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MASSIMILIANO CERAVOLO PRONTO AD ACCETTARE NUOVE SFIDE

MASSIMILIANO CERAVOLO HA LASCIATO LA CANON

Massimiliano Ceravolo ha lasciato la Canon (dopo oltre 30 anni di collaborazione), a fine dicembre. Era entrato a far parte del team della multinazionale giapponese nel 1989 ̶ dopo alcuni anni di attività come fotografo professionista ̶ con la carica di assistente dell’italo-americano Carmelo Rosato (trasferito dagli uffici USA dell’azienda), allora direttore MARCOM della Canon Italia. Al rientro di Rosato negli USA, grazie anche al notevole know-how acquisito dallo stesso, gli subentrò nel ruolo, sia per l’area professionale che Consumer. Ma la svolta importante arriva con la presentazione della prima e famosa camera MiniDV della Canon, la mitica XL1. Max riesce a battere ogni record mondiale di vendite, con i risultati conseguiti sul mercato italiano, tra il ’95 ed il ‘96. L’azienda lo “costringe” praticamente a trasferirsi ad Amsterdam, per assumere l’incarico di Direttore MARCOM Europa. Resterà in Olanda fino al 2001, quando decide di rientrare in Canon Italia.
Rimane in azienda fino allo scorso dicembre, con la carica di Head of Marketing and Pro Imaging Sales Director.
Oggi, dopo il mese sabbatico, Max è pronto ad affrontare nuove sfide che certamente potrà superare con grande capacità, visto il notevole know-how bagaglio di esperienze maturato durante i molti anni trascorsi in Canon.

R&S PRISMON, LA SOLUZIONE IDEALE PER IL MONITORING E D IL WORKFLOW OTT

R&S PRISMON, LA SOLUZIONE IDEALE PER IL MONITORING E D IL WORKFLOW OTT
R&S PRISMON, LA SOLUZIONE IDEALE PER IL MONITORING E D IL WORKFLOW OTT

PRISMON OGGI IN OFFERTA PER FAVORIRE L’EVOLUZIONE DEI SISTEMI DEDICATI AI SERVIZI OTT E VOD

La particolare situazione in cui ci troviamo, con le relative limitazioni di movimento, ha portato conseguentemente ad un notevole incremento del consumo dei contenuti multimediali online e, in particolare, a d un’esplosione del numero di utenti dei servizi OTT e VOD, forniti dai principali providers.Tutto questo ha, in alcuni casi, mandato in crisi – piuttosto che averli resi obsoleti o inefficienti, (rispetto alle nuove esigenze) – alcuni sistemi di gestione e delivery, dato il notevole incremento dei flussi e del numero di accessi contemporanei.
In altri casi, il monitoraggio viene spesso eseguito con sistemi poco efficienti, che non sono in grado di garantire la quality-of-experience necessaria per un’idonea fruizione dei servizi stessi.
Ecco che la soluzione R&S PRISMON, (software-defined) è in grado di rispondere efficacemente a queste nuove esigenze, soddisfacendo tutti gli attuali requisiti di monitoraggio video; come, ad esempio, il monitoraggio automatizzato 24h e quello visivo tramite schermi multiview, che permettendo di garantire la migliore quality-of-experience possibile, per i servizi di delivery streaming.

La soluzione di monitoraggio A/V R&S PRISMON consente di:
► Eseguire il monitoraggio automatico del flusso IP streaming 24h 7/7
► Semplificare il multiview di flussi OTT ad alta quantità, monitorando in parallelo tutti i profili
► Integrare il monitoraggio dei servizi OTT e dei servizi Broadcast in un’unica piattaforma
► Armonizzare la tua infrastruttura per la TV lineare e i servizi di streaming
► Semplificare la produzione remota
► Garantire il quality of service
► Ottimizzare il TCO

Oggi, anche per soddisfare queste nuove esigenze indicate anche da molti operatori del settore, la R&S presenta un’interessante promozione per la soluzione PRISMON OTT, che viene offerta per un numero limitato di sistemi, a soli € 9.999.

Si tratta della versione completa di Prismon (sofware-only) da installare sui tuoi hypervisor, che offre le seguenti caratteristiche:
► 20 licenze per input OTT (licenze perenni)
– Qualsiasi risoluzione
– Profili multipli
► Monitoraggio in tempo reale 24h
– Caratteristiche del flusso A/V con monitoria anche di sottotitoli e metadati
– Prestazioni della rete di distribuzione CDN
– Parametri di monitoraggio specifici OTT, come manifest, buffering, allineamento dei profili
– Monitoraggio degli asset VOD
– Quality of service: squadrettamento, PSNR e d MOS
– Allarmistica e traps con integrazione NMS ecc
– API RESTful per una facile integrazione con NMS
► 2 uscite Multiviewer

5G VISTA PROJECT: SUPPORTO DCMS PER LA DELIVERY 5G

5G VISTA PROJECT: DELIVERY 5G
5G VISTA PROJECT: DELIVERY 5G

 

Consorzio di partner di trasmissione e telecomunicazioni Supporto sicuro DCMS per il progetto di distribuzione multimediale di eventi live 5G

Il DTG (Digital TV Group), il centro della TV digitale del Regno Unito, in collaborazione con Digital Catapult, Global Wireless Solutions, O2, Rohde & Schwarz, ha ottenuto con successo finanziamenti governativi per sviluppare una piattaforma mobile 5G per trasmettere eventi negli stadi e in altri luoghi.

DTG e i suoi partner prevedono di fornire esperienze di visione interattiva avanzate direttamente ai dispositivi negli stadi e in altri luoghi selezionati, utilizzando la trasmissione 5G nota anche come FeMBMS : servizio multicast di trasmissione multimediale ulteriormente migliorato.

“L’obiettivo del progetto VISTA (Video In Stadia Technical Architecture) del consorzio è testare e dimostrare i vantaggi per i consumatori e la fattibilità tecnica dell’utilizzo della tecnologia 5G FeMBMS.”

Questa collaborazione riunisce competenze complementari provenienti dall’intero ecosistema di distribuzione dei media mobili, dai dispositivi, alle reti, alla trasmissione, ai contenuti e ai luoghi. Il consorzio ha solide relazioni preesistenti basate sul lavoro di ricerca e sviluppo di successo e sui test 5G.

Il progetto da 2,3 milioni di sterline ha ricevuto 1,3 milioni di sterline dal governo nell’ambito del 5G Create, un concorso per supportare gli innovatori che esplorano nuovi usi del 5G per migliorare la vita delle persone e stimolare le imprese britanniche.

Il progetto definirà casi d’uso che stimolano lo sviluppo del dispositivo e dell’ecosistema di rete per supportare la trasmissione 5G e, avendo queste caratteristiche inerenti all’architettura di rete, fornisce efficienze integrate che sono senza soluzione di continuità per gli utenti finali.

Dimostrerà anche come la trasmissione 5G può ridurre l’impronta di carbonio riducendo il numero di stazioni base e la quantità di spettro necessaria per fornire contenuti a un pubblico di massa.

Il risultato metterà in evidenza il potenziale per la fornitura di contenuti e modi di guardare che possono creare possibilità di visione collaborativa e interazione tra i luoghi, il che significa che guardare un evento sportivo diventa un’occasione sociale, anche se non puoi uscire di casa.

Matt Warman, Ministro delle infrastrutture digitali, ha dichiarato: “Il 5G rappresenta un’enorme opportunità per migliorare l’esperienza dello stadio per gli appassionati di sport con un accesso senza interruzioni a video, replay e statistiche multi-angolo. Project Vista è uno dei numerosi progetti high tech che il governo sta finanziando per sfruttare appieno i vantaggi del 5G per il Regno Unito e non vedo l’ora di condividere le lezioni apprese con il più ampio settore degli eventi dal vivo del Regno Unito “.

Alex Buchan, Tecnologo strategico presso il DTG , ha dichiarato: La natura efficiente della consegna del 5G e il basso impatto sull’utilizzo dei dati della tecnologia di trasmissione significherà che diventerà fattibile fornire più contenuti, anche se più canali e su più dispositivi. Portando a un maggiore coinvolgimento dei fan con le squadre, un’opportunità di “accesso totale” per gli spettatori e aumentando l’attrattiva dello sport attraverso le generazioni “.

Derek McManus, COO, O2 Telefonica ha dichiarato: “ Siamo entusiasti di fare la nostra parte nello sviluppo di questa iniziativa rivoluzionaria; lavorare con specialisti del settore per creare qualcosa di innovativo ed emozionante che non solo migliorerà l’esperienza dei nostri clienti durante gli eventi, ma aggiungerà una dimensione completamente nuova ed emozionante allo sport dal vivo. Programmi come questo, che sfruttano la potenza della connettività di nuova generazione, creano nuove opportunità a vantaggio di clienti e aziende, contribuendo al contempo a rilanciare l’economia.

Jeremy Silver, CEO, Digital Catapult ha dichiarato: “L’esperienza nell’arena è rimasta sostanzialmente invariata per millenni, ma il 5G offre finalmente l’opportunità di offrire di più al pubblico dal vivo. La leadership di Digital Catapult nell’innovazione 5G industriale, combinata con quella dei nostri partner, apre possibilità entusiasmanti che inaugureranno una nuova era dinamica e interattiva di esperienze in arena “.

Paul Carter, CEO, Global Wireless Solutions ha dichiarato : “Con il progetto VISTA proponiamo di cambiare l’esperienza del giorno della partita (utilizzando il 5G) offrendo ai consumatori la scelta sui contenuti: quale angolazione della telecamera vogliono vedere (dal vivo), informazioni di base sui team e Di Più. Ciò può avvantaggiare entrambi i partecipanti alla partita, ma offre anche il potenziale per l’accesso live remoto (particolarmente rilevante con COVID-19). Questo è solo l’inizio di come la nostra esperienza quotidiana verrà migliorata attraverso il 5G.

Manfred Reitmeier, Vice President Transmitters and Amplifier Systems di Rohde & Schwarz, ha dichiarato: “In Rohde & Schwarz, siamo attivamente coinvolti nelle sperimentazioni 5G Broadcast / Multicast in tutto il mondo. Questa applicazione relativa a eventi dal vivo è il prossimo passo importante per noi con questa tecnologia. Siamo estremamente entusiasti di partecipare a questa iniziativa strategica con sede nel Regno Unito “.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MAURIZIO RAFFAELI IN MEDIASET

DIGITALPRODUCTION-TV MAURIZIO-RAFFAELI-MEDIASET
DIGITALPRODUCTION-TV MAURIZIO-RAFFAELI-MEDIASET

Maurizio Raffaeli è dalla scorsa settimana entrato a far parte dello staff della Direzione Tecnolgie Broadcasting, guidata dal Direttore Mauro Cassanmagnago. Maurizio ha maturato in precedenza un’importante esperienza in FOX, seguendo i più importanti ed innovativi progetti del gruppo. In Mediaset ha assunto l’incarico di Responsabile Tecnologie Broadcasting. Dalla redazione di DigitalProduction.TV i migliori auguri per il conseguimento di nuovi successi e soddisfazioni professionali.

MARCO PELLEGRINATO – DIRETTORE R&S MEDIASET

DIGITALPRODUCTION-TV MARCO PELLEGRINATO MEDIASET
DIGITALPRODUCTION-TV MARCO PELLEGRINATO MEDIASET

LA TV DIGITALE – IL DVB-T2 SECONDA PARTE

LA TV DIGITALE - IL DVB-T2 SECONDA PARTE
LA TV DIGITALE - IL DVB-T2 SECONDA PARTE

A pochi mesi dal passaggio al DVB-T2, pubblichiamo la seconda puntata di un approfondito articolo, suddiviso in cinque capitoli, dedicato alle tecnologie digitali, al DVB e in particolare al DVB-T2, tra storia, aneddoti e approfondimenti sui principali aspetti tecnici che hanno portato allo sviluppo di questo standard. Sul prossimo numero la terza parte dell’articolo.

Fulvio Cornetta – SECONDA PARTE

CONFRONTO TRA SEGNALE ANALOGICO E DIGITALE NELLE TRASMISSIONI TELEVISIVE

Certamente è stato detto molto sulle differenze tra il segnale analogico e quello digitale, ma è bene ribadire queste disuguaglianze, soprattutto considerando i vantaggi offerti dalle tecnologie digitali rispetto a quelle analogiche.

In particolare è importante ricordare che la televisione analogica utilizzava, per la trasmissione del video, e in particolare per il segnale di luminanza, una portante modulata in ampiezza negativa. Questo significa che si faceva corrispondere la minima ampiezza del segnale modulato (inviluppo) alla massima ampiezza del segnale modulante, che corrispondeva al livello del bianco. Viceversa i livelli più bassi corrispondevano al nero e ai contenuti più scuri, fino a toccare il valore minore in assoluto assegnato al sincronismo orizzontale e verticale, che produceva il massimo livello di potenza, in radiofrequenza, in uscita dal trasmettitore.

La modulazione AM negativa era senz’altro un punto di forza del sistema così congegnato, e aveva la rilevante proprietà di facilitare la discriminazione dei sincronismi anche in caso di ricezione scarsa e rumorosa, mantenendo agganciato il quadro entro certi limiti.

Ma la televisione analogica in alta definizione non sarebbe stata possibile fondamentalmente per problemi di banda occupata per singola emissione.

Una trasmissione HD analogica avrebbe occupato quasi 40 MHz di banda, corrispondenti a 5 canali televisivi.

Infatti già per ogni singolo contenuto video trasmesso, a definizione standard, era necessario utilizzare un intero canale della banda, sia UHF che VHF, il che consentiva la trasmissione in un bacino di utenza locale 49 canali UHF (21-69), sette canali in VHF banda III (D-H2) e tre canali in VHF banda I (A-C). Un totale di 59 canali televisivi, sfruttando tutto lo spazio nelle tre bande disponibili.

Con il digitale terrestre di tipo DVB-T la capacità trasmissiva, con qualità paragonabile a quella analogica in condizione di ricezione perfetta, si attesta mediamente a quattro programmi video diversi per ogni canale televisivo disponibile, che, considerando proprio 4 quattro contenuti diversi, consente di arrivare all’incredibile offerta di duecentotrentasei diversi programmi con audio stereo, multicanale e multilingua più un notevole numero di programmi radiofonici e teletext. Il DVB-T2 è in grado addirittura di raddoppiare l’offerta.

Essendo basato su valori discreti con soglie di commutazione distanti tra loro, il segnale digitale possiede anche il vantaggio di annullare l’incertezza delle informazioni ricevute. Inoltre, con circuiti che possiedono soglie di commutazione definite, è possibile ricostruire fedelmente il segnale che sarà così perfettamente identico a quello originale generato in partenza.

Il segnale digitale, affetto da rumore, può essere ricostruito, come l’originale, a patto che non raggiunga mai il livello di rumore critico, per insufficiente ampiezza, e/o che non sia affetto da una distorsione irrecuperabile

In un’ipotetica rete di trasmissione nazionale per la copertura di lontani bacini d’utenza, basata quindi su ripetitori, qualsiasi sia la struttura della rete il segnale ripetuto e ricostruito sarà identico all’originale generato in partenza. Anche nel caso che venga operata una semplice traslazione di canale, con un ripetitore convertitore, magari in una zona marginale, senza la decodifica e ricodifica del flusso numerico, in uno schema AF-IF-AF, in condizioni di buona ricezione il segnale sarebbe affetto solo da un incremento del rumore introdotto dall’apparato di conversione che tuttavia non pregiudicherebbe, nell’area di servizio, la qualità delle immagini e del suono, per le caratteristiche intrinseche del segnale numerico.

Questa importantissima peculiarità consente ai contenuti video audio digitali di essere ricevuti perfettamente, senza degrado, fino al raggiungimento di un limite abbastanza lontano oltre il quale il servizio peggiora in modo molto rapido fino ad arrestarsi praticamente di colpo.

Il segnale analogico, invece, si deteriora progressivamente e arriva a essere molto disturbato quando ancora il segnale digitale potrà essere, con le medesime condizioni del canale, perfettamente ricevibile. Diversamente, perfino quando il segnale digitale sarà indecifrabile, il segnale analogico continuerà essere ricevuto e lo spettatore, seppure con qualche difficoltà, riuscirà a seguire il contenuto trasmesso, anche se il segnale sarà “immerso” nel rumore gaussiano senza la possibilità di restituire la qualità originale.

SOLUZIONI E TECNOLOGIE UTILIZZATE: LA DIFFERENZA TRA CODIFICA DI SORGENTE E CODIFICA DI CANALE

Prima di arrivare a comprendere le differenze e le implicazioni molto positive che si hanno utilizzando lo standard più avanzato DVB-T2, è necessario fare riferimento ai principi di funzionamento che sono alla base del DVB-T, dal quale il DVB-T2 si è evoluto, in modo da avere un quadro più chiaro di questi sistemi televisivi digitali.

In generale una trasmissione DVB-T2, come nella precedente tecnologia DVB-T, escludendo gli apparati che generano ed elaborano i segnali audio-video e che riguardano propriamente la produzione TV, semplificando molto, richiede la presenza di due dispositivi distinti in trasmissione e di uno in ricezione: l’encoder MPEG, che opera la codifica di sorgente; il modulatore DVB-T2, che si occupa della codifica di canale per la trasmissione attraverso onde elettromagnetiche. L’apparecchio televisivo, munito di apposito decoder DVB-T2, è il terzo apparato del sistema in ricezione.

Ricordiamo che la più recente tecnologia DVB-T2 è retro-compatibile con la precedente tecnologia DVB-T, ma non viceversa. I precedenti decoder e televisori DVB-T, non sono in grado di ricevere il nuovo standard e quindi dovranno essere sostituiti.

Già dal 1º gennaio 2017, le società che vendono apparecchi per la ricezione dei servizi radiotelevisivi sul territorio italiano sono obbligate a integrare un sintonizzatore digitale per ricevere i programmi in tecnologia DVB-T2 con codifica che può arrivare fino alla recente HEVC. Tali nuovi dispositivi non solo consentono la ricezione di programmi HD con una migliorata efficienza, già raggiunta con H264/AVC, ma arrivano a supportare anche il nuovo codec H265/HEVC, concepito per essere efficiente anche per risoluzioni video, UHD-1 4K e UHD-2 8K (Ultra High Definition).

Dal 1º luglio 2022 saranno permesse solo le trasmissioni DVB-T2; sarà quella una data significativa che metterà definitivamente fuori servizio tutti i televisori e decoder dotati della sola tecnologia DVB-T e muniti di decodifica MPEG2.

E’ prevedibile che quest’anno (2020) l’offerta DVB-T2 aumenterà sensibilmente, segnando un graduale passaggio al più evoluto sistema di trasmissione.

L’obbligo di passare al nuovo standard si rende necessario anche per migliorare l’efficienza spettrale, visto che ulteriore banda UHF sarà assegnata agli operatori di telefonia radiomobile come già ricordato in precedenza.

Da ogni impianto trasmittente, conosciuto all’utente con il generico nominativo “Multiplex”, sono irradiati più contenuti radio-televisivi, un’espressione questa obbligatoria, che va a sostituire la precedente definizione di “canale televisivo”.

Precedentemente si utilizzava l’espressione canale TV, quando la televisione era analogica, perché il contenuto trasmesso era un solo flusso televisivo per ogni canale della banda.

La coincidenza dell’unità canale, con l’unica modalità possibile di trasmissione, che prevedeva una sola rete televisiva trasmissibile, aveva portato all’espressione generica nel linguaggio corrente di “canale TV”, anche se in realtà il canale televisivo era più propriamente una definizione fisica della radio-elettronica e delle telecomunicazioni, che identificava una larghezza di banda compresa tra due frequenze.

Nel mondo digitale ogni Multiplex occupa un canale, ma a differenza della televisione analogica, sono veicolate più reti televisive e radiofoniche, grazie alla possibilità offerta dalla tecnologia utilizzata che interviene comprimendo i contenuti con tecniche che abbassano la ridondanza spaziale (confronto tra pixel adiacenti nel quadro per identificare pixel simili e/o uguali da scartare o interpolare e scomposizione dell’immagine a blocchi) e temporale (correlazione tra quadri e semiquadri nel tempo e codifica entropica) del segnale. Nella fase successiva, i dati multimediali ridotti precedentemente sono modulati e ridistribuiti su un notevole numero di portanti, abbassando in questo modo la velocità della modulazione stessa, spaziate uniformemente sullo spettro di frequenze del canale secondo uno schema che protegge l’affidabilità del trasporto.

Il modulatore COFDM sfrutta pertanto appieno il bit-rate ad alta efficienza spettrale, messo a disposizione dal sistema di modulazione.

La possibilità di trasmettere più reti televisive e radiofoniche nello spazio di un solo canale è data proprio da un blocco fondamentale del sistema, che raccoglie diversi flussi digitali appartenenti a diversi contenuti e li invia successivamente al processo di modulazione.

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