusa e piรน solida consapevolezza civica nell’utilizzo degli strumenti digitali.

La Rai deve mettere in atto ogni sforzo per alfabetizzare verso le nuove tecnologie eย accompagnare nella transizione digitale quelle fasce della popolazione che per motivi di reddito, perย posizione geografica, per etร , rischiano di essere tagliate fuori dalla rivoluzione tecnologica. E ciรฒ inย conformitร  al principio della nostra Carta costituzionale (articolo 3, secondo comma) che pone tra iย compiti fondamentali dello Stato quello di ยซrimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,ย limitando di fatto la libertร  e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della personaย umanaยป.

Cosรฌ, l’offerta obbligatoria della concessionaria dovrebbe arricchirsi di contenuti e format, ideatiย per una fruizione attraverso diverse piattaforme di comunicazione, dedicati all’innovazione digitale,ย allo sviluppo tecnologico, alla divulgazione della cultura informatica, alla disciplina giuridica delย web, alla sostenibilitร  digitale.

Quanto al tema della transizione alla diffusione non lineare dei prodotti audiovisivi, RaiPlay nonย appare essere ancora in grado di rispondere alla sfida di dotare l’Azienda di un servizio autenticamenteย competitivo nel confronto con le nuove piattaforme commerciali OTT e di valorizzazione i contenutiย audiovisivi realizzati da e per il servizio pubblico.

Da un lato, vi รจ il limite rappresentato dalla mancata produzione di contenuti originali per RaiPlayย e dalla sua esclusione dagli accordi che permettono agli utenti di accedere attraverso un unico puntoย ai diversi cataloghi non lineari.ย Dall’altro, non appare sufficiente la valorizzazione dei diritti di video on demand sul catalogoย storico Rai di cui RaiPlay dispone: non tanto in termini direttamente commerciali, quanto piuttostoย nel senso di un piรน ampio ed efficace utilizzo del potenziale di quello straordinario catalogoย audiovisivo a supporto delle strategie industriali del servizio pubblico radiotelevisivo e di ogni altraย iniziativa multimediale realizzata anche attraverso risorse pubbliche.

Il potenziamento della multimedialitร  รจ fondamentale per intercettare il pubblico piรน giovane, laย cui fuga colpisce i broadcaster del servizio pubblico non solo in Italia ma in tutta Europa. Il tema รจ diย importanza vitale perchรฉ, se non c’รจ audience, รจ compromesso lo stesso perseguimento degli scopiย pubblici affidati alla Rai.

2.2 La governance dell’azienda concessionaria del servizio pubblico.
Il sistema di governance della Rai รจ senza dubbio cruciale per il funzionamento del servizioย pubblico.ย Se si effettua un’indagine di tipo comparatistico risulta che, benchรฉ non vi sia un modello unicoย di governance nei servizi pubblici dei diversi Paesi europei, in ogni caso il rapporto con le istituzioniย appare necessario per la natura stessa del servizio e per il fatto che esso fa capo alla mano pubblica.

Nel corso della presente legislatura sono state avanzate varie proposte di riforma, che si possonoย essenzialmente ricondurre a due ispirazioni diverse.ย Un gruppo di proposte mirano a creare un diaframma tra le istituzioni e la Rai. Altre proposteย mantengono il legame tra la concessionaria del servizio pubblico e le istituzioni ma, per valorizzareย il pluralismo, spostano l’asse verso il Parlamento, in conformitร  alle indicazioni della Corteย costituzionale, a partire dalla nota sentenza n. 225/1974.

Si ricorda, infatti, che le pronunce della Corte costituzionale hanno dichiarato la centralitร  delย ruolo del Parlamento, che istituzionalmente rappresenta l’intera collettivitร  nazionale, e dellaย Commissione bicamerale alla quale sono attribuite le funzioni di indirizzo e vigilanza, proprio inย considerazione dei caratteri di imparzialitร , democraticitร  e pluralismo che devono informare ilย servizio pubblico radiotelevisivo e al precipuo scopo di evitare che questo venga gestito dal Governoย in modo ยซesclusivo o preponderanteยป.

In particolare, secondo la Corte ยซla rappresentanza parlamentare, in cui tendenzialmente siย rispecchia il pluralismo esistente nella societร , si pone … come il piรน idoneo custode delle condizioniย indispensabili per mantenere gli amministratori della societร  concessionaria, nei limiti del possibile,ย al riparo da pressioni e condizionamenti, che inevitabilmente inciderebbero sulla loro obbiettivitร  eย imparzialitร ยป (sentenza n. 69/2009).

Senza entrare nel merito delle varie proposte di riforma della governance, dall’indagineย conoscitiva รจ emersa la necessitร  di dare effettiva applicazione ad alcuni principi fondamentali, cheย sono gli stessi per ogni servizio pubblico delle democrazie europee e, in particolare: indipendenza,ย trasparenza, responsabilitร , sostenibilitร .ย รˆ stato evidenziato che occorre garantire alla concessionaria del servizio pubblico indipendenza editoriale e autonomia, escludendo ogni forma di controllo esterno ex ante sulla sua attivitร . Ciรฒ, si รจย detto, non esclude che essa debba rispondere delle proprie scelte davanti all’organismo parlamentare,ย che ben puรฒ orientarne l’azione salvaguardandone e, anzi, promuovendone l’autonomia e correggendoย le storture che dovessero emergere. Quanto alle nomine interne all’Azienda, nel corso dell’indagineย conoscitiva รจ emersa l’opportunitร  che tutte le nomine dei direttori aventi una valenza editoriale sianoย condivise dall’amministratore delegato con il consiglio di amministrazione che dovrebbe, quindi, inย ogni caso esprimere un parere obbligatorio e vincolante.

รˆ stato altresรฌ affermato che trasparenza nei metodi di nomina e nei rapporti con le istituzioni eย con l’organo di vigilanza sono essenziali per il buon funzionamento del servizio pubblico.ย Queste osservazioni sono in sintonia con i principi posti dal Comitato dei Ministri del Consiglioย d’Europa, che ha proposto le seguenti linee direttrici che gli organismi di servizio pubblico dovrebberoย applicare per modernizzare il loro sistema di governance: indipendenza, assunzione di responsabilitร ,ย gestione efficiente, capacitร  di risposta e responsabilitร  deontologica, trasparenza e apertura (v. inย particolare, Declaration of the Committee of Ministers on Public Service Media Governance del 15ย febbraio 2012).

Una necessitร  evidenziata da piรน parti nel corso dell’indagine conoscitiva รจ quella di allungare laย durata del mandato dei vertici della concessionaria, in quanto gli attuali tre anni appaiono insufficientiย a redigere e attuare interamente un piano industriale di un’Azienda cosรฌ complessa.ย Si รจ osservato che la durata del mandato dei vertici della maggior parte dei Servizi Pubbliciย europei รจ pari a cinque anni, che corrisponde, peraltro, alla durata del Contratto di servizio. Allineareย i due termini permetterebbe di rendere la stessa governance che stipula il Contratto responsabile ancheย della sua completa attuazione.

2.3 I canali di finanziamento e le risorse.ย 
La certezza e la stabilitร  delle risorse, reclamata da piรน parti nel corso dell’indagine conoscitiva,ย รจ una richiesta legittima per la programmazione di un’azienda di grandi dimensioni e che svolge unย servizio di siffatta rilevanza e complessitร .ย รˆ stato evidenziato, in particolare, che un livello adeguato di risorse รจ indispensabile al servizioย pubblico radiotelevisivo per competere nel mercato sempre piรน globalizzato, multimediale eย interconnesso della produzione audiovisiva.

D’altra parte, รจ innegabile altresรฌ che la Rai debba garantire una gestione maggiormente oculata,ย l’attuazione di una razionalizzazione delle spese vera e propria โ€“ che non significa tagli indiscriminatiย e al di fuori di una strategia complessiva โ€“ e la riconversione del personale sottoutilizzato, ancheย attraverso la formazione specifica (in particolare, il passaggio al digitale richiede una modificaย radicale dei processi e una conseguente ristrutturazione del lavoro e delle mansioni).ย Infatti, una gestione tutt’altro che avveduta ha, nel tempo, prodotto l’attuale situazione di criticitร ย del quadro economico finanziario della Rai, che appare tanto piรน grave in un momento in cui servonoย ingenti risorse per rimanere nel mercato.

Peraltro, se รจ vero che, tra i maggiori servizi pubblici europei, la Rai continua ad essere quelloย con il piรน basso costo per i cittadini, รจ anche quello con la piรน elevata incidenza dei ricavi pubblicitari.ย Occorre rimarcare che la Rai non dovrebbe trarre alcun indebito vantaggio commerciale dalย proprio ruolo di servizio pubblico e dal conseguente finanziamento.ย Per questo serve, in primo luogo, un reale sistema di contabilitร  separata che impedisca diย utilizzare, direttamente o indirettamente, i ricavi derivanti dal canone per finanziare attivitร  nonย inerenti al servizio pubblico generale radiotelevisivo, tra le quali andrebbero espressamenteย annoverate la produzione, l’acquisizione o cessione, la distribuzione o comunicazione al pubblico,ย sotto qualsiasi forma, di programmi che non costituiscono adempimento degli obblighi di servizioย pubblico.

Senza alcune correzioni necessarie, l’attuale modello di separazione contabile non assicura ilย pieno rispetto degli obblighi assunti a livello europeo onde evitare che il finanziamento al servizioย pubblico sia considerato un ยซaiuto di Statoยป in violazione dell’articolo 87 del Trattato istitutivo dellaย Comunitร  europea, secondo quanto affermato anche dal Presidente dell’Agcom nel corsoย dell’indagine conoscitiva.ย Si ricorda che proprio l’Agcom ha accertato la violazione del principio di trasparenza e nonย discriminazione in relazione ai listini pubblicitari e alla relativa scontistica applicati dalla Rai, con unย provvedimento (delibera 61/20/CONS) giudicato legittimo in primo grado dal giudice amministrativoย (a questa data, il ricorso รจ pendente in grado di appello davanti al Consiglio di Stato).

Dall’indagine conoscitiva รจ altresรฌ emerso che il mix di risorse canone-pubblicitร  non sembraย destinato a poter durare ancora a lungo nelle condizioni che abbiamo visto finora.ย In primo luogo, occorre tener conto dei nuovi limiti di affollamento di cui al decreto legislativoย 08/2021 โ€“ attuativo della direttiva (UE) 2018/1808 โ€“ che, รจ stato evidenziato, impatta in particolareย sulla fascia 18-24 di Rai1, la piรน pregiata.

In secondo luogo, il mercato della pubblicitร  si รจ spostato dalla carta stampata e dalla tvย generalista verso internet. La pubblicitร  sarร , quindi, un bene sempre piรน scarso sul quale la Rai nonย potrร  fare affidamento.

I principali fattori che insieme hanno concorso ad una drastica riduzione delle risorse aย disposizione del servizio pubblico sono: da un lato una contrazione della raccolta pubblicitariaย televisiva a vantaggio principalmente della pubblicitร  on line, con un sorpasso di quest’ultima sullaย prima nel corso della pandemia e una destinazione della raccolta pubblicitaria on line che inย grandissima prevalenza afferisce a operatori multinazionali come Google, Facebook ed Amazon;ย dall’altro lato una riduzione del valore complessivo del canone di abbonamento alla radiotelevisione,ย in termini sia assoluti sia relativi nel confronto con altri servizi pubblici radiotelevisivi europei; inย terzo luogo la sottrazione alla Rai di una quota annuale delle entrate derivanti dagli effettiviย versamenti a titolo di canone (cosiddetto extra gettito).ย Su tale sfondo, se รจ senz’altro opportuno garantire certezza di risorse al servizioย pubblico radiotelevisivo ai fini di una migliore programmazione degli investimenti, quanto inveceย alla consistenza delle risorse stesse, una riflessione sulla destinazione โ€“ totale o parziale โ€“ dell’extraย gettito non si puรฒ aprire senza, in parallelo, valutare condizioni e garanzie sull’utilizzo di questeย somme.

Peraltro, l’extra gettito รจ attualmente impiegato, in particolare, per finanziare il Fondo per ilย pluralismo e l’innovazione dell’informazione per il quale, quindi, si dovrebbe preliminarmenteย reperire una fonte di finanziamento alternativa.ย L’attribuzione alla Rai di una parte o dell’intero extra gettito dovrebbe opportunamente essereย accompagnato dalla previsione della destinazione di una quota minima di investimenti nellaย produzione di contenuti audiovisivi originali di qualitร , in sintonia con l’attivitร  di riforma di cui alย citato decreto legislativo n. 208/2021 e nel quadro di un aumento delle quote di investimentoย obbligatorio che avvicini la realtร  italiana alla media europea e che tendenzialmente si orienti verso iย livelli di eccellenza raggiunti dal caso francese.

Parimenti, si potrebbe introdurre una prescrizione di destinazione di una quota minima e nonย riducibile di investimenti nel settore digitale, che รจ cruciale per la sopravvivenza nell’attuale mercatoย dell’audiovisivo.

2.4 Produzione audiovisiva e tutela della proprietร  intellettuale.
Una componente fondamentale dell’attivitร  di servizio pubblico รจ l’offerta di contenuti culturali,ย in particolare, cinema, fiction e documentari.ย In questo ambito, com’รจ noto, lo scenario รจ stato rivoluzionato negli ultimi anni: il servizioย pubblico รจ piccolo rispetto ai giganti del digitale che dispongono di cifre estremamente importanti eย riescono ad attrarre un pubblico ampio e variegato e sono i principali responsabili della fuga deiย giovani dalla tv lineare e dai broadcaster tradizionali. In tal senso, appaiono significativi i dati fornitiย dall’EBU che, con riferimento al 2019, mettono in evidenza come i dieci principali ยซgigantiยป diย internet e del tech dispongano di ricavi d’esercizio ben piรน considerevoli di quelli dei public serviceย media europei e che tale divario risulti accresciuto negli ultimi anni.ย Nel corso dell’indagine conoscitiva รจ emerso che la Rai, nonostante il mutato contestoย competitivo, investe sempre meno nell’industria culturale dei contenuti.

Invero, la contrazione complessiva delle risorse a disposizione del servizio pubblicoย radiotelevisivo รจ stata interpretata dalla governance Rai in senso ulteriormente restrittivo in relazioneย alla produzione audiovisiva: a fronte di un investimento di circa 300 milioni di euro su serialitร ,ย cinema, documentari e animazione, la quota destinata a Rai Fiction per le produzioni audiovisive nelย 2020 รจ stata di circa 190 milioni per il 2020 e di 160 milioni per il 2021.

Siamo dunque di fronte a una riduzione degli investimenti di circa il 20 per cento su base annua:ย una preoccupante tendenza al disimpegno del servizio pubblico sull’audiovisivo, che rischia di avereย un effetto di trascinamento al ribasso anche per il 2022 e gli anni successivi.ย Nel corso dell’indagine conoscitiva รจ stata sottolineata l’utilitร  di incentivare e promuovere laย diversitร  dell’offerta audiovisiva guardando al complesso dell’articolazione dei palinsesti e dei canaliย Rai, superando cosรฌ la concentrazione di fiction originali italiane sulla sola Rai Uno, attraverso unaย loro piรน diffusa programmazione sugli altri canali generalisti del servizio pubblico: un metodo diย diversificazione che potrebbe valorizzare presso il grande pubblico la promozione della produzioneย audiovisiva sostenuta dalla Rai.ย Inoltre, รจ stato osservato che, nonostante la creazione di una direzione ad hoc per i documentari,ย il budget assegnato a questo prodotto รจ stato finora del tutto inadeguato.ย Se la Rai vuole confermare l’assunto secondo il quale rappresenta la piรน importante industriaย culturale del Paese, si รจ detto, occorre modificare le tendenze negative.

รˆ stata inoltre rilevata la necessitร  di investire maggiormente su prodotti per ragazzi, sia sui canaliย lineari che sulla piattaforma digitale. Se ad oggi la legislazione giร  prevede delle quote diย investimento per il genere kids, al fine di massimizzare gli investimenti il prodotto andrebbeย maggiormente valorizzato dal sistema Rai senza essere relegato su canali tematici. Espletare laย funzione di servizio pubblico significa anche rivolgersi ad ogni tipo di audience: ripristinare strisceย di programmazione di contenuto kids sui canali generalisti permetterebbe alla Rai di crescere edย educare il pubblico di domani, come ha fatto fin dalla sua nascita. Con l’avvento delle nuoveย tecnologie, inoltre, lo sfruttamento del prodotto per ragazzi su piattaforme digital โ€“ piรน facilmenteย fruibile dal pubblico piรน giovane โ€“ consentirebbe alla Rai di essere piรน competitiva rispetto agli attoriย del mercato streaming.

Le societร  di produzione audite hanno richiamato il modello BBC, la quale ha razionalizzato iย costi interni per investire di piรน sul prodotto e valorizzare i produttori indipendenti, asserendo cheย una collaborazione fruttuosa e un rapporto trasparente tra broadcaster pubblico e produttoriย indipendenti giovano all’intero settore e innescano un circolo virtuoso.

รˆ stato osservato che la Rai, invece, agisce, nella competizione con i privati, in termini difensivi.ย Si รจ affermato che la Rai dovrebbe sempre scegliere il prodotto migliore, anche quando ciรฒย significa affidarsi prevalentemente a societร  esterne, che siano le principali o quelle medio-piccole.ย Quale sia il prodotto migliore รจ, tuttavia, una domanda che merita un approfondimentoย considerata l’anomalia della fattispecie Rai, un soggetto che sta contemporaneamente nel mercato eย fuori dallo stesso e che, conseguentemente, dovrebbe scegliere il prodotto che piรน le consente diย adempiere i propri compiti di servizio pubblico secondo canoni qualitativi e non di popolaritร  oย successo.

รˆ stata inoltre espressa la convinzione, soprattutto da parte di alcuni membri della Commissione,ย che si debba conservare un equilibrio tra produzione interna ed esterna dell’Azienda, che la Rai debbaย valorizzare le proprie risorse interne e, considerate le recenti esperienze, debba evitare di concedereย in appalto la produzione di programmi, di rilievo nazionale, che hanno un impatto fondamentale perย l’adempimento del contratto di servizio.ย Nel corso dell’indagine conoscitiva รจ stato messo in rilievo che, nel campo della promozioneย dell’audiovisivo nazionale, la Rai puรฒ svolgere una funzione preziosa e insostituibile attraversoย l’acquisizione o la co-produzione di prodotti di qualitร  italiani, anche allo scopo di una loroย valorizzazione sui mercati esteri attraverso l’utilizzo della propria rete di distribuzione.

Il tema della promozione della produzione audiovisiva si lega anche a quello della formazione eย della valorizzazione delle competenze che alimentano l’autorialitร  italiana.ย In questo senso, nel corso delle audizioni รจ stato espresso l’auspicio che la Rai, come editoreย televisivo e multimediale di servizio pubblico, riservi una voce di budget allo sviluppo di una lineaย d’intervento specifica per la formazione di autori nel settore dell’audiovisivo.

รˆ stato, in particolare, citato l’esempio della Writersroom della BBC: un dipartimento specificoย del servizio pubblico radiotelevisivo britannico, rivolto alla individuazione e allo sviluppo di nuoviย talenti e alla valorizzazione di professionisti giร  attivi nel campo della sceneggiatura audiovisiva, conย un accento sulla diversitร  e la multimedialitร , orientato ad offrire a tutta l’industria dell’audiovisivoย britannico un ampio spettro di opportunitร  di formazione e di indirizzo creativo.ย Questo avrebbe un ritorno in termini di prodotto; con i talenti si vince, anche rispetto alleย piattaforme.

Inoltre, il necessario sostegno alle eccellenze del settore รจ una premessa necessaria per intercettareย il pubblico giovane.

Sul piano degli incentivi economici e fiscali, si potrebbe valutare un’estensione alle opereย audiovisive del tax credit previsto dalla Legge 220/2016 che attualmente esclude dai propri beneficiย le aziende che producono programmi di informazione e attualitร .

Un’azienda audiovisiva che investe nello sviluppo, nella scrittura, nell’assunzione diย professionisti, nell’edizione di un programma di genere di intrattenimento (i cui ascolti e la cuiย coerenza editoriale con la rete magari sono superiori ad un prodotto di fiction) non ha diritto a creditoย di imposta, continuando ad essere considerata ยซancillareยป rispetto alla produzione culturale di un film.

Per cui, proprio al fine di sostenere la produzione di contenuti culturali, anche maggiormente calatiย nella realtร  della societร , potrebbe essere opportuno estendere la misura del credito di imposta allaย produzione ai format prodotti da produttori indipendenti.

Infine, la tutela della proprietร  intellettuale รจ un tema reso piรน complesso dalle nuove condizioniย produttive introdotte anche in Italia dagli OTT, che a fronte dell’offerta di nuove opportunitร  per laย comunitร  dell’audiovisivo tendono a imporre cessioni di lungo periodo e comunque tali da indebolireย l’emersione e il consolidarsi di nuovi talenti creativi e produttivi.

Nel corso dell’indagine conoscitiva รจ stato evidenziato che la Rai, quando commissiona laย realizzazione di un programma tratto da un format originale proposto e ideato da un produttoreย indipendente italiano, tende ad acquisirne la proprietร  intellettuale per intero o in parte, e comunqueย senza mai scendere sotto la soglia del 50 per cento. In aggiunta, la Rai mantiene anche il controlloย della distribuzione.

Ciรฒ, analogamente a quanto accade con gli OTT, รจ suscettibile di produrre un effetto diย disimpegno creativo e produttivo sia sui format originali sia sul complesso dei prodotti, mentre dalย servizio pubblico radiotelevisivo ci si attende la messa in atto di pratiche virtuose di sostegno alย produttore indipendente e un contributo allo sviluppo dell’industria audiovisiva italiana.

Si potrebbe ipotizzare di fare riferimento, ancora una volta, al modello della BBC e, nelloย specifico, al ยซCode of Practiceยป che il servizio pubblico radiotelevisivo britannico ha introdotto nelย 2018 con l’obiettivo sia di ยซvalorizzare il proprio ruolo di strumento e stimolo allo sviluppo del settoreย dei produttori indipendenti … su basi di correttezza e trasparenzaยป, e sia di ยซspecificare in modoย trasparente il processo di affidamento, dare ai fornitori esterni informazioni chiare sui requisiti eย affidare i programmi in appalto ai produttori indipendenti con modalitร  aperte e leali inย considerazione della qualitร  e del prezzo delle rispettive proposteยป.

Il protocollo varato dalla BBC prevede, tra l’altro, che vi sia ampia pubblicitร  sul calendarioย pubblico delle trattative per il calendario di appalto, sul tariffario con prezzi indicativi per ogni genereย audiovisivo e sui diritti acquisiti e i relativi termini di pagamento. Gli obiettivi concretamenteย perseguiti dal Code of Practice โ€“ sotto la supervisione congiunta dell’OfCom e del PACT (laย Producers Alliance for Cinema and Television, analoga al nostro APA) possono essere cosรฌ riassunti:

i diritti sul materiale commissionato rimangono in ultima istanza di proprietร  del produttore che l’haย creato; la licenza BBC sul materiale commissionato รจ normalmente della durata di cinque anni,

prorogabili per altri due; il produttore indipendente detiene i diritti di ultima istanza di sfruttamentoย commerciale, concedendo alla BBC durante il periodo di licenza una quota compresa tra il 25 perย cento e il 50 per cento dei ricavi da distribuzione nazionale e del 15 per cento per lo sfruttamentoย internazionale.

Nel complesso, il modello ยซCode of Practiceยป appare coerente con una tradizione normativaย britannica che nel corso degli anni ha protetto e valorizzato la produzione indipendente, in particolareย attraverso la tutela della proprietร  intellettuale e dei diritti di commercializzazione dell’opera, facendoย dell’industria creativa audiovisiva britannica una storia di successo per tutta l’Europa.

I sopra menzionati principi e linee di condotta devono, tuttavia, tenere conto della specificitร  delย nostro servizio pubblico radiotelevisivo. In particolare, per quanto concerne le produzioni di valoreย storico, artistico, e culturale o che comunque afferiscono all’offerta obbligatoria prevista dalla legge,ย รจ opportuno che la Rai conservi nel tempo i diritti di trasmissione, anche al fine di arricchire eย consolidare il proprio archivio storico, che costituisce patrimonio essenziale per un efficace sviluppoย della complessiva missione di servizio pubblico.

CAPITOLO 3

Conclusioni
L’indagine svolta ha consentito alla Commissione di rilevare la complessitร  e l’ampiezza dei temiย trattati e di individuare alcuni punti critici sui quali intervenire.

รˆ necessario che la Rai rafforzi la propria identitร  di servizio pubblico nell’attuale contestoย multimediale interattivo e recuperi prestigio, anche a livello internazionale, puntando su contenutiย innovativi di alto livello qualitativo e facendosi carico di nuovi servizi fondamentali, qualiย l’alfabetizzazione digitale della popolazione.ย Occorre dare effettiva applicazione ai principi basilari di indipendenza, trasparenza,ย responsabilitร  e sostenibilitร  nella governance del servizio pubblico, escludendo ogni forma diย controllo esterno ex ante sulla gestione dell’Azienda, fermi restando i poteri di indirizzo e vigilanzaย della Commissione.

Si ravvisa l’utilitร  di estendere l’attuale durata triennale del mandato dei componenti del consiglioย di amministrazione dell’Azienda, in linea con gli standard europei, al fine di assicurare una gestioneย piรน efficace ed efficiente e una pianificazione di ampio respiro.

Occorre garantire alla concessionaria del servizio pubblico risorse certe e adeguate, fermaย restando la necessitร  di una razionalizzazione delle spese, nell’ambito di una strategia complessiva,ย che preveda anche una ristrutturazione del lavoro e delle mansioni per soddisfare le esigenze derivantiย dalla trasformazione digitale.

รˆ urgente che la Rai metta in atto un reale e trasparente sistema di contabilitร  separata cheย impedisca di utilizzare, direttamente o indirettamente, i ricavi derivanti dal canone per finanziareย attivitร  non inerenti al servizio pubblico.

L’incremento delle risorse, derivante dall’assegnazione, in tutto o in parte, dell’extra gettito,ย dovrebbe essere accompagnato dalla previsione di una quota minima di investimenti nella produzioneย di contenuti originali di qualitร  e nel settore digitale, oltre che dalla giร  citata razionalizzazione delleย spese.

La Rai deve accrescere gli investimenti nella produzione interna, valorizzando le proprie risorse,ย con particolare riferimento ai contenuti strategici per l’adempimento dei compiti del servizioย pubblico.

รˆ necessario che la Rai adotti criteri di maggiore correttezza e trasparenza nella gestione dellaย proprietร  intellettuale delle opere audiovisive, in particolare per quanto attiene il controllo e la durataย dei diritti di commercializzazione, al fine di tutelare l’industria nazionale dell’audiovisivo e diย valorizzare la creativitร  originale e le produzioni indipendenti, avendo attenzione anche allaย promozione della nostra cultura nazionale e dei nostri territori. Inoltre, si pone l’esigenza che laย concessionaria conservi nel tempo i diritti di trasmissione dei contenuti afferenti l’offerta obbligatoriaย prevista dalla legge, anche al fine di arricchire e consolidare l’archivio storico dell’Azienda.

La Rai โ€“ anche attraverso il prossimo Contratto di servizio โ€“ dovrebbe porre in essere le azioniย idonee a contribuire allo sviluppo e al sostegno del settore audiovisivo nazionale, all’individuazioneย e alla formazione dei talenti in tale ambito e alla valorizzazione sui mercati esteri dei prodotti italianiย attraverso la propria rete di distribuzione.

Infine, la Rai dovrebbe promuovere l’innovazione tecnologica e mantenere un ruolo di guida nellaย ricerca e sviluppo che supporti l’effettivo adempimento della sua missione in una logica condivisa eย di collaborazione, anche in forma societaria o associativa con gli altri operatori del settoreย radiotelevisivo, al fine di creare le condizioni per un rafforzamento del sistema radiotelevisivoย italiano in una prospettiva multipiattaforma.

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