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PANASONIC PRESENTA LA NUOVA CAMERA CINEMATOGRAFICA 4K CON ATTACCO PL

 

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Nuova Telecamera da studio 4K Panasonic con attacco  PL MOUNT per ottiche cinematografiche e ridotta profondità di campo

La telecamera da studio AK-PLV100GJ è progettata per aiutare la produzione in streaming a rendere i contenuti più emozionanti e coinvolgenti.

In un contesto in cui la domanda di contenuti video di alta qualità per le piattaforme di streaming continua a crescere, PanasonicConnect Europe ha annunciato la nuova telecamera da studio AK-PLV100GJ 4K, progettata per aiutare i team di produzione a rendere i loro contenuti più emozionanti e coinvolgenti. Il nuovo prodotto sarà disponibile dal primo trimestre del 2023.

Con un sensore MOS Super 35mm 5.7K attacco per ottiche PL, ereditato dalla cinecamera VariCam, Panasonic sta portando la sua esperienza di pioniere nella produzione live cinematografica all’interno della linea di telecamere da studio, consentendo la produzione di immagini fortemente espressive con ridotta profondità di campo, per soddisfare le esigenze artistiche del regista.

Produzione live basata su IP senza CCU

Per supportare gli studi di produzione sempre più costruiti con un workflow basato su IP, la telecamera è compatibile con lo standard SMPTE ST 2110. In questo modo si ottiene una connessione semplificata al KAIROS, piattaforma IT/IP (rilasciata a maggio 2020), che offre ai professionisti un controllo illimitato per distribuire contenuti ad alta qualità su differenti dispositivi generando stream multipli.

L’ingresso e l’uscita SMPTE ST 2110 sarà disponibile direttamente dalla testa camera della AK-PLV100GJ, senza collegarsi ad una CCU. In questo modo la produzione live basata su IP con il solo utilizzo della telecamera, consentirà un approccio operativo più semplice.

È anche possibile uscire direttamente dalla testa camera in 12G-SDI.

 

 

 

 

 

 

 

La testa camera può essere sostituita facilmente

La testa camera è completamente compatibile con i vari pezzi della catena camera Panasonic da studio che monta ottiche da 2/3” B4 standard. Sostituendo questo tipo di testa camera con l’AK-PLV100GJ è possibile creare immagini cinematografiche utilizzando le CCU, e gli altri moduli che fanno parte delle catene studio (AK-UCU600 o AK-HCU250).

“L’AK-PLV100GJ offre ai professionisti del settore media & entertainment flessibilità e controllo, senza compromessi in termini di qualità della produzione” – ha dichiarato Andre Meterian, Director of Professional Video Systems di Panasonic Connect Europe. “Offre un’innovativa combinazione di caratteristiche e di capacità proprie di una telecamera da studio, integrandosi perfettamente con le CCU AK-UCU600 o AK-HCU250 per il controllo della telecamera aggiungendo la qualità di immagine cinematografica. In futuro continueremo a migliorare la qualità della produzione live di video musicali o di eventi sportivi con soluzioni innovative per la produzione on-site. Introducendo telecamere da studio basate su IP per costruire un sistema di produzione flessibile e in grado di gestire produzioni complesse anche in remoto”.

IKEGAMI ALL’IBC 2022 CON LA TECNOLOGIA BROADCAST DI ULTIMA GENERAZIONE

All’IBC 2022, Ikegami Europe dimostra la tecnologia di produzione broadcast di ultima generazione. Le immagini contenute in questo articolo mostrano le telecamere Ikegami UHK-X700, UHK-X750 e UHL-F4000 più la stazione base in fibra UHD/HD BSX-100.

Ikegami Electronics (Europa) presenta le ultime novità alla sua gamma di apparecchiature per la produzione di trasmissioni all’IBC2022, RAI Amsterdam, dal 9 al 12 settembre. Presso lo stand Ikegami, 12.A31, ci sono le telecamere UHK-X700, UHK-X750 e UHL-F4000 più la stazione base in fibra UHD/HD BSX-100.

“UHD, HDR, IP e HFR sono i temi chiave delle nostre presentazioni IBC2022″, afferma Michael Lätzsch, Broadcast & Professional Video Division Manager di Ikegami Electronics (Europa). “Il passaggio dalla tecnologia SDI a quella IP sta prendendo slancio, sia per le applicazioni da studio che nel settore OB, vista la maggiore flessibilità nella sistemistica e la facile espandibilità dell’IP. Inoltre, le riprese HFR sono molto richieste, soprattutto per la copertura di sport al rallentatore”.

ANTEPRIMA IBC: telecamere Ikegami UHK-X700 e UHK-X750 con funzionalità IP UHD HDR HFR

L’Ikegami UHK-X700 è una telecamera robusta che combina un’elevata qualità del segnale con una connettività versatile. La telecamera supporta l’acquisizione HFR per il rallenty e può essere montata su piedistallo o treppiede o utilizzata a spalla. Il suo front-end comprende tre sensori CMOS UHD da 2/3 pollici con un otturatore globale per ridurre al minimo gli artefatti durante la ripresa di schermi LED o scene illuminate con flash o illuminazione stroboscopica. È incluso il supporto completo HDR/SDR e la possibilità di scegliere tra gli spazi cromatici BT.2020 e BT.709. Come opzione è possibile effettuare riprese HFR a velocità fino a 2x in UHD o fino a 8x in HD tramite la stazione base. Se combinato con la stazione base Ikegami BSX-100 o l’unità di controllo della telecamera CCU-X100, l’UHK-X700 può emettere contemporaneamente formati video UHD/HD. È disponibile un’interfaccia IP di I/O video, audio e intercom conforme agli standard SMPTE ST.2110 come opzione sulla stazione base o sulla CCU. Il video UHD è disponibile come feed 12G-SDI direttamente dalla testa della telecamera, consentendo l’integrazione in un sistema wireless. Con un peso di soli 5 kg, l’UHK-X700 è dotato di un attacco per obiettivo B4 e ha una sensibilità ottica di F11 quando si opera a UHD/50p.

Anche la telecamera full studio Ikegami UHK-X750 debutta all’IBC, con tutte le funzionalità avanzate dell’UHK-X700 ad eccezione di quelle che si applicano alla versione a spalla . L’UHK-X750 offre un baricentro più basso e una messa in scena più semplice rispetto a una telecamera portatile con teleobiettivo e supporto. Inoltre, la telecamera da studio Ikegami UHK-X750 è caratterizzata da una maggiore enfasi del design sulla facilità di manutenzione e sul funzionamento ottimale.

ANTEPRIMA IBC: stazione base in fibra multiformato Ikegami BSX-100 UHD/HD

L’Ikegami BSX-100 è una stazione base in fibra UHD/HD. Offre un efficiente soluzione di aggiornamento per le emittenti e le società di produzione mentre passano da SDI a IP, da SDR a HDR e da HD a UHD, incluso il flusso di lavoro a doppio formato HD/UHD. Progettato come unità multipiattaforma, il BSX-100 è disponibile per i sistemi di telecamere Ikegami HD e UHD, offrendo connettività con i modelli di telecamera Unicam HD o Unicam XE, o entrambi. L’interfaccia SMPTE ST.2110 media-over-IP è disponibile come opzione per l’uso su reti da 10 GbE e 25 GbE. Il video HDR con una riproduzione di qualità molto elevata dalle aree scure a quelle luminose è supportato insieme all’ampia gamma cromatica come standard. Il BSX-100 include la conversione da HDR a SDR e può essere utilizzato in qualsiasi combinazione desiderata di risoluzione HD o UHD e SDR o HDR contemporaneamente. Alloggiato in un’unità di massa ridotta a metà rack, alta 3U, è facilmente integrabile in luoghi in cui lo spazio è limitato.

ANTEPRIMA IBC: telecamera Ikegami UHL-F4000 compatta multiruolo UHD HDR

L’Ikegami UHL-F4000 è una Telecamera UHD HDR compatta e leggera con un basso consumo energetico. Con il suo fattore di forma ridotto e il peso ridotto di soli 1,1 kg, è ottimizzato per applicazioni come l’acquisizione di video aerei e la robotica da studio. Le caratteristiche includono riduzione della foschia, nitidezza dell’immagine, inversione verticale dell’immagine, rimozione del rumore e zoom digitale. La testa della telecamera utilizza tre sensori con otturatore globale CMOS ad alta sensibilità in grado di acquisire video a colori di qualità broadcast in un’ampia gamma di condizioni notturne o diurne, completamente privi di distorsioni geometriche ed effetti di flashband. Una connessione in fibra ottica duplex da 40 Gbps comunica tra la testa della telecamera e la CCU, che possono essere posizionate fino a 10 km di distanza. La fibra ottica può essere integrata in un nucleo bidirezionale tramite un circolatore ottico e fatta passare attraverso un giunto rotante ottico unipolare utilizzato per un piccolo gimbal. La CCU è compatta e leggera e fornisce simultaneamente video UHD e HD compatibili con HDR.

 

ROSS VIDEO CONFERMA L’ACCORDO PER L’ACQUISIZIONE DI SPIDERCAM

Ross Video ha concordato i termini per acquisire Spidercam (https://www.spidercam.tv), con sede in Austria, il fornitore globale di soluzioni per telecamere via cavo. Spidercam ha fatto il suo debutto televisivo nel 2005 ed è ora il leader di mercato nelle soluzioni di telecamere via cavo utilizzate per creare riprese all’aperto uniche per eventi sportivi, concerti, eSport e programmi TV in tutto il mondo.

“La tecnologia di Spidercam crea immagini semplicemente spettacolari e siamo entusiasti di integrarle nel nostro universo di produzione”, afferma David Ross, CEO di Ross Video. “Ci impegniamo a continuare l’eccellente esperienza del cliente di Spidercam come parte di Ross, offrendo allo stesso tempo più funzionalità a un numero ancora maggiore di clienti. A livello personale, adoro le telecamere via cavo, sono una tecnologia così impressionante e drammatica”.

Il sistema Spidercam è sospeso su quattro cavi con verricelli che navigano in un carrello della fotocamera nello spazio 3D utilizzando una testa stabilizzata per fornire video HD o 4K. Il noleggio del sistema include un tecnico di accompagnamento, un pilota e un operatore della telecamera. L’azienda ha anche lanciato di recente una mini soluzione fissa per ambienti di produzione interna più piccoli.

“Diventare parte di Ross Video è un’incredibile opportunità per sbloccare davvero il potenziale di Spidercam”, afferma Herbert Neff, CEO di Spidercam. “Non vediamo l’ora di sfruttare i vantaggi dell’integrazione dei nostri sistemi di telecamere e dei servizi offerti in una vera e propria azienda di produzione live end-to-end altamente innovativa. Abbiamo già lavorato insieme producendo realtà aumentata dal vivo con le combinazioni della nostra tecnologia e di Ross e c’è molto di più che potremo fare in futuro. Le nostre soluzioni per fotocamere estendono le attuali soluzioni robotiche di Ross Video offrendo immagini uniche e creative”.

Il notevole lavoro di produzione di Spidercam include i principali campionati e tornei sportivi internazionali, spettacoli di premi, eventi di intrattenimento e competizioni di eSport guardate in tutto il mondo.

Spidercam ha sede a Feistritz im Rosental, in Austria, supportata da strutture di servizio ad Amburgo, in Germania; Kennesaw, Georgia; e ha una joint venture con Gravity Media per servire il mercato australiano.
Karen Walker, VP Camera Motion Systems, Ross, con l’amministratore delegato di Spidercam Marc Denker

I partecipanti all’IBC Show presso la RAI di Amsterdam dal 9 al 12 settembre 2022 possono visitare lo stand 11.B10 di Ross Video insieme a Spidercam.

 

DEJERO ENTRA CON DECISIONE NEL 5G

Dejero sta adottando l’ultima generazione di tecnologia di comunicazione mobile. All’IBC, l’azienda canadese presenta i suoi nuovi trasmettitori mobili EnGo 3 e EnGo 3x 5G con gateway Internet integrato, insieme al suo nuovo ricevitore WayPoint 3.

Rob Waters, Global Director Sales di Dejero, ha dichiarato che l’azienda era in qualche modo in ritardo con il lancio dei suoi prodotti 5G rispetto ad altri. Tuttavia, questa è stata una mossa decisa a tavolino poiché Dejero si è presa il tempo per imparare quali sarebbero stati i reali requisiti per il 5G. Ecco le sue parole:

“Volevamo imparare cosa richiedeva veramente il mercato. Volevamo lavorare con i nostri clienti per trovare le soluzioni giuste per loro. E allo stesso tempo, altre tecnologie stavano cambiando intorno ad esso. Volevamo lavorare con alcune persone come Intel, per assicurarci di fornire il giusto livello di prodotto”, ha affermato Waters.

I trasmettitori EnGo 3 e EnGo 3x sono progettati con la nuova architettura dell’antenna RF e 4×4 MIMO. Waters ha sottolineato che l’uso di quattro antenne “consentirà prestazioni superiori”.

Dejero fornisce anche dispositivi di aggregazione di rete GateWay progettati per fornire connettività affidabile per voce, video e dati in ambienti nomadi o mobili, oltre ad aggiungere connettività wireless a postazioni fisse.

Di recente, l’azienda è passata da Windows al sistema operativo Linux, “che offre ai nostri principali clienti broadcast significativi miglioramenti della sicurezza”, ha affermato Waters. Dejero continuerà a supportare i prodotti Windows in futuro.

Ha anche affermato che il passaggio a Linux “ci consente di utilizzare la nostra connettività, già sviluppata per altri prodotti”. Ad esempio, i nuovi prodotti EnGo presentano una “modalità Gateway” per la connettività wireless a banda larga e uno zaino modificato con telecomando cablato. “Questo consente al dispositivo di lavorare come un enorme hotspot di connettività Internet”.

 

SONY FR7, LA PRIMA TELECAMERA PTZ AL MONDO FULL-FRAME, OTTICA INTERCAMBIABILE E FUNZIONI REMOTE

Sony annuncia l’ultimo componente aggiunto alla propria Cinema Line, la ILME-FR7, una telecamera E-mount con ottica intercambiabile con sensore dell’immagine full-frame e funzione pan tilt zoom (PTZ) incorporata. Il suo versatile telecomando e le sue caratteristiche cinematografiche aprono possibilità creative per le riprese in studio, le produzioni live e la cinematografia.

SONY LANCIA FR7, LA PRIMA TELECAMERA PTZ AL MONDO CHE COMBINA UN SENSORE FULL-FRAME, OTTICA INTERCAMBIABILE E FUNZIONI DI RIPRESA REMOTA

La nuova telecamera Sony PTZ Cinema Line apre nuove possibilità creative e cinematografiche per i creatori di contenuti, dai filmmaker a produttori di eventi dal vivo o video musicali

Un sensore dell’immagine full-frame ad altre prestazioni e il taglio espressivo dell’ampia gamma di ottiche E-mount di Sony operano insieme al controllo pan tilt zoom remoto, all’elevata flessibilità della funzione di zoom e alle riprese grandangolari per superare le limitazioni di spazio e di posizione. Offre inoltre l’aspetto cinematografico e l’operatività che hanno reso le telecamere cinematografiche digitali di Sony il prodotto di punta per il settore cinematografico, oltre a una connettività versatile e a un efficiente supporto del workflow multi-camera.

QUALITÀ DELLE IMMAGINI SENZA COMPROMESSI QUALITÀ IN FORMATO PTZ

ILME-FR7 – Telecamera PTZ Full-Frame Cinema Line con ottica intercambiabile e range dinamico con oltre 15 arresti, 4K High-Frame-Rate (QFHD) 120 fps, Fast Hybrid & Real-Time Eye AF e scienza del colore S-Cinetone™.

La FR7 è dotata di sensore dell’immagine full-frame CMOS retroilluminato da 35 mm Exmor R™, con circa 10,3 megapixel effettivi, ampia latitudine*3 di arresto 15+, per la prima volta in una telecamera pan tilt zoom (PTZ). Oltre al wide dynamic range, alla bassa rumorosità e al bokeh cinematografico full frame, questo straordinario sensore offre anche un’elevata sensibilità che consente di espandere l’ISO fino a 409600*4 durante le riprese con scarsa illuminazione.

La FR7 è dotata dell’E-mount Sony e può contare un’ampia gamma di ottiche E-mount*2, fra cui la serie G Master™ con risoluzione sorprendente ed effetto bokeh. Una scelta di ottiche con lunghezza focale variabile da 12 mm e 1200 mm*5 consente agli utenti di controllare completamente la creatività.

La telecamera integra numerose funzionalità della Cinema Line per offrire un look and feel cinematografico, comprendente:
L’impostazione della sensibilità consente di espandere l’ISO fino a 409600 *4 durante le riprese con scarsa luminosità.
La latitudine*3 di arresto 15+ consente riflessi soffusi e bassi livelli di rumore.

Sono inclusi file preimpostati per le scenografie, inclusi S-Cinetone per tonalità intermedie naturali, essenziali per un colore sano della pelle, oltre a colori morbidi e fantastici riflessi. Poiché è possibile creare l’aspetto di destinazione durante la ripresa, questo consente di risparmiare sui tempi di post-produzione. In modalità Cine EI, la sensibilità di base può essere impostata su ISO 800 o ISO 12800 per adeguarla alle condizioni di illuminazione e ridurre al minimo il rumore, conservando un aspetto coerente. Questa modalità è ideale per la post-produzione, in quanto consente di utilizzare la gamma originale Sony S-Log3 e gli ampi gli spazi di colore S-Gamut3 e S-Gamut3.Cine.

Sono possibili riprese slow motion fino a 4K 120p*5, offrendo nuovamente le possibilità emozionali offerte da un look cinematografico.

Funzionamento semplice per una narrativa da nuove angolazioni

Con una nuova applicazione web dedicata, le funzioni pan, tilt, zoom, messa a fuoco, registrazione, riproduzione e tutte le impostazioni della telecamera possono essere controllate in modo intuitivo da un tablet o da un browser web. Più persone possono monitorare le riprese video della FR7 in remoto e contemporaneamente. È inoltre abilitato il monitoraggio multi-camera, che consente di visualizzare più telecamere in remoto su un unico dispositivo. Grazie al meccanismo pan/tilt integrato, controllabile a distanza, la FR7 può essere montata su un treppiede, a soffitto con l’apposito dispositivo CIB-PCM1 o in altri luoghi difficilmente accessibili, in modo da poter seguire e registrare i soggetti in modo discreto e da punti di vista unici. È anche compatibile con il telecomando RM-IP500*7 di Sony per la produzione multi-camera, espandendo le possibilità creative e riducendo l’esigenza di personale dedicato negli studi di produzione e di altre situazioni di ripresa. Una sola unità RM-IP500 può controllare da remoto fino a 100 telecamere PTZ e offrire preziose funzionalità pan, tilt e zoom controllate da joystick.

Il telecomando a infrarossi fornito supporta anche il semplice funzionamento della FR7.

Movimenti PTZ variabili per un funzionamento senza problemi delle telecamera

La velocità di pan e tilt può essere variata continuamente da 0,02 gradi al secondo fino a 60 gradi al secondo, e supporta un’ampia gamma di movimenti stabili e morbidi della telecamera. L’angolazione pan varia da -170° a +170°, e l’angolo di tilt varia da -30° a +195°.

Fino a 100 posizioni preimpostate della telecamera

La FR7 può memorizzare fino a 100 posizioni preimpostate della telecamera. L’applicazione web integrata e il telecomando RM-IP500 opzionale consentono di richiamare fino a 100 posizioni preimpostate della telecamera. Le preimpostazioni includono direzione, zoom e messa a fuoco della telecamera, e possono essere richiamate con la semplice pressione di un pulsante.

La FR7 supporterà anche il protocollo S700 via Ethernet, consentendo il controllo di questo prodotto dal pannello telecomando (RCP) e dall’unità di configurazione principale (MSU) Sony, con un aggiornamento del firmware*8.

Eye AF in tempo reale e tracciamento in tempo reale

Il rapido AF ibrido e le funzionalità pan/tilt/zoom si combinano per la messa a fuoco precisa e morbida di soggetti statici o in rapido movimento in un’area di ampie dimensioni, in modo da evitare immagini sfocate, anche utilizzando una profondità di campo ridotta.

Il motore BIONZ XR™ integrato comprende le prestazioni di rilevazione per regolare la messa a fuoco anche di soggetti con sguardi molto angolati, consentendo all’operatore di concentrarsi sull’ottimizzazione della ripresa. La messa a fuoco touch può essere utilizzata per avviare la messa a fuoco con tracciamento in tempo reale sul soggetto desiderato usando l’applicazione web della FR7, con Eye AF in tempo reale qualora venga rilevato un occhio.

Filtro ND variabile Sony integrato, con controllo elettronico

Il filtro ND variabile elettronico integrato Sony consente una regolazione ND senza interruzioni. La funzione ND Auto mantiene costante l’esposizione regolando automaticamente il filtro ND secondo i cambiamenti della luce. È possibile anche il controllo remoto, che consente di controllare l’esposizione a distanza dalla telecamera.

Interfacce versatili per diversi workflow di produzione

L’FR7 è stata costruita per integrarsi e adattarsi a numerosi scenari di workflow, dal semplice plug and play alle produzioni high-end più complesse, grazie a una selezione completa di ingressi e uscite video, streaming IP, alimentazione e sincronizzazione con altri dispositivi.

Registrazione XAVC interna/Uscita RAW esterna

Funzione rara in una telecamera PTZ, la FR7 è caratterizzata anche da slot dual media che supportano le memory card CFexpress Type A e SDXC. La capacità di registrare riprese video XAVC-I di alta qualità insieme a metadati rende la FR7 una scelta eccellente per un’ampia gamma di applicazioni di produzione video.

Le card CFexpress Type A sono particolarmente adatte alla produzione di filmati 4K a velocità elevata, grazie alla capacità di scrittura ad alta velocità che garantisce una registrazione stabile di un alto volume di dati high frame rate. Sono supportate anche la registrazione simultanea, la registrazione differita, la registrazione a intervalli e la registrazione proxy.

L’uscita SDI può inviare un segnale RAW a 16 bit a un registratore esterno compatibile (venduto separatamente).

Interfaccia video/audio professionale

Sono forniti connettori HDMI Type A e 12G-per l’uscita video, insieme a un’uscita ottica*9 per le trasmissioni a lunga distanza.

Il connettore AUDIO IN (XLR di tipo a 5-pin) riceve il segnale da un microfono esterno o da un dispositivo audio. AUDIO CH-1 e CH-2 usano un unico connettore.

Connettività Ethernet

Controllo della telecamera, trasferimento video/audio e alimentazione possono essere eseguiti anche attraverso un unico cavo di rete, semplificando i requisiti di cablaggio.

Il connettore LAN (rete) della FR7 supporta svariati protocolli di streaming, inclusi RTSP, SRT e NDI ® |HX*10, perfetti per lavorare in una ambiente basato su reti IP.

La FR7 può essere alimentata da un dispositivo PoE++ (Power over Ethernet Plus )*11 esterno attraverso un cavo di rete standard, eliminando la necessità di un cavo di alimentazione a parte.

Sincronizzazione della produzione multi-camera

Il connettore Timecode IN riceve il timecode per la sincronizzazione con un dispositivo esterno, mentre il GENLOCK riceve i segnali di sincronizzazione nelle configurazioni multi camera.

Inoltre, sui pannelli laterali della telecamera sono presenti luci di conteggio rosso/verde, che consentono agli artisti e al personale di identificare facilmente le telecamere in onda e quelle di anteprima nelle configurazioni multi-camera in studio o nella location.

La FR7 verrà presentata per la prima volta nello stand Sony presso l’IBC 2022 ad Amsterdam, dal 9 al 12 settembre.

Informazioni su Cinema Line

Cinema Line è una serie di nuove telecamere per i creatori di contenuti che riunisce l’esperienza di Sony nella qualità dell’immagine, nell’attenzione ai dettagli, nella tecnologia e nella passione per il cinema digitale.

Cinema Line non offre solo il desiderato look cinematografico sviluppato tramite una vasta esperienza nella produzione cinematografica digitale, ma anche un’ottimizzazione di operabilità e affidabilità che soddisfano le esigenze dei creatori più informati.

Cinema Line include la telecamera digitale VENICE e il suo ultimo modello VENICE 2, ampiamente apprezzato nel settore delle produzioni programmate ed episodiche, la telecamera professionale FX9, popolare tra i produttori di documentari e teatro, la FX6, per riprese immediate e creazione di contenuti e la FX3, il modello più piccolo e leggero *11.

NOTE
*1 All’annuncio del prodotto del 6 settembre 2022, Confrontata con le telecamere con montaggio pan/tilt integrato, sondaggio Sony.
*2 Utilizzando i modelli SEL100400GM, SEL200600G, SEL400F28GM e SEL600F40GM, usare dopo il fissaggio pan/tilt con il meccanismo di bloccaggio della telecamera.
*3 Registrazione S-Log3. Misurazione Sony.
*4 Modalità personalizzata.
*5 È richiesto il teleconvertitore SEL20TC.
*6 Ritaglio del 10% circa.
*7 Venduto separatamente.
*8 Aggiornamento a inizio 2023.
*9 L’uscita ottica richiede il modulo SFP+ (venduto separatamente).
*10 NDI® è un marchio registrato di NewTek, Inc. NDI®|HX è una tecnologia di NewTek, Inc. Un aggiornamento di NDI®|HX deve essere acquistato da NewTek.
*11 Conforme a IEEE802.3bt (Type 4, Class 8). La registrazione e la riproduzione interna non sono disponibili con l’alimentazione PoE++.
*12 Nella serie Cinema Line. A febbraio 2021.

CANON PRESENTA CINQUE VIDEOCAMERE 4K VERSATILI

Riprese perfette per raccontare la propria storia, grazie alle novità Canon presentate all’IBC 2022 XA65/XA60, XA75/XA70 e LEGRIA HF G70

Canon presenta cinque videocamere 4K versatili

Canon si presenta all’IBC 2022 con quattro videocamere professionali – XA65, XA60, XA75 e XA70 – insieme alla videocamera prosumer LEGRIA HF G70. Le nuove videocamere sono adatte a un’ampia gamma di utilizzi, compresi documentari, eventi corporate e didattica. Questi modelli offrono prestazioni professionali e sono in grado di eseguire eccezionali riprese di qualità 4K e di trasmettere in streaming HD UVC tramite USB-C[1], con avanzate funzionalità di messa a fuoco automatica e rilevamento del viso. Tutti i modelli consentono la registrazione MP4, mentre le quattro videocamere professionali sono anche dotate di registrazione XF-AVC per supportare le applicazioni broadcast.

Riprese 4K di elevata qualità

La gamma di videocamere compatte proposta da Canon consente ai content creator di realizzare facilmente eccezionali riprese 4K in ogni situazione. Alimentate da un processore DIGIC DV6 e sfruttando il sensore CMOS di tipo 1/2.3″ e il sensore CMOS di tipo 1.0″, rispettivamente, le videocamere XA65/XA60 e XA75/XA70 eseguono riprese in 4K UHD e Full HD utilizzando l’oversampling per garantire una qualità HD superiore. Sono pertanto perfette per un’ampia gamma di scenari. In abbinamento con il design ottico intelligente di Canon, queste nuove videocamere offrono eccezionali funzionalità zoom in un corpo leggero e compatto. Raggiungendo una lunghezza focale equivalente a 35mm, XA65/XA60 offrono uno zoom ottico 20x e XA75/XA70 uno zoom 15x. Tutti i modelli professionali supportando lo zoom digitale 40x, che arriva a 800x in XA65/XA60 e 600x in XA75/XA70. Dotate di impeccabili funzionalità video, queste videocamere sono anche progettate per migliorare l’operatività grazie a un nuovo e ampio monitor LCD touch da 3.5″ e a un mirino elettronico ad alta risoluzione.

Messa a fuoco precisa, riprese stabili

Grazie ai sistemi AF di precisione creati da Canon, XA65/XA60 e XA75/XA70 consentono ai content creator di agganciare i loro soggetti e seguire facilmente l’azione. Dotati di tecnologia Dual Pixel CMOS AF, i modelli XA75/XA70 assicurano una messa a fuoco rapida e precisa che opera in sinergia con la guida Dual Pixel Focus per facilitare l’uso della messa a fuoco manuale. La gamma XA65/XA60 impiega un avanzato sistema AF ibrido per garantire una messa a fuoco precisa anche in condizioni di scarsa illuminazione. Tutti i modelli offrono velocità di messa a fuoco regolabili per un AF fluido o veloce; possono anche essere controllate dal display LCD da 3,5″, consentendo agli operatori di impostare facilmente la messa a fuoco toccando un solo punto AF. Per ulteriore accuratezza e praticità, soprattutto negli ambienti più frenetici dove gli operatori devono seguire un soggetto specifico, sono disponibili le modalità Face Detection AF e Face Tracking. Tutte le nuove videocamere sono dotate di messa a fuoco manuale, che può essere impostata dalla ghiera di messa a fuoco/zoom oppure dalla ghiera di controllo dell’obiettivo di XA75/XA70. Inoltre, questi modelli impiegano lo stabilizzatore d’immagine a 5 assi per realizzare riprese stabili e uniformi.

Formati di registrazione versatili

Dotate di una serie di opzioni di registrazione flessibili, XA65/XA60 e XA75/XA70 si integrano perfettamente nei flussi di lavoro professionali, che si tratti di effettuare riprese in 4K UHD nel formato XF-AVC da 160 Mbps a 25P per il broadcast o nel codec MP4 da 150 Mbps a 25P, più piccolo e maneggevole. Grazie alle numerose opzioni di registrazione, che comprendono Slow e Fast Motion, registrazione con visualizzazione a schermo che incorpora la data e l’ora nell’immagine video, e modalità a infrarossi per le riprese al buio, queste videocamere supportano un’ampia gamma di applicazioni. Possono anche essere facilmente integrate in una configurazione multi-camera grazie al menu immagine personalizzato, consentendo di ottenere una corrispondenza colore ottimale con le riprese realizzate con altre fotocamere Canon. Per una registrazione audio professionale, XA65/XA60 e XA75/XA70 dispongono di due ingressi audio XLR e PCM lineare a 4 canali che consentono di impostare il livello di registrazione e la sensibilità dell’input.

Opzioni di connettività avanzata

Le nuove videocamere professionali Canon offrono una serie di opzioni di connettività per consentire la trasmissione facile e veloce di video ad alta risoluzione. XA65/XA60 e XA75/XA70 possono trasmettere in streaming video HD in formato UVC tramite USB-Ci da un PC: la soluzione ideale per gli ambienti didattici o i luoghi di culto che offrono sempre più servizi in presenza e virtuali. Tutti i modelli includono un’uscita HDMI e il backup simultaneo e la registrazione relay con doppio slot della scheda SD, mentre XA65 e XA75 offrono un’uscita 3G-SDI aggiuntiva.

Libera il filmmaker che c’è in te

Progettata per gli aspiranti filmmaker e documentaristi, LEGRIA HF G70 è una videocamera multifunzione che racchiude funzionalità professionali in un corpo compatto e facile da utilizzare. Utilizzando un sensore CMOS di tipo 1/2.3 e un obiettivo zoom 20x di elevata qualità, questa videocamera realizza video in 4K UHD nel formato MP4 e riprese HD con oversampling per una risoluzione impeccabile. Le uscite HDMI e USB-C permettono di trasformare LEGRIA HF G70 in una webcam per videochiamate di elevata qualità e per la condivisione dei contenuti online. È inoltre disponibile una serie di modalità scena che comprende: modalità notturna, registrazione con visualizzazione a schermo e modalità scena audio, che aggiunge la registrazione audio sintonizzata con l’ambiente di ripresa.

Arricchimento dei prodotti sull’intero portfolio Pro AV

Insieme a queste videocamere, Canon presenta anche una serie di prodotti per le produzioni broadcast e live, che comprende: CR-N700, CN8x15 IAS S E1/P1, EU-V3 e DP-V2730. CR-N700 è la nuova telecamera PTZ 4K60P 4:2:2 a 10 bit con connettività 12G-SDI, progettata per le produzioni broadcast di alto profilo. CN8x15 IAS S E1/P1, EU-V3 e il nuovo aggiornamento firmware per Cinema EOS consentiranno alle videocamere cinema di fascia alta, EOS C300 Mark III ed EOS C500 Mark II, di lavorare perfettamente nei flussi di lavoro di produzione live. Oggi Canon presenta anche il display di riferimento DP-V2730 da 27″, che potenzia la gamma di monitor 4K Canon per offrire una soluzione per ogni esigenza

Caratteristiche principali XA75/XA70:

  • Sensore CMOS di tipo 1″ e processore DIGIC DV6 per registrazione 4K UHD
  • Zoom ottico 15x con zoom digitale 40x
  • DUAL Pixel CMOS AF e Face tracking
  • Doppio ingresso audio XLR con registrazione audio a 4 canali.
  • Supporto ripresa a infrarossi
  • Supporto USB Video Class (UVC)i
  • Uscite 3G-SDI (solo XA75) e HDMI

Caratteristiche principali XA65/XA60:

  • Sensore CMOS di tipo 1/2.3″ e processore DIGIC DV6 per registrazione 4K UHD
  • Zoom ottico 20x con zoom digitale 40x
  • Doppio ingresso audio XLR con registrazione audio a 4 canali.
  • Supporto ripresa a infrarossi
  • Supporto USB Video Class (UVC)i
  • Uscite 3G-SDI (solo XA65) e HDMI

Caratteristiche principali LEGRIA HF G70:

  • Sensore CMOS di tipo 1/2.3″ 4K UHD
  • Obiettivo zoom 20x di elevata qualità
  • Uscita USB-C per lo streaming
  • AF ibri
  • Elaborazione HD con oversampling
  1. Uscita audio non supportata da USB-C.

CANON IBC 2022: LE SOLUZIONI PER IL BROADCAST E IL CINEMA

Canon ha annunciato che le novità che saranno presentate al prossimo IBC saranno molte e rappresenteranno una pietra miliare nell’evoluzione tecnologica della casa costruttrice giapponese. Le novità riguarderanno telecamere portatili e PTZ con soluzioni innovative che saranno sicuramente apprezzate dal mercato. Inoltre, uno sforzo produttivo è stato fatto nella direzione dell’utilizzo delle nuove soluzioni nel Virtual Reality.

CANON TORNA A IBC 2022 PER PRESENTARE LE SUE SOLUZIONI PER PRODUZIONI BROADCAST E CINEMATOGRAFICHE

 Canon annuncia che presenterà la sua offerta di soluzioni a IBC 2022, il principale evento internazionale dedicato alla creazione, gestione e distribuzione di contenuti. Lo stand Canon riflette gli enormi cambiamenti vissuti dal settore negli ultimi anni, dove la crescente esigenza di creazione di contenuti a basso costo hanno portato alla ribalta i sistemi di produzione virtuale e da remoto. I visitatori potranno vedere in azione l’ecosistema di imaging Canon per la produzione live, oltre alle soluzioni XR Studio e VR, e toccare con mano i nuovi prodotti, tra i quali le telecamere PTZ e le videocamere EOS R5 C e XF605.

XF605, videocamera 4K, offre un nuovo livello di prestazioni e controllo ai videomaker che lavorano in solitaria. Con zoom ottico 15x, connettività professionale e messa a fuoco automatica avanzata, tra cui la tecnologia AF di rilevamento occhi e di rilevamento intelligente della testa per la prima volta nella serie XF, si tratta di una videocamera versatile che si adatta perfettamente a lavori in studio o sul campo.

 Ryan Kamata, European Senior Product Marketing Manager di Canon Europe
Ryan Kamata, European Senior Product Marketing Manager di Canon Europe

Ryan Kamata, European Senior Product Marketing Manager di Canon Europe ha commentato:  “È bello tornare a IBC per presentare le nostre ultime innovazioni. Quando abbiamo partecipato nel 2019, il settore della produzione e della creazione di contenuti era completamente diverso. La pandemia ha spinto questo settore a potenziare la produzione virtuale e da remoto per sostenere squadre più piccole e operatori indipendenti. Ed è proprio quello che mostreremo nel nostro stand. Abbiamo lavorato alacremente per superare i limiti con le nostre soluzioni integrate e non vediamo l’ora di spiegare ai nostri clienti i vantaggi che potranno trarne.”

 

 

 

 

 

Ecosistema di imaging Canon per la produzione live
Canon Camera Per rispondere alla crescente richiesta di soluzioni in grado di supportare la produzione da remoto e live, Canon presenterà la sua configurazione multi-camera personalizzabile. Dalle videocamere cinema di ampio formato alle telecamere PTZ con comando a distanza, i visitatori scopriranno come allestire una configurazione multi-camera esclusiva in grado di soddisfare le loro esigenze. A illustrare l’applicazione pratica di questa soluzione ci sarà il Canon Ambassador e filmmaker, Sébastien Devaud. Le nuove telecamere PTZ Canon, che supportando una serie di protocolli IP, saranno abbinate alle videocamere Cinema di fascia alta, come EOS C300 Mark III e la videocamera professionale XF605, utilizzando il protocollo XC Canon. Le riprese saranno quindi visualizzate sui monitor di riferimento professionali, per mostrare le nuove opportunità offerte alla produzione live e da remoto.

 XR Studio
Le soluzioni XR Studio stanno riscrivendo le regole della creazione di contenuti di alto livello, offrendo ai filmmaker una configurazione più efficiente e di elevata qualità. In collaborazione con Mo-Sys, azienda specializzata in soluzioni di produzione virtuale, Canon mostrerà come il suo software XR comunica con i dati dell’obiettivo e della videocamera sulle videocamere Cinema professionali. Applicata a vari prodotti, tra i quali EOS C500 Mark II e gli obiettivi Flex Zoom, la soluzione consente allo sfondo LED ad alta risoluzione di reagire in funzione dell’azionamento della videocamera e dell’obiettivo. Inoltre, il regista e cineasta Brett Danton racconterà come ha utilizzato il kit Canon per il suo recente lavoro, realizzato avvalendosi dei metodi di realtà estesa (XR).

Area VR
I visitatori che desiderano prendersi una pausa, potranno immergersi in una serie di contenuti VR realizzati con le videocamere Canon EOS R5 ed EOS R5 C e l’obiettivo RF 5.2mm F2.8L DUAL FISHEYE. Il fornitore di soluzioni VR Invelon ha creato due esperienze VR: il visitatore potrà fare un viaggio in sella a un quad alla scoperta di una meravigliosa località turistica oppure essere trasportato nel backstage di una rock band e vivere l’emozione dell’audio ambisonico con le cuffie VR fornite da Varjo e alimentate da computer Lenovo.

IBC si svolgerà dal 9 al 12 settembre 2022, ad Amsterdam.
Canon sarà presente al Padiglione 11, Stand C45.

 

INDAGINE SULLA GOVERNANCE RAI

La Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha istruito un’indagine conoscitiva sui modelli di governance e il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo italiano-RAI. Quest’indagine ha coinvolto anche enti nazionali ed europei che gravitano intorno al servizio pubblico nazionale. Gli esiti dell’indagine sono un importante contributo alla legge di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo, attualmente al vaglio del legislatore presso le competenti commissioni permanenti di Camera e Senato.

CAMERA DEI DEPUTATI XVIII LEGISLATURA

Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Martedì 2 agosto 2022
DOCUMENTO CONCLUSIVO DELL’INDAGINE CONOSCITIVA SU I MODELLI DI
GOVERNANCE E IL RUOLO DEL SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO, ANCHE CON RIFERIMENTO AL QUADRO EUROPEO E AGLI SCENARI DEL MERCATO AUDIOVISIVO

CAPITOLO 1
Genesi e finalità dell’indagine conoscitiva
La Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha promosso, nel corso del 2021, un’indagine conoscitiva avente ad oggetto i modelli di governance e il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo, anche con riferimento al quadro europeo e agli scenari del mercato audiovisivo.

L’indagine conoscitiva è stata motivata dalla necessità di sviluppare una riflessione sulle soluzioni da adottare per rafforzare e rilanciare la missione del servizio pubblico radiotelevisivo nell’attuale contesto multimediale, multipiattaforma e multicanale.

Uno scenario complesso e reso ancora più problematico dalle trasformazioni avvenute nel corso della pandemia da Covid-19, durante la quale è significativamente aumentata sia la platea degli abbonati alle piattaforme Over-the-top (OTT) a pagamento sia quella degli utenti dei servizi streaming non a pagamento in parallelo, ad un incremento degli investimenti, in produzioni audiovisive originali italiane da parte dei player internazionali.

In aggiunta, è da notare una duplice dinamica che vede, da un lato, una sempre maggior
convergenza tra le diverse piattaforme a pagamento, con l’obiettivo di offrire all’utente un unico punto di accesso per i diversi cataloghi non lineari e, dall’altro, una ancora più accentuata frammentazione del settore della produzione indipendente.

In tale contesto, si tratta di dare la possibilità al servizio pubblico non tanto o non solo di
competere nell’attuale mercato dei media quanto di continuare ad esistere.
L’indagine conoscitiva e gli esiti della stessa si pongono altresì quale contributo alla legge di
riforma del servizio pubblico radiotelevisivo, attualmente al vaglio del legislatore presso le
competenti commissioni permanenti di Camera e Senato.

Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sono stati auditi, in ordine cronologico, i seguenti soggetti i quali hanno altresì depositato contributi e documentazione di interesse:

1) ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali,
nella persona del presidente, Francesco Rutelli (4 maggio 2021);

2) EBU – European Broadcasting Union, nella persona del direttore generale, Noel Curran (18
maggio 2021);

3) Confindustria radio televisioni, nella persona del presidente, Francesco Angelo Siddi (26
maggio 2021);

4) APA – Associazione produttori audiovisivo, nella persona del presidente Giancarlo Leone
(26 maggio 2021);

5) MIA – Mercato internazionale audiovisivo, nella persona della direttrice Lucia Milazzotto
(26 maggio 2021);

6) SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, nella persona del vice direttore generale,
Sergio Maria Fasano, e del direttore sezione cinema Andrea Marzulli (15 giugno 2021);

7) Italian Film Commissions, nella persona del presidente, Cristina Priarone (15 giugno 2021);

8) Banijay Group, nella persona dell’amministratore delegato, Marco Bassetti, e dell’amministratore delegato di Banijay Italia, Paolo Bassetti (14 settembre 2021);

9) AGCOM – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella persona del Presidente, Giacomo Lasorella (5 ottobre 2021);

10) Stand by me S.r.l., nella persona dell’amministratore delegato, Simona Ercolani (9 novembre 2021).

CAPITOLO 2
I principali temi sviluppati nel corso delle audizioni

2.1. La mission del servizio pubblico nel nuovo ecosistema dei media.

Come osservato in premessa, è solo partendo dalla riflessione sulla perdurante esigenza di un servizio pubblico nel mondo dei media audiovisivi – e sui bisogni cui è chiamato a dare risposta – che si può ragionare sulle caratteristiche strutturali che tale servizio deve possedere e, conseguentemente, sugli aspetti specifici della governance e delle risorse. Le ragioni che originariamente hanno legittimato il servizio pubblico – essenzialmente, la tutela del pluralismo in un ambito contraddistinto da scarsità di risorse tecniche e alti costi di produzione e trasmissione, unitamente a considerazioni sulla particolare «pervasività» del mezzo – oggi non ci sono più o sono molto attenuate.

Nel corso dell’indagine conoscitiva, pur nella presa d’atto delle difficoltà sempre maggiori che è destinato ad incontrare il servizio pubblico, nessuno ne ha realmente messo in discussione l’utilità e il ruolo. Nonostante le trasformazioni tecnologiche, le opportunità offerte dalla digitalizzazione, l’affermazione dei nuovi media e nonostante la presenza di emittenti televisive private che svolgono funzioni paragonabili a quelle previste dal contratto di servizio, si continua a ritenere che solo il servizio pubblico possa tutelare l’accesso universale a una programmazione di qualità e inclusiva, che rifletta gli interessi di tutti i gruppi sociali. È questo un sentimento comune a livello europeo, come evidenziato dal direttore generale dell’EBU. Emblematico, in tal senso, è l’esito del referendum svizzero del 2018 che mirava alla sostanziale abolizione del servizio pubblico radiotelevisivo e che è stato rigettato con il 71,6 per cento dei voti. Ciò detto, occorre rilevare che nel corso della procedura informativa è parimenti emersa la necessità che la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo rafforzi la credibilità e la riconoscibilità della propria offerta editoriale, puntando su contenuti che siano in grado di fornire allo spettatore modelli e visioni di alto livello qualitativo e a forte carattere innovativo. In altre parole, per recuperare prestigio, anche internazionale, la Rai deve rafforzare la propria identità, i cui contorni sono tracciati dalla legge e dal contratto di servizio, tenendo altresì conto del nuovo contesto multimediale interattivo.

Di contro, è stato sottolineato che, se la Rai insegue i target pubblicitari o si appiattisce sul modello delle televisioni commerciali, l’identità del servizio pubblico rischia di sbiadire mettendo seriamente in dubbio il senso della propria esistenza.

Per quanto concerne i compiti specifici del servizio pubblico, la pandemia da Covid-19 ha fatto comprendere l’importanza di un’informazione affidabile, di qualità e pluralista, nonché la centralità della mediazione giornalistica ed editoriale, a discapito della disintermediazione.

La pandemia ha inoltre reso ancor più evidente il valore e l’importanza per l’informazione della rete di sedi regionali e locali, di cui in Italia soltanto la Rai dispone. Le conseguenze economiche e sociali della pandemia hanno altresì dato rilievo all’obiettivo, che fa capo al servizio pubblico, della promozione dell’inclusione e della coesione nazionale.

Produzione e promozione dell’audiovisivo sono fondamenta della missione di servizio pubblico della Rai e della sua natura di industria culturale. L’ideazione, la produzione, la commercializzazione e la promozione dell’audiovisivo italiano ed europeo costituiscono altrettanti obiettivi della sua funzione pubblica, così com’è definita sia dalla normativa sia dal contratto di servizio. «La Rai valorizza le capacità produttive, imprenditoriali e culturali del Paese al fine di favorire lo sviluppo e la crescita del sistema di produzioni audiovisive indipendenti, italiane ed europee promuovendone l’efficienza e il pluralismo, nonché la ricerca di nuovi modelli produttivi e di nuovi linguaggi anche multimediali»: questa l’enunciazione, all’articolo 7, del Contratto di Servizio 2018-2022 tra la Rai e il Ministero dello Sviluppo Economico. Una prescrizione che, secondo quanto emerso dalle audizioni, attende di essere compiutamente tradotta in pratica, se guardiamo ai ritardi che la Rai ha accumulato sui vari fronti nei quali dovrebbe realizzarsi la sua missione pubblica in tema di audiovisivo.

Rinviando, per una trattazione più dettagliata, al seguito della relazione, in termini generali nel corso dell’indagine conoscitiva le società di produzione audite hanno chiesto che la Rai possa sostenere un ecosistema produttivo al servizio del Paese, contribuendo allo sviluppo dell’audiovisivo nazionale e dando la possibilità a chi ha capacità e ingegno di innovare il settore con prodotti creativi.

Accanto agli obblighi tradizionali, si è manifestata l’esigenza che la società concessionaria si faccia maggiormente carico di un servizio che assuma sempre più i contorni di un servizio essenziale per la cittadinanza, ossia l’alfabetizzazione digitale, inteso come sviluppo non solo di abilità digitali ma anche di una più diffusa e più solida consapevolezza civica nell’utilizzo degli strumenti digitali.

La Rai deve mettere in atto ogni sforzo per alfabetizzare verso le nuove tecnologie e accompagnare nella transizione digitale quelle fasce della popolazione che per motivi di reddito, per posizione geografica, per età, rischiano di essere tagliate fuori dalla rivoluzione tecnologica. E ciò in conformità al principio della nostra Carta costituzionale (articolo 3, secondo comma) che pone tra i compiti fondamentali dello Stato quello di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana».

Così, l’offerta obbligatoria della concessionaria dovrebbe arricchirsi di contenuti e format, ideati per una fruizione attraverso diverse piattaforme di comunicazione, dedicati all’innovazione digitale, allo sviluppo tecnologico, alla divulgazione della cultura informatica, alla disciplina giuridica del web, alla sostenibilità digitale.

Quanto al tema della transizione alla diffusione non lineare dei prodotti audiovisivi, RaiPlay non appare essere ancora in grado di rispondere alla sfida di dotare l’Azienda di un servizio autenticamente competitivo nel confronto con le nuove piattaforme commerciali OTT e di valorizzazione i contenuti audiovisivi realizzati da e per il servizio pubblico.

Da un lato, vi è il limite rappresentato dalla mancata produzione di contenuti originali per RaiPlay e dalla sua esclusione dagli accordi che permettono agli utenti di accedere attraverso un unico punto ai diversi cataloghi non lineari. Dall’altro, non appare sufficiente la valorizzazione dei diritti di video on demand sul catalogo storico Rai di cui RaiPlay dispone: non tanto in termini direttamente commerciali, quanto piuttosto nel senso di un più ampio ed efficace utilizzo del potenziale di quello straordinario catalogo audiovisivo a supporto delle strategie industriali del servizio pubblico radiotelevisivo e di ogni altra iniziativa multimediale realizzata anche attraverso risorse pubbliche.

Il potenziamento della multimedialità è fondamentale per intercettare il pubblico più giovane, la cui fuga colpisce i broadcaster del servizio pubblico non solo in Italia ma in tutta Europa. Il tema è di importanza vitale perché, se non c’è audience, è compromesso lo stesso perseguimento degli scopi pubblici affidati alla Rai.

2.2 La governance dell’azienda concessionaria del servizio pubblico.
Il sistema di governance della Rai è senza dubbio cruciale per il funzionamento del servizio pubblico. Se si effettua un’indagine di tipo comparatistico risulta che, benché non vi sia un modello unico di governance nei servizi pubblici dei diversi Paesi europei, in ogni caso il rapporto con le istituzioni appare necessario per la natura stessa del servizio e per il fatto che esso fa capo alla mano pubblica.

Nel corso della presente legislatura sono state avanzate varie proposte di riforma, che si possono essenzialmente ricondurre a due ispirazioni diverse. Un gruppo di proposte mirano a creare un diaframma tra le istituzioni e la Rai. Altre proposte mantengono il legame tra la concessionaria del servizio pubblico e le istituzioni ma, per valorizzare il pluralismo, spostano l’asse verso il Parlamento, in conformità alle indicazioni della Corte costituzionale, a partire dalla nota sentenza n. 225/1974.

Si ricorda, infatti, che le pronunce della Corte costituzionale hanno dichiarato la centralità del ruolo del Parlamento, che istituzionalmente rappresenta l’intera collettività nazionale, e della Commissione bicamerale alla quale sono attribuite le funzioni di indirizzo e vigilanza, proprio in considerazione dei caratteri di imparzialità, democraticità e pluralismo che devono informare il servizio pubblico radiotelevisivo e al precipuo scopo di evitare che questo venga gestito dal Governo in modo «esclusivo o preponderante».

In particolare, secondo la Corte «la rappresentanza parlamentare, in cui tendenzialmente si rispecchia il pluralismo esistente nella società, si pone … come il più idoneo custode delle condizioni indispensabili per mantenere gli amministratori della società concessionaria, nei limiti del possibile, al riparo da pressioni e condizionamenti, che inevitabilmente inciderebbero sulla loro obbiettività e imparzialità» (sentenza n. 69/2009).

Senza entrare nel merito delle varie proposte di riforma della governance, dall’indagine conoscitiva è emersa la necessità di dare effettiva applicazione ad alcuni principi fondamentali, che sono gli stessi per ogni servizio pubblico delle democrazie europee e, in particolare: indipendenza, trasparenza, responsabilità, sostenibilità. È stato evidenziato che occorre garantire alla concessionaria del servizio pubblico indipendenza editoriale e autonomia, escludendo ogni forma di controllo esterno ex ante sulla sua attività. Ciò, si è detto, non esclude che essa debba rispondere delle proprie scelte davanti all’organismo parlamentare, che ben può orientarne l’azione salvaguardandone e, anzi, promuovendone l’autonomia e correggendo le storture che dovessero emergere. Quanto alle nomine interne all’Azienda, nel corso dell’indagine conoscitiva è emersa l’opportunità che tutte le nomine dei direttori aventi una valenza editoriale siano condivise dall’amministratore delegato con il consiglio di amministrazione che dovrebbe, quindi, in ogni caso esprimere un parere obbligatorio e vincolante.

È stato altresì affermato che trasparenza nei metodi di nomina e nei rapporti con le istituzioni e con l’organo di vigilanza sono essenziali per il buon funzionamento del servizio pubblico. Queste osservazioni sono in sintonia con i principi posti dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che ha proposto le seguenti linee direttrici che gli organismi di servizio pubblico dovrebbero applicare per modernizzare il loro sistema di governance: indipendenza, assunzione di responsabilità, gestione efficiente, capacità di risposta e responsabilità deontologica, trasparenza e apertura (v. in particolare, Declaration of the Committee of Ministers on Public Service Media Governance del 15 febbraio 2012).

Una necessità evidenziata da più parti nel corso dell’indagine conoscitiva è quella di allungare la durata del mandato dei vertici della concessionaria, in quanto gli attuali tre anni appaiono insufficienti a redigere e attuare interamente un piano industriale di un’Azienda così complessa. Si è osservato che la durata del mandato dei vertici della maggior parte dei Servizi Pubblici europei è pari a cinque anni, che corrisponde, peraltro, alla durata del Contratto di servizio. Allineare i due termini permetterebbe di rendere la stessa governance che stipula il Contratto responsabile anche della sua completa attuazione.

2.3 I canali di finanziamento e le risorse. 
La certezza e la stabilità delle risorse, reclamata da più parti nel corso dell’indagine conoscitiva, è una richiesta legittima per la programmazione di un’azienda di grandi dimensioni e che svolge un servizio di siffatta rilevanza e complessità. È stato evidenziato, in particolare, che un livello adeguato di risorse è indispensabile al servizio pubblico radiotelevisivo per competere nel mercato sempre più globalizzato, multimediale e interconnesso della produzione audiovisiva.

D’altra parte, è innegabile altresì che la Rai debba garantire una gestione maggiormente oculata, l’attuazione di una razionalizzazione delle spese vera e propria – che non significa tagli indiscriminati e al di fuori di una strategia complessiva – e la riconversione del personale sottoutilizzato, anche attraverso la formazione specifica (in particolare, il passaggio al digitale richiede una modifica radicale dei processi e una conseguente ristrutturazione del lavoro e delle mansioni). Infatti, una gestione tutt’altro che avveduta ha, nel tempo, prodotto l’attuale situazione di criticità del quadro economico finanziario della Rai, che appare tanto più grave in un momento in cui servono ingenti risorse per rimanere nel mercato.

Peraltro, se è vero che, tra i maggiori servizi pubblici europei, la Rai continua ad essere quello con il più basso costo per i cittadini, è anche quello con la più elevata incidenza dei ricavi pubblicitari. Occorre rimarcare che la Rai non dovrebbe trarre alcun indebito vantaggio commerciale dal proprio ruolo di servizio pubblico e dal conseguente finanziamento. Per questo serve, in primo luogo, un reale sistema di contabilità separata che impedisca di utilizzare, direttamente o indirettamente, i ricavi derivanti dal canone per finanziare attività non inerenti al servizio pubblico generale radiotelevisivo, tra le quali andrebbero espressamente annoverate la produzione, l’acquisizione o cessione, la distribuzione o comunicazione al pubblico, sotto qualsiasi forma, di programmi che non costituiscono adempimento degli obblighi di servizio pubblico.

Senza alcune correzioni necessarie, l’attuale modello di separazione contabile non assicura il pieno rispetto degli obblighi assunti a livello europeo onde evitare che il finanziamento al servizio pubblico sia considerato un «aiuto di Stato» in violazione dell’articolo 87 del Trattato istitutivo della Comunità europea, secondo quanto affermato anche dal Presidente dell’Agcom nel corso dell’indagine conoscitiva. Si ricorda che proprio l’Agcom ha accertato la violazione del principio di trasparenza e non discriminazione in relazione ai listini pubblicitari e alla relativa scontistica applicati dalla Rai, con un provvedimento (delibera 61/20/CONS) giudicato legittimo in primo grado dal giudice amministrativo (a questa data, il ricorso è pendente in grado di appello davanti al Consiglio di Stato).

Dall’indagine conoscitiva è altresì emerso che il mix di risorse canone-pubblicità non sembra destinato a poter durare ancora a lungo nelle condizioni che abbiamo visto finora. In primo luogo, occorre tener conto dei nuovi limiti di affollamento di cui al decreto legislativo 08/2021 – attuativo della direttiva (UE) 2018/1808 – che, è stato evidenziato, impatta in particolare sulla fascia 18-24 di Rai1, la più pregiata.

In secondo luogo, il mercato della pubblicità si è spostato dalla carta stampata e dalla tv generalista verso internet. La pubblicità sarà, quindi, un bene sempre più scarso sul quale la Rai non potrà fare affidamento.

I principali fattori che insieme hanno concorso ad una drastica riduzione delle risorse a disposizione del servizio pubblico sono: da un lato una contrazione della raccolta pubblicitaria televisiva a vantaggio principalmente della pubblicità on line, con un sorpasso di quest’ultima sulla prima nel corso della pandemia e una destinazione della raccolta pubblicitaria on line che in grandissima prevalenza afferisce a operatori multinazionali come Google, Facebook ed Amazon; dall’altro lato una riduzione del valore complessivo del canone di abbonamento alla radiotelevisione, in termini sia assoluti sia relativi nel confronto con altri servizi pubblici radiotelevisivi europei; in terzo luogo la sottrazione alla Rai di una quota annuale delle entrate derivanti dagli effettivi versamenti a titolo di canone (cosiddetto extra gettito). Su tale sfondo, se è senz’altro opportuno garantire certezza di risorse al servizio pubblico radiotelevisivo ai fini di una migliore programmazione degli investimenti, quanto invece alla consistenza delle risorse stesse, una riflessione sulla destinazione – totale o parziale – dell’extra gettito non si può aprire senza, in parallelo, valutare condizioni e garanzie sull’utilizzo di queste somme.

Peraltro, l’extra gettito è attualmente impiegato, in particolare, per finanziare il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione per il quale, quindi, si dovrebbe preliminarmente reperire una fonte di finanziamento alternativa. L’attribuzione alla Rai di una parte o dell’intero extra gettito dovrebbe opportunamente essere accompagnato dalla previsione della destinazione di una quota minima di investimenti nella produzione di contenuti audiovisivi originali di qualità, in sintonia con l’attività di riforma di cui al citato decreto legislativo n. 208/2021 e nel quadro di un aumento delle quote di investimento obbligatorio che avvicini la realtà italiana alla media europea e che tendenzialmente si orienti verso i livelli di eccellenza raggiunti dal caso francese.

Parimenti, si potrebbe introdurre una prescrizione di destinazione di una quota minima e non riducibile di investimenti nel settore digitale, che è cruciale per la sopravvivenza nell’attuale mercato dell’audiovisivo.

2.4 Produzione audiovisiva e tutela della proprietà intellettuale.
Una componente fondamentale dell’attività di servizio pubblico è l’offerta di contenuti culturali, in particolare, cinema, fiction e documentari. In questo ambito, com’è noto, lo scenario è stato rivoluzionato negli ultimi anni: il servizio pubblico è piccolo rispetto ai giganti del digitale che dispongono di cifre estremamente importanti e riescono ad attrarre un pubblico ampio e variegato e sono i principali responsabili della fuga dei giovani dalla tv lineare e dai broadcaster tradizionali. In tal senso, appaiono significativi i dati forniti dall’EBU che, con riferimento al 2019, mettono in evidenza come i dieci principali «giganti» di internet e del tech dispongano di ricavi d’esercizio ben più considerevoli di quelli dei public service media europei e che tale divario risulti accresciuto negli ultimi anni. Nel corso dell’indagine conoscitiva è emerso che la Rai, nonostante il mutato contesto competitivo, investe sempre meno nell’industria culturale dei contenuti.

Invero, la contrazione complessiva delle risorse a disposizione del servizio pubblico radiotelevisivo è stata interpretata dalla governance Rai in senso ulteriormente restrittivo in relazione alla produzione audiovisiva: a fronte di un investimento di circa 300 milioni di euro su serialità, cinema, documentari e animazione, la quota destinata a Rai Fiction per le produzioni audiovisive nel 2020 è stata di circa 190 milioni per il 2020 e di 160 milioni per il 2021.

Siamo dunque di fronte a una riduzione degli investimenti di circa il 20 per cento su base annua: una preoccupante tendenza al disimpegno del servizio pubblico sull’audiovisivo, che rischia di avere un effetto di trascinamento al ribasso anche per il 2022 e gli anni successivi. Nel corso dell’indagine conoscitiva è stata sottolineata l’utilità di incentivare e promuovere la diversità dell’offerta audiovisiva guardando al complesso dell’articolazione dei palinsesti e dei canali Rai, superando così la concentrazione di fiction originali italiane sulla sola Rai Uno, attraverso una loro più diffusa programmazione sugli altri canali generalisti del servizio pubblico: un metodo di diversificazione che potrebbe valorizzare presso il grande pubblico la promozione della produzione audiovisiva sostenuta dalla Rai. Inoltre, è stato osservato che, nonostante la creazione di una direzione ad hoc per i documentari, il budget assegnato a questo prodotto è stato finora del tutto inadeguato. Se la Rai vuole confermare l’assunto secondo il quale rappresenta la più importante industria culturale del Paese, si è detto, occorre modificare le tendenze negative.

È stata inoltre rilevata la necessità di investire maggiormente su prodotti per ragazzi, sia sui canali lineari che sulla piattaforma digitale. Se ad oggi la legislazione già prevede delle quote di investimento per il genere kids, al fine di massimizzare gli investimenti il prodotto andrebbe maggiormente valorizzato dal sistema Rai senza essere relegato su canali tematici. Espletare la funzione di servizio pubblico significa anche rivolgersi ad ogni tipo di audience: ripristinare strisce di programmazione di contenuto kids sui canali generalisti permetterebbe alla Rai di crescere ed educare il pubblico di domani, come ha fatto fin dalla sua nascita. Con l’avvento delle nuove tecnologie, inoltre, lo sfruttamento del prodotto per ragazzi su piattaforme digital – più facilmente fruibile dal pubblico più giovane – consentirebbe alla Rai di essere più competitiva rispetto agli attori del mercato streaming.

Le società di produzione audite hanno richiamato il modello BBC, la quale ha razionalizzato i costi interni per investire di più sul prodotto e valorizzare i produttori indipendenti, asserendo che una collaborazione fruttuosa e un rapporto trasparente tra broadcaster pubblico e produttori indipendenti giovano all’intero settore e innescano un circolo virtuoso.

È stato osservato che la Rai, invece, agisce, nella competizione con i privati, in termini difensivi. Si è affermato che la Rai dovrebbe sempre scegliere il prodotto migliore, anche quando ciò significa affidarsi prevalentemente a società esterne, che siano le principali o quelle medio-piccole. Quale sia il prodotto migliore è, tuttavia, una domanda che merita un approfondimento considerata l’anomalia della fattispecie Rai, un soggetto che sta contemporaneamente nel mercato e fuori dallo stesso e che, conseguentemente, dovrebbe scegliere il prodotto che più le consente di adempiere i propri compiti di servizio pubblico secondo canoni qualitativi e non di popolarità o successo.

È stata inoltre espressa la convinzione, soprattutto da parte di alcuni membri della Commissione, che si debba conservare un equilibrio tra produzione interna ed esterna dell’Azienda, che la Rai debba valorizzare le proprie risorse interne e, considerate le recenti esperienze, debba evitare di concedere in appalto la produzione di programmi, di rilievo nazionale, che hanno un impatto fondamentale per l’adempimento del contratto di servizio. Nel corso dell’indagine conoscitiva è stato messo in rilievo che, nel campo della promozione dell’audiovisivo nazionale, la Rai può svolgere una funzione preziosa e insostituibile attraverso l’acquisizione o la co-produzione di prodotti di qualità italiani, anche allo scopo di una loro valorizzazione sui mercati esteri attraverso l’utilizzo della propria rete di distribuzione.

Il tema della promozione della produzione audiovisiva si lega anche a quello della formazione e della valorizzazione delle competenze che alimentano l’autorialità italiana. In questo senso, nel corso delle audizioni è stato espresso l’auspicio che la Rai, come editore televisivo e multimediale di servizio pubblico, riservi una voce di budget allo sviluppo di una linea d’intervento specifica per la formazione di autori nel settore dell’audiovisivo.

È stato, in particolare, citato l’esempio della Writersroom della BBC: un dipartimento specifico del servizio pubblico radiotelevisivo britannico, rivolto alla individuazione e allo sviluppo di nuovi talenti e alla valorizzazione di professionisti già attivi nel campo della sceneggiatura audiovisiva, con un accento sulla diversità e la multimedialità, orientato ad offrire a tutta l’industria dell’audiovisivo britannico un ampio spettro di opportunità di formazione e di indirizzo creativo. Questo avrebbe un ritorno in termini di prodotto; con i talenti si vince, anche rispetto alle piattaforme.

Inoltre, il necessario sostegno alle eccellenze del settore è una premessa necessaria per intercettare il pubblico giovane.

Sul piano degli incentivi economici e fiscali, si potrebbe valutare un’estensione alle opere audiovisive del tax credit previsto dalla Legge 220/2016 che attualmente esclude dai propri benefici le aziende che producono programmi di informazione e attualità.

Un’azienda audiovisiva che investe nello sviluppo, nella scrittura, nell’assunzione di professionisti, nell’edizione di un programma di genere di intrattenimento (i cui ascolti e la cui coerenza editoriale con la rete magari sono superiori ad un prodotto di fiction) non ha diritto a credito di imposta, continuando ad essere considerata «ancillare» rispetto alla produzione culturale di un film.

Per cui, proprio al fine di sostenere la produzione di contenuti culturali, anche maggiormente calati nella realtà della società, potrebbe essere opportuno estendere la misura del credito di imposta alla produzione ai format prodotti da produttori indipendenti.

Infine, la tutela della proprietà intellettuale è un tema reso più complesso dalle nuove condizioni produttive introdotte anche in Italia dagli OTT, che a fronte dell’offerta di nuove opportunità per la comunità dell’audiovisivo tendono a imporre cessioni di lungo periodo e comunque tali da indebolire l’emersione e il consolidarsi di nuovi talenti creativi e produttivi.

Nel corso dell’indagine conoscitiva è stato evidenziato che la Rai, quando commissiona la realizzazione di un programma tratto da un format originale proposto e ideato da un produttore indipendente italiano, tende ad acquisirne la proprietà intellettuale per intero o in parte, e comunque senza mai scendere sotto la soglia del 50 per cento. In aggiunta, la Rai mantiene anche il controllo della distribuzione.

Ciò, analogamente a quanto accade con gli OTT, è suscettibile di produrre un effetto di disimpegno creativo e produttivo sia sui format originali sia sul complesso dei prodotti, mentre dal servizio pubblico radiotelevisivo ci si attende la messa in atto di pratiche virtuose di sostegno al produttore indipendente e un contributo allo sviluppo dell’industria audiovisiva italiana.

Si potrebbe ipotizzare di fare riferimento, ancora una volta, al modello della BBC e, nello specifico, al «Code of Practice» che il servizio pubblico radiotelevisivo britannico ha introdotto nel 2018 con l’obiettivo sia di «valorizzare il proprio ruolo di strumento e stimolo allo sviluppo del settore dei produttori indipendenti … su basi di correttezza e trasparenza», e sia di «specificare in modo trasparente il processo di affidamento, dare ai fornitori esterni informazioni chiare sui requisiti e affidare i programmi in appalto ai produttori indipendenti con modalità aperte e leali in considerazione della qualità e del prezzo delle rispettive proposte».

Il protocollo varato dalla BBC prevede, tra l’altro, che vi sia ampia pubblicità sul calendario pubblico delle trattative per il calendario di appalto, sul tariffario con prezzi indicativi per ogni genere audiovisivo e sui diritti acquisiti e i relativi termini di pagamento. Gli obiettivi concretamente perseguiti dal Code of Practice – sotto la supervisione congiunta dell’OfCom e del PACT (la Producers Alliance for Cinema and Television, analoga al nostro APA) possono essere così riassunti:

i diritti sul materiale commissionato rimangono in ultima istanza di proprietà del produttore che l’ha creato; la licenza BBC sul materiale commissionato è normalmente della durata di cinque anni,

prorogabili per altri due; il produttore indipendente detiene i diritti di ultima istanza di sfruttamento commerciale, concedendo alla BBC durante il periodo di licenza una quota compresa tra il 25 per cento e il 50 per cento dei ricavi da distribuzione nazionale e del 15 per cento per lo sfruttamento internazionale.

Nel complesso, il modello «Code of Practice» appare coerente con una tradizione normativa britannica che nel corso degli anni ha protetto e valorizzato la produzione indipendente, in particolare attraverso la tutela della proprietà intellettuale e dei diritti di commercializzazione dell’opera, facendo dell’industria creativa audiovisiva britannica una storia di successo per tutta l’Europa.

I sopra menzionati principi e linee di condotta devono, tuttavia, tenere conto della specificità del nostro servizio pubblico radiotelevisivo. In particolare, per quanto concerne le produzioni di valore storico, artistico, e culturale o che comunque afferiscono all’offerta obbligatoria prevista dalla legge, è opportuno che la Rai conservi nel tempo i diritti di trasmissione, anche al fine di arricchire e consolidare il proprio archivio storico, che costituisce patrimonio essenziale per un efficace sviluppo della complessiva missione di servizio pubblico.

CAPITOLO 3

Conclusioni
L’indagine svolta ha consentito alla Commissione di rilevare la complessità e l’ampiezza dei temi trattati e di individuare alcuni punti critici sui quali intervenire.

È necessario che la Rai rafforzi la propria identità di servizio pubblico nell’attuale contesto multimediale interattivo e recuperi prestigio, anche a livello internazionale, puntando su contenuti innovativi di alto livello qualitativo e facendosi carico di nuovi servizi fondamentali, quali l’alfabetizzazione digitale della popolazione. Occorre dare effettiva applicazione ai principi basilari di indipendenza, trasparenza, responsabilità e sostenibilità nella governance del servizio pubblico, escludendo ogni forma di controllo esterno ex ante sulla gestione dell’Azienda, fermi restando i poteri di indirizzo e vigilanza della Commissione.

Si ravvisa l’utilità di estendere l’attuale durata triennale del mandato dei componenti del consiglio di amministrazione dell’Azienda, in linea con gli standard europei, al fine di assicurare una gestione più efficace ed efficiente e una pianificazione di ampio respiro.

Occorre garantire alla concessionaria del servizio pubblico risorse certe e adeguate, ferma restando la necessità di una razionalizzazione delle spese, nell’ambito di una strategia complessiva, che preveda anche una ristrutturazione del lavoro e delle mansioni per soddisfare le esigenze derivanti dalla trasformazione digitale.

È urgente che la Rai metta in atto un reale e trasparente sistema di contabilità separata che impedisca di utilizzare, direttamente o indirettamente, i ricavi derivanti dal canone per finanziare attività non inerenti al servizio pubblico.

L’incremento delle risorse, derivante dall’assegnazione, in tutto o in parte, dell’extra gettito, dovrebbe essere accompagnato dalla previsione di una quota minima di investimenti nella produzione di contenuti originali di qualità e nel settore digitale, oltre che dalla già citata razionalizzazione delle spese.

La Rai deve accrescere gli investimenti nella produzione interna, valorizzando le proprie risorse, con particolare riferimento ai contenuti strategici per l’adempimento dei compiti del servizio pubblico.

È necessario che la Rai adotti criteri di maggiore correttezza e trasparenza nella gestione della proprietà intellettuale delle opere audiovisive, in particolare per quanto attiene il controllo e la durata dei diritti di commercializzazione, al fine di tutelare l’industria nazionale dell’audiovisivo e di valorizzare la creatività originale e le produzioni indipendenti, avendo attenzione anche alla promozione della nostra cultura nazionale e dei nostri territori. Inoltre, si pone l’esigenza che la concessionaria conservi nel tempo i diritti di trasmissione dei contenuti afferenti l’offerta obbligatoria prevista dalla legge, anche al fine di arricchire e consolidare l’archivio storico dell’Azienda.

La Rai – anche attraverso il prossimo Contratto di servizio – dovrebbe porre in essere le azioni idonee a contribuire allo sviluppo e al sostegno del settore audiovisivo nazionale, all’individuazione e alla formazione dei talenti in tale ambito e alla valorizzazione sui mercati esteri dei prodotti italiani attraverso la propria rete di distribuzione.

Infine, la Rai dovrebbe promuovere l’innovazione tecnologica e mantenere un ruolo di guida nella ricerca e sviluppo che supporti l’effettivo adempimento della sua missione in una logica condivisa e di collaborazione, anche in forma societaria o associativa con gli altri operatori del settore radiotelevisivo, al fine di creare le condizioni per un rafforzamento del sistema radiotelevisivo italiano in una prospettiva multipiattaforma.

DAVIDE BERNARELLO E FABIO SORABELLA – STAND PROLIGHTS

FABRIZIO MARIANI – SALES MANAGER IMAGINE COMMUNICATION

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MARCELLO DELLEPIANE & STEFANO CELSO – MEDIAPOWER

IVAN PINTABONA CHIEF TECHNOLOGY OFFICER – NVP