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M-THREE LA PIATTAFORMA DI DELIVERY A 360° PER I BROADCASTER

Crescita, flessibilità, adeguamento della struttura sia a livello nazionale e internazionale, che in ambito locale, riprendendo in un certo modo un percorso stabilito sin alle origini dell’attività con la quale è nata e si è sviluppata per i primi anni l’Azienda. Una capacità quindi di rispondere efficacemente e contemporaneamente – grazie a un’innovativa infrastruttura tecnologica, ben organizzata e ampiamente rodata – sia alle esigenze dei grandi operatori internazionali che delle tv italiane, anche locali. Una sorta di camaleonte tecnologico che plasma le proprie attività, modificando di volta in volta la propria capacità propositiva, per rispondere sempre nel modo più efficace possibile alle specifiche esigenze di ogni cliente.

RAI: IL CALENDARIO DELLE PARTITE COPPA DEL MONDO 2022

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VITEC ACQUISISCE AUDIX, LEADER NELLA PRODUZIONE DI MICROFONI

AUDIX MICROFONI - VITEC GROUP
AUDIX MICROFONI - VITEC GROUP

Vitec Imaging Solutions, divisione di Vitec Group plc, produttore e distributore internazionale di prodotti per il mondo Imaging e per il settore oggi in forte crescita della Content Creation, annuncia che ha raggiunto l’accordo per l’acquisizione di Audix e delle sue affiliate.
L’acquisizione consente a Vitec di proseguire nella sua missione di offrire soluzioni audio e video per tutti i content creators.

Audix è un marchio leader di microfoni ad elevata qualità, amato da artisti e professionisti sia per le registrazioni in studio che le performance dal vivo. L’azienda è basata a Portland nell’Oregon, ed è considerato un brand di culto tra i propri utenti, grazie anche ad una tecnologia all’avanguardia progettata e prodotta negli Stati Uniti.

A seguito dell’acquisizione, il team e la struttura Audix in Oregon diventeranno il centro di eccellenza di R&D audio di Vitec Imaging Solutions, che svilupperà ulteriormente la capacità di progettare, sviluppare e produrre in-house i microfoni per tutti i marchi audio Vitec. Con l’acquisizione di Audix la strategia audio di Vitec si articolerà su tre core brands in grado di coprire tutti i segmenti di mercato, che attualmente vale circa 1 miliardo di dollari.

1. AUDIX: I MIGLIORI MICROFONI PER LA REGISTRAZIONE IN STUDIO E LIVE
Grazie all’ingresso in Vitec Imaging Solutions, Audix beneficerà di ulteriori capacità di vendita, marketing e di e-commerce a livello globale a sostegno di questo brand che è ormai un’icona nel proprio settore. L’acquisizione consentirà ad Audix anche di mantenere il suo alto livello di innovazione, con un focus principale sulle applicazioni wireless oggi in rapida crescita.
Il sito produttivo di Audix negli USA, all’avanguardia e integrato in modo verticale, si apre adesso agli altri brand audio di Vitec, realizzando sinergie che consentiranno di estendere l’innovazione Audix all’intera gamma audio di Vitec, a tutto beneficio dei propri utenti.

2. RYCOTE: I MICROFONI E ACCESSORI, LEADER NEL BROADCAST E TRA I FILMMAKER PROFESSIONISTI
Il brand Rycote è leader nel segmento broadcasting e delle produzioni, dove gode della fiducia dei professionisti del settore. I suoi windshield e supporti continueranno ad essere prodotti nel Regno Unito, mentre i microfoni per broadcasting beneficeranno delle capacità di R&D e degli impianti di produzione di Audix negli USA. Questo consentirà a Vitec Imaging Solutions di estendere ulteriormente la propria gamma, migliorare le prestazioni dei prodotti e servire meglio il mercato statunitense.

3. JOBY: I MICROFONI PORTATILI PIÙ VERSATILI AL SERVIZIO DEI CONTENT CREATORS
JOBY realizza già oggi i volumi maggiori di microfoni Vitec e si rivolge ai 40 milioni di influencers che aspirano a monetizzare i propri contenuti attraverso i canali social media, per i quali l’eccellente qualità dell’audio è un fattore critico di successo. La gamma di microfoni JOBY si arricchirà verso la fine di questo mese di nuove ed entusiasmanti soluzioni per podcasters e game streamers. Nel futuro lo sviluppo dei microfoni JOBY si sposterà negli Stati Uniti al fine di accelerare il processo di innovazione nel più grande mercato dei content creators.

DIGITAL PRODUCTION NUMERO 17

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DIGITAL PRODUCTION NUMERO 16

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DIGITAL PRODUCTION NUMERO 18

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I 15 ANNI DELL’HD FORUM

 

Un’edizione in presenza quella del 2021 dell’HD Forum Italia, che si è contraddistinta anche per una buona sintonia e qualità degli interventi dei relatori. Ma questa era anche l’occasione per festeggiare i 15 anni dell’Associazione, presieduta da Benito Mari.

Abbiamo quindi chiesto direttamente al Presidente di fare il punto su quest’importante traguardo e di raccontarci anche quelli che sono i prossimi obiettivi dell’HD Forum. Sui prossimi numeri vi proporremo altri contributi realizzati in occasione di questo evento.

15 anni per l’HD Forum Italia. In occasione dell’evento di Roma, è anche il momento di fare un consuntivo?

Diverse le motivazioni che portano a raccogliere, per questo evento, un risultato molto positivo. Un gran successo. In primis, siamo ritornati a incontrarci di persona. Questo è un fatto che ci ha riempito di felicità. Ci siamo rivisti e abbiamo potuto ricondividere quel clima e quell’ambiente che ci mancava da due anni e che ovviamente ci ha un po’ rigenerato nella voglia di fare e di ritornare a impegnarci. E poi perché stiamo vivendo una trasformazione, quella dei media digitali, in modo preminente. E questi sono gli anni in cui il Forum può dire la sua. Noi siamo un’organizzazione di filiera, che è capace di mettere insieme 26 diverse aziende intorno a un tavolo, per confrontarsi e dibattere, discutere per approcciare fasi critiche, ma anche divertirsi. È stata una condizione che abbiamo ribadito anche in questa assise. Dunque qui abbiamo parlato della TV del domani: tecnologie, contenuti e consumi; le tre direttrici che caratterizzano il mondo di oggi.

In HD Forum parliamo di tecnologie da sempre, in quanto noi siamo devoti alla possibilità di armonizzare le diverse specifiche tecniche.

Lo ha specificato anche Gino Alberico, il nostro responsabile del gruppo di lavoro, il JTG – Joint Technical Group –, che racchiude 90 ingegneri. Ben 90 esperti che provengono da queste 26 aziende, sia a livello nazionale sia internazionale, che lavorano insieme per identificare quali sono le specifiche da applicare nell’ecosistema italiano: broadcaster, manufacturer, industria telco, connection provider, istituzioni etc…

E, in questa occasione, era presente anche l’Agcom?

Sì, oggi era presente anche l’Agcom, e ci ha fatto estremo piacere incontrarli per mostrare loro come l’OTT possa trasformarsi in una piattaforma abilitante il servizio lineare, la TV di massa. E queste sfaccettature toccano la parte normativa, un tema caldissimo del quale la nostra Bianca Papini di CRTV – Confindustria Radio TV – ha messo in evidenza gli ingaggi importanti da mettere in campo nei prossimi mesi, per cercare di gestire la localizzazione della distribuzione OTT dei grandi operatori internazionali, confrontata con le esigenze dei broadcaster locali. Quindi, temi a 360°, che mostrano, ancora una volta, come il Forum sia in grado di mettere in luce un’autorevolezza, una capacità analitica di raffronto di dati e, nello stesso tempo, di fornire un punto di riferimento per le istituzioni, per i manufacturer e i broadcaster. Dunque è una condizione di eccellenza. Noi guardiamo in avanti, guardiamo ai prossimi 3-5 o 10 anni. L’ingaggio sarà impegnativo, ma siamo tutti motivati. E, soprattutto, quest’anno grazie anche a questo incontro, in presenza.

 Progetti e prospettive per il futuro a questo punto?

Ci sono tantissimi studi che stiamo intraprendendo, come l’Osservatorio per l’OTT e la linear TV. È un organismo che è appena stato fondato e che ha lo scopo di monitorare quello che succede rispetto agli sviluppi delle piattaforme OTT e delle tecniche. Questo vede già l’accoglienza di una decina di aziende che ovviamente si vogliono confrontare e, in particolare, ha lo scopo di monitorare e mettere in luce quelli che sono gli esiti POC che si faranno nel mercato, per poter accogliere le normative e, soprattutto, creare una liaison con il DVB Project, che sta portando avanti lo sviluppo del DVB-I e che ci dà garanzie di una logica di legacy, rispetto al digitale terrestre e al satellitare. Ma intorno a questo ci sono altre iniziative, come il JTG, che dovrà cominciare a lavorare sul nuovo libro, previsto nel 2023, e quant’altro, riferito alle iniziative, ai progetti, ai tutorial che il Forum vuole portare avanti proprio per creare più confidenza verso l’interesse e la comprensione di queste tecnologie che sono articolate, complesse, in qualche modo difficili anche per l’utente. E quindi potremmo anche studiare una modalità per cercare di mettere in campo una guida che aiuti l’utente, in questo scenario complesso, dove lui deve indirizzarsi per la scelta del suo terminale, il suo Smart TV.

 

CON WAVES CINEVIDEO CONTINUA A CAVALCARE L’ONDA 12G 4K

CINEVIDEO WAVES ARET
CINEVIDEO WAVES ARET

La Cinevideo ha puntato sul 12G per la realizzazione del suo nuovo OB Van 4K HDR e, soprattutto sulle tecnologie Ultrix e Acuity della Ross che, grazie a una potente integrazione tra mixer video e matrici, moltiplica in modo significativo le potenzialità del mezzo. Merito di questo riuscito sistema va alla Aret Engineering, che ha progettato e ingegnerizzato il sistema, e alla Aret Coachworx, che ha curato la realizzazione della carrozzeria.

Un concentrato di tecnologia e potenzialità operativa, unite a una razionalizzazione degli spazi molto accurata e confortevole. La Cinevideo ha da sempre puntato sull’innovazione tecnologica per favorire lo sviluppo dell’azienda. Già alcuni anni fa si era distinta per aver adottato, prima in Italia, le tecnologie delelgate alla SuperSlow Motion per gli eventi sportivi. Oggi, con questo secondo OB Van in 4K, integra la tecnologia 12G nella forma più potente, a livello di integrazione, attualmente disponibile sul mercato. Grazie infatti alla scelta delle ultime soluzioni presentate dalla Ross e, in particolare, del mixer video Acuity e della matrice Ultrix, l’OB Van è in grado di offrire un sistema di produzione mobile, capace di gestire fino a 90 ingressi su 90 uscite in 4K, single-cable.
Significativa l’analisi sviluppata in partnership con la Aret che ha portato a individuare i prodotti più utili per realizzare questo potente concentrato di tecnologie. Il system integrator italiano è certamente tra i principali player europei, con i suoi oltre 500 sistemi realizzati in oltre 40 paesi del mondo. Inizia la sua attività alla fine degli anni ‘70 operando per clienti come Rai, Sip (Telecom/Tim), per passare poi ad acquisire commesse nei diversi paesi e continenti: dalla Malesia, alla Thailandia, al Brunei, buona parte del Medio Oriente, oltre che in Africa, in Sud America e, nella stessa Europa, riuscendo a competere alla pari con i colossi della system integration tedeschi e inglesi. Parliamo di clienti come Qatar Television, Al Jazera, gruppo Euromedia etc.Il Gruppo Aret è strutturato con la Aret Audio & Video Engineering, che si occupa della progettazione e della system integration; la Aret Coachworx, che si occupa della progettazione e della realizzazione di veicoli speciali, tra i quali anche gli OB Van per la produzione media; ma la Aret commercializza anche una serie di brand, tra cui alcuni leader di mercato come la Ross e la Lawo, per citarne due dei più illustri.
Ma entriamo dunque nel dettaglio di quello che è il cuore del sistema, cioè l’integrazione delle due matrici Ultrix con il mixer video Acuity della Ross. La nuova unità Waves della Cinevideo è stata progettata in tutte le sue parti, dalla Aret Coachworx (azienda che fa parte del gruppo Aret), sia per ciò che riguarda la parte meccanica, che l’idraulica e il condizionamento. La progettazione è stata realizzata in 3D con un’accurata analisi degli elementi finiti per controllarne le deformazioni delle strutture sottoposte ai carichi.
La tecnologia di costruzione è unica, definita da Aret più di 20 anni fa, sempre aggiornata e perfezionata negli anni, progetto dopo progetto, e oggi nella sua variante denominata AR9.
A conforto dell’affidabilità del sistema, va ricordato che la Aret ha realizzato più di 300 carrozzerie di OB Van dedicati alla produzione video con questa tecnica, che significa avere avuto 300 occasioni per migliorarla, che hanno generato nove differenti release principali.ARET Coachworx è oggi dotata delle più moderne tecnologie per la progettazione e dei più moderni macchinari per la lavorazione dei materiali.

LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL SISTEMA

I vantaggi di questa tecnica di costruzione sono:
a) Autoportanza delle pareti con limitato ingombro delle proprie strutture, che comporta i seguenti vantaggi:
– maggiore spazio interno;
– possibilità di aprire le espansioni di lunghezza pari alla lunghezza carrozzata;
– incrementata larghezza espandibile al massimo possibile, limitata solo dalla larghezza carrozzabile;
– coefficiente termico pari a circa il doppio delle tecniche di costruzione tradizionali e con ingombro ridotto;
-annullamento dei ponti termici.
b) Perfetta tenuta all’acqua e alla neve, sia a espansione aperta che chiusa, senza l’uso di antiestetiche e poco funzionali guarnizioni esterne e senza la necessità dei tetti espansioni.
c) Tecnica modulare che consente realizzazioni full custom che hanno la precisione e raffinatezza delle finiture di produzione in serie.
d) Progettazione della meccanica e degli impianti eseguita con la logica degli impianti broadcast, cioè prevedendo i guasti, definendo sempre almeno una possibilità alternativa per portare a termine una produzione anche in presenza di guasto.
e) Full hardware inventory della carrozzeria e disponibilità di spare-parts.

Il sistema broadcast è stato realizzato con un workflow completamente 12G SDI, la cui infrastruttura e mixer video sono completamente realizzati con tecnologia RossVideo. Tra i componenti installati a bordo del mezzo ricordiamo:
1) Matrice RossVideo Ultrix FR5 12G-SDI, dotata di frame synchronizer, audio video delay, 160 embedder, 160 deembedder, 160 uscite di clean e quiet switch, 24 multiviewer a servire tutto il mezzo mobile, porte Madi a servire la matrice audio interna 3600×3600 non bloccante.
2) Mixer Video RossVideo Acuity Ultrix, nativo 12G SDI, 4ME UHD, fino a 90 ingressi e 90 uscite, 90 embedder e 90 deembedder, multiviewer, frame syncronizer, Madi routing, dotato di due pannelli Acuity.
3) Mixer Video RossVideo Carbonite Ultra, nativo 12G SDI, dotato di frame syncronizer, format converter in ingresso e uscita, conversioni SDR/HDR, utilizzato come processore, ma disponibile anche come mixer di backup.
4) Digital Glue 12G SDI RossVideo su piattaforma Opengear comprensivo di:-distributori singoli e doppi 12G-SDI;-UP/DOWN/CROSS converter 12G-SDI, SDR/HDR, color corrector, audio video delay;
-distribuzioni audio e black burst.
5) Sistema LAWO VSM in grado di interfacciare tutti gli apparati.
6) Slow Motion Server EVS XT VIA 12G-SDI.
7) Mixer Audio Calrec Brio 36 e Artemis.

NEL CUORE DI WAVES

Per l’unità Waves di Cinevideo, dopo varie e attente valutazioni, è stato scelto il nuovo e performante mixer video Acuity Ultrix.
Questo nuovo gioiello, appena presentato sul mercato dalla Ross, offre una significativa e interessante integrazione, nuove possibilità e una maggiore flessibilità per le produzioni. Stiamo parlando di un mixer video, ma in realtà si tratta di un sistema che fa praticamente corpo unico con la stessa matrice Ultrix.
Il mixer si compone di massimo quattro blade che vengono inserite all’interno del frame matrice; ognuna delle blade processa un ME UHD che può essere splittato in due ME effettivi, sempre UHD, portando così la capacità a 8 ME UHD. Ogni blade supporta fino a sei key, alle quali può essere applicato il resize DVE, border, shadow e altri parametri usuali. Parlando di frame memory, ogni blade supporta quattro frame memory/clip player, ognuno con Fill e Alpha, ai quali si aggiunge la possibilità di leggere in sync sequenze audio abbinate.
Per le risorse di Input sono disponibili tutti gli ingressi del frame matrice dove le blade sono installate (perciò attualmente circa 88 UHD 12G con quattro blade installate, numero di ingressi dipendente dalle configurazioni degli SFP addizionali installabili nella matrice; con opportune tieline tra vari frame matrice si possono poi ulteriormente aumentare).
Per le uscite di ogni blade (vari PGM, PVW, AUX) non vengono usate risorse di ingresso della matrice, ma sono rese disponibili come sorgenti addizionali di ingresso, moltiplicando di fatto gli ingressi stessi della matrice. Tra le uscite di ogni blade/ME troviamo anche multiviewer uscite assegnabili e Fill/Alpha dei frame memory a bordo della blade, questo può risultare utile in caso di processamento esterno alla blade ad esempio per conversioni SDR/HDR.
L’uso dei frame memory è molto veloce e pratico, potendo importare, direttamente dalla superficie del mixer. Clip e still vengono convertite direttamente dal mixer stesso, senza dover fare conversioni esterne. In caso di utilizzo in UHD, clip o still di dimensioni in pixel differenti possono essere adattate direttamente dal mixer stesso. Avendo disponibili come opzioni frame sync su ogni ingresso, conversioni da UHD Quad a 12G sugli ingressi, clean switch su ogni uscita, svariati multiviewer sulle uscite, demux e mux su ogni input e output, il sistema diventa molto potente e compatto, semplificando in maniera non indifferente il cablaggio e l’utilizzo dell’intero OB Van.
Interessante il fatto che tutti gli ingressi presenti in matrice più tutte le uscite delle blade/ME possano essere usati come sorgenti per i multiviewer, senza impegnare ulteriori risorse o aggiungere altro hardware. I multiviewer non hanno praticamente nessun limite di PIP sulle uscite, ogni uscita multiview può averne fino a un centinaio. Rilevante anche il numero di ME e ingressi/uscite disponibili in UHD, oltre ai frame memory e key, uno dei più alti, se non il più alto, tra i mixer video attualmente disponibili. L’operatività della superficie di controllo è molto veloce ed è coadiuvata dal menu touchscreen, che lavora in abbinamento con essa. Con la stessa filosofia dei precedenti mixer Ross, anche le Macro o Custom Control sono pratici e registrabili sia online che programmabili offline. È possibile anche controllare lo stesso menù del mixer da remoto, tramite dashboard, dove è disponibile anche una superficie.

CON WAVES CINEVIDEO CONTINUA A CAVALCARE L’ONDA DEL 12G: INTERVISTA ALESSANDRO ASTI

Alessandro, quando inizia la storia della Aret?
L’attività della Aret inizia nel 1976, con un portafoglio d’ordini che era già dedicato all’integrazione dei sistemi, e specificatamente agli OB Van. Una storia quindi di più di 40 anni.

Diamo un po’ di numeri: 40 anni, 500 OB Van; in quanti Paesi e quanti clienti, circa?
Aret comincia come integratore di sistemi, operando sostanzialmente in Italia e lavorando per Rai, per l’allora SIP e poi anche per il gruppo Mediaset; in seguito intraprende un’espansione internazionale e un’attività di distribuzione degli apparati. Oggi Aret è presente in più di 40 Paesi nel mondo. La quantità dei clienti è difficile da dirsi. Però annoveriamo clienti che sono sostanzialmente televisioni private e di Stato, in molte aree del mondo, tra cui il Sud-est asiatico, con presenze in Malesia, Tailandia, Brunei (tanto per
citarne qualcuno in Estremo Oriente), e in tutti i paesi del Medio Oriente, per clienti molto importanti come Qatar Television, piuttosto che Al Jazeera e altri broadcaster di rilievo, sia in Qatar che, con una penetrazione sempre più apprezzabile, nell’Africa e poi, in
Sud America.

Un system integrator italiano, capace di competere con i grandi system integrator europei?
Sì, e abbiamo dimenticato, tra l’altro, la penetrazione in Europa, sempre più consistente; e per clienti che sono molto esigenti e che hanno magari più abitudine a lavorare con i tedeschi che non con gli italiani. Ma, come spesso succede in altri settori, l’ingegneria italiana sa essere rigorosa come quella nordica, e magari anche un po’ più creativa.

Parliamo di alcuni dei più importanti gruppi europei, che operano nella produzione televisiva…

Parliamo anche dei più importanti OB Van service. Stiamo realizzando due OB Van veramente innovativi (tra l’altro con tecnologie meccaniche di sistema, che sono, direi, rivoluzionarie) per uno dei gruppi di OB Van service che ritengo essere di punta in Europa.

Com’è strutturato oggi il vostro gruppo?
Siamo più aziende. Le principali sono Aret Video Engineering (che è il system integrator, si occupa di tutte le fasi, dalla consulenza alla progettazione e opera anche da mother company), e che si occupa dalla progettazione, dalla consulting all’acquisizione della commessa, dalla progettazione esecutiva all’integrazione di sistema, al commissioning e al training. Mentre la Coachworx, si occupa della progettazione e realizzazione delle carrozzerie, anche di mezzi speciali.

Ma siete anche l’unico system integrator a implementare al proprio interno una società che progetta e realizza la carrozzeria?
Come system integrator abbiamo alcune caratteristiche che direi uniche al mondo. Possediamo il 100% della Aret Coachworx, società di ingegneria meccanica dedicata alla progettazione e alla realizzazione di carrozzerie per OB broadcast, ma anche di veicoli speciali come, ad esempio, veicoli militari. L’altra caratteristica è che siamo un’azienda che ha una serie di marchi in distribuzione dei quali ha un buon livello di know-how e, contemporaneamente, conosce molto bene anche i prodotti di molti altri brand. Investiamo moltissimo in formazione e, quando facciamo commissioning e training di un sistema, siamo assolutamente indipendenti con le nostre risorse. Questi due fattori creano un vantaggio immenso per il cliente. Voglio ricordare che l’attività di un OB Van è caratterizzata da una criticità di missione assolutamente importante perché qualsiasi problema può rischiare di mandare all’aria una produzione live.

Quali sono i vantaggi che offre Aret, in questo ambito?
Il fatto che la progettazione meccanica sia fatta da chi conosce bene le esigenze di affidabilità che il cliente deve avere. Quindi le meccaniche sono progettate in maniera che, anche in caso di guasto, ci sia una way-out che possa risolvere il problema, almeno temporaneamente, per poter in ogni caso effettuare la produzione.

Quindi c’è, in ogni caso, un piano B?
Certo. L’idraulica è automatica ma, parallelamente, è anche manuale e, se non dovesse funzionare nessuno dei due sistemi, perché c’è magari una valvola inceppata, ci sono una serie di accorgimenti che vengono previsti in fase di progettazione per avere anche
un piano C. Inoltre prevediamo un particolare supporto di assistenza. Se il cliente chiama in un qualsiasi giorno dell’anno, uno dei nostri ingegneri, in possesso di tutte le informazioni relative al mezzo, sarà in grado di portare il cliente a effettuare la produzione. In definitiva, la meccanica ha la stessa attenzione che si usa normalmente per il sistema di produzione audio e video.

Una delle vostre ultime realizzazioni è il sistema Waves della Cinevideo. Quali sono state le richieste che vi sono arrivate inizialmente dal cliente?
Il cliente aveva le idee molto chiare, basate su un layout che è unico nel suo genere.
Waves è un truck su chassis rigido che ha lo stesso spazio di un trailer grazie alla nostra tecnologia costruttiva che permette di realizzare espansioni più grandi occupando meno spazio per le strutture. Chi lo ha visitato mi ha riportato la sensazione di un ambiente perfetto senza sbavature. E questo è ottenuto attraverso l’approccio che noi abbiamo in Aret Coachworx. Utilizziamo un sistema di progettazione 3d ed effettuiamo un’analisi degli elementi finiti di tutte le strutture. In questo modo definiamo esattamente le parti che servono, senza eccedere e senza irrigidirle eccessivamente, cosa che potrebbe creare problemi all’espansione. Quando la progettazione è così raffinata, allora non c’è nulla di improvvisato; e quando non c’è nulla di improvvisato e, salendo sul mezzo te ne accorgi.

Entriamo nel dettaglio per un maggior approfondimento. Partendo dalla carrozzeria, cos’altro c’è da aggiungere?
Il modo con cui noi costruiamo è un metodo che abbiamo sviluppato non dico in 40 anni di storia dell’Aret, ma sicuramente negli ultimi 25 anni. Siamo ormai a una release molto avanzata di ottimizzazione del nostro sistema progettuale. Per ogni mezzo che torna in azienda per fare un check, dopo magari anni di lavoro, andiamo a verificare quali sono i particolari che dobbiamo migliorare. Questo perché non si possono giudicare i mezzi mobili quando sono nuovi. Ma bisogna guardarli dopo un po’ di anni di lavoro. Noi siamo in grado di realizzare un sistema full-custom, ma con una tecnologia che è standardizzata e modulare. Questo garantisce la qualità del prodotto finito. Inoltre siamo in grado di assistere i nostri mezzi in ogni loro parte. Infatti assistiamo le nostre carrozzerie con la stessa cura con cui assistiamo i sistemi broadcast. Quindi, se si rompe qualcosa, sappiamo esattamente qual è il part-number specifico del pezzo. Non solo; molto probabilmente, lo abbiamo in casa o ne abbiamo definito uno equivalente, nel caso in cui non sia più in produzione.

Passiamo alla tecnologia, entrando anche qui nel dettaglio. Cosa va evidenziato?
La tecnologia è il fiore all’occhiello di questo sistema. Credo che in UHD sia in assoluto l’OB Van più potente in 12G che ci sia in Italia. Se pensassimo di realizzare la stessa struttura in 3G quad link, avremmo delle dimensioni degli apparati ben più voluminose e tutta una serie di complicazioni operative, oltre a un costo notevolmente lievitato.

Puoi entrare più nel dettaglio di quello che è l’interfacciamento e quindi il potenziale che viene fuori tra mixer video e matrice, e soffermarti sulle caratteristiche che rendono innovativo questo sistema?
La tecnologia è basata su Ross. La matrice Ultrix che, oltre a essere potentissima e a essere 12G, è ancora più efficiente perché offre fino a 27 multiviewer software attivabili a scelta, con accesso a 100 PIP, tra i segnali presenti all’interno della matrice. Offre inoltre fino a 16 porte MADI ed è dotata di tutti i de-embedder all’ingresso, degli embedder all’uscita e di un routing non bloccante tra i canali deembeddati (16 per ogni canale video), le porte MADI e i canali di embedding in uscita. È dotata di frame synchronizer in 3G o in 12G in ingresso, attivabili singolarmente e da tutte le uscite di clean switch. Questo rende la matrice ancora più grande, non avendo quasi nulla di esterno, come le uscite e gli ingressi dedicati a embedder e de-embedder, multiviewer e quant’altro, e la rende ancora più potente. La Ross, poi, ha sviluppato il mixer Acuity Ultrix sullo stesso chassis della matrice. Un’idea geniale che ha portato il mixer nello chassis della Ultrix e, inserendo le schede di mix-effect del mixer, la Ultrix non perde nessuna delle sue caratteristiche. Questo ha permesso però, di ottenere un mixer nativo UHD, come quello integrato nel sistema di Cinevideo, che ha 4 mix-effect in UHD, con 90 ingressi e 90 uscite, tutte UHD. Questo credo che sia il mixer più avanzato al mondo. Per due motivi: prima di tutto è un mixer nativo UHD; secondo, è un mixer con 80 ingressi UHD. Significa che un mixer quad-link con la stessa potenzialità, dovrebbe essere un mixer da 320 ingressi, con un’occupazione di spazio ben diversa (non certo le cinque unità della Ultrix), oltre a un costo che lascio immaginare. Inoltre, abbiamo lo chassis del mixer che funge da matrice e le due matrici dialogano tramite tieline. Quindi le due matrici dialogano, sono legate a determinate tieline e alcuni segnali transitano nel livello matrice del mixer, altri solo nel livello della matrice. Questo crea due effetti: mixer e matrice offrono un sistema di matrice ancora più potente di quello della singola matrice e si fanno da backup l’uno con l’altro. Altra caratteristica che c’è quasi sempre nei nostri sistemi 12G è rappresentata anche dal fatto che, a bordo del Waves di Cinevideo, c’è un Carbonite Ultra, un terzo mixer più piccolo in 12G (dotato di 24 ingressi di cui 18 in 12G), che abbiamo inserito perché offre, per il suo prezzo irrilevante nel budget, una quantità di risorse in UHD strepitosa, in termini di numero di chiavi, format converters in ingresso e in uscita, frame synchronizers, conversioni SDR HDR. In definitiva il Carbonite Ultra è utilizzato in impianto come GLUE ma è disponibile anche come mixer di emergenza, offrendo due ME UHD e fino a 18 ingressi UHD. In alto, la pianta e, sotto, una sezione in 3D dell’OB Van Waves di Cinevideo. Da notare la particolare ed originale disposizione e suddivisione delle diverse aree di lavoro.

E in questo caso, con la dashboard, si espandono ulteriormente le potenzialità del sistema?
Certo, con la dashboard (che è il software con cui si configurano e governano tutti gli apparati Ross) si possono creare pannelli custom touchscreen, che controllano più apparati. È come avere un control system dedicato esplicitamente agli apparati Ross, ma soprattutto gratis.

A questo punto, cosa bisogna aspettarsi da Aret nel prossimo futuro?
Nel prossimo futuro, tante cose. Ci stiamo espandendo sotto molti punti di vista. La Coachworx sta cambiando sede, passando in una struttura che è quasi quattro volte più ampia di quella attuale. Abbiamo già fatto gli investimenti per tutta una serie di nuovi macchinari. Ma anche in risorse umane; abbiamo appena integrato due ingegneri meccanici. Dobbiamo assumere due nuovi ingegneri per l’area broadcast. Abbiamo appena assunto un professionista che viene da un broadcaster e che ha delle competenze a livello sistemistico particolarmente interessanti per noi. Quindi rafforziamo significativamente l’area che noi chiamiamo DPS – Delivery Product Specialist, delegata a occuparsi di commissioning e training dei sistemi. Stiamo inoltre sviluppando una serie di manovre commerciali di cui, però, adesso è prematuro parlare.

CON WAVES CINEVIDEO CONTINUA A CAVALCARE L’ONDA DEL 12G: INTERVISTA ANDREA BUONOMO

Qual è la storia di Cinevideo?
La Cinevideo nasce nel 1983, fondata da mio padre, che è anche l’amministratore unico dell’Azienda. Ha iniziato il suo lavoro prima come cameraman per la RAI e per alcune TV locali e poi ha deciso di partire con una propria iniziativa, che è quella che oggi è la Cinevideo.

Le tappe fondamentali di questa storia?
Una tappa fondamentale sicuramente è stata quella del ‘97 con la realizzazione del primo OB Van; poi l’ingresso in azienda di mio fratello e, poco dopo, anche del mio. Nel 2006 abbiamo creato un secondo OB Van in alta definizione; nel 2012 ci siamo specializzati nelle riprese ultraslow motion con i nostri sistemi che girano fino a 2000 fotogrammi al secondo.
Sia i sistemi ultraslow che il l’OB Van ci sono stati forniti da Aret. Nel 2017 il primo OB Van 4K HDR, che abbiamo presentato anche all’IBC di Amsterdam. E adesso il nuovo Waves, che è anche il nostro primo OB Van 4K HDR 12G.

Perché avete dato il nome di Waves?
Abbiamo seguito l’onda, come si suol dire. Il primo OB Van si chiamava Dolphin; il secondo l’abbiamo chiamato Waves, seguendo l’onda del 12G, che avevamo intrapreso con Dolphin.

Quali sono state le scelte e, soprattutto, cosa avete chiesto al System integrator Aret?
Siamo partiti da un progetto che si rifaceva in parte all’OB Van Dolphin 7.0, per ricalcare gli spazi che avevamo sfruttato già bene nella precedente versione e per creare, a livello tecnologico, qualcosa di veramente innovativo e che fosse realmente 4K, e non un mezzo 4K adattato, come spesso avviene.

Nel dettaglio questo cosa vuol dire?
Vuol dire che nel 4K tradizionale quad-link bisogna comunque dividere le risorse per 4: quando si vuole lavorare con un mixer video che debba gestire 20 camere 4K, bisogna utilizzare 80 ingressi. Con questa tecnologia che abbiamo scelto su Waves, non abbiamo bisogno di ridurre risorse, né per ciò che riguarda gli ingressi del mixer né per la matrice o per altro, perché gli apparati sono nativi UHD e connessi in single link 12G.

Il potenziale di questo sistema, quindi, a che cosa porta?
Il potenziale di questo mezzo è davvero incredibile. All’interno abbiamo due matrici Ross Ultrix 12G, che sono equipaggiate, la prima, in 12G 150×150, che equivarrebbe a una 600×600 in quad-link; mentre la seconda matrice, che è sempre una Ultrix, connessa al mixer video, è configurata in 80×80, e può gestire 80 ingressi su 80 uscite, all’interno
del mixer video. Questo significa che il mixer video fa anche da matrice, da embedder 12G e de-embedder 12G. E le risorse del mixer sono impressionanti, perché ha 80 ingressi
4K reali, quattro banchi effetti, che possono essere splittati in due, per diventare quindi otto banchi 4K; ogni banco 4K ha fino a sei chiavi con DVE incorporati; il mixer ha inoltre un DVE e ogni banco ha quattro media player fill-key, ovvero otto media player per ogni banco, per un totale di 16 media player per TGA, wipe replay etc., che possono essere utilizzati in 4K.

Perché la scelta del system integrator è caduta sulla Aret?
Con Aret abbiamo iniziato il progetto completo. Grazie anche alla Aret Coachworx, abbiamo creato la carrozzeria; mentre con la stessa Aret Engineering abbiamo realizzato tutta la system integration, il progetto del cablaggio e la messa in funzione del mezzo.

Ma quali sono state le specifiche ragioni che vi hanno portato a scegliere la Aret?
Abbiamo voluto cambiare. la Aret è un’azienda che opera molto, anche a livello  internazionale e abbiamo quindi voluto metterli alla prova su un progetto italiano che ha, però, al suo interno una tecnologia all’avanguardia.

A cosa è dovuta la scelta di Riedel per l’intercom?
È una logica conseguenza, perché avere sui due mezzi gli identici sistemi di intercom è un plus notevole. E poi, con la Riedel, abbiamo implementato la nuova matrice 1024 AES67, che è tutta in IP. Quindi, abbiamo trasformato tutto l’intercom in tecnologia IP.

Avete scelto, oggi, la tecnologia 12G e non la tecnologia IP. Qual è la tua opinione su questo particolare momento di evoluzione tecnologica?

Nel 2017 con il Dolphin abbiamo iniziato con l’introduzione della tecnologia 12G, infatti abbiamo un layer 12G. Allora, erano le prime macchine che avevano ingressi e uscite 12G. Oggi tutti i produttori di macchine hanno apparati che lavorano in 12G. E questo conferma che la scelta che avevamo fatto a suo tempo è stata poi ampiamente confermata dal mercato, perché questa tecnologia è molto più user-friendly dell’IP, che rappresenta un mondo a sé e che richiede delle competenze nuove.

Per la sezione del Replay, invece, avete integrato EVS. Qual è la configurazione che avete adottato?
Abbiamo integrato l’EVS XT VIA. Anche sul Dolphin avevamo già intrapreso la scelta dell’XT VIA, che sono macchine che accettano il 12G e possono lavorare in 4K. Abbiamo, quindi, replicato la configurazione che avevamo sul precedente mezzo. Il Waves porta fino a 20 telecamere 4K e cinque macchine EVS 4K.

Parliamo del guscio e del conforto all’interno del mezzo. Partiamo dalla superficie?
Sono circa 60 metri quadri su un truck tre assi. La dimensione di viaggio è di 12×2,55mt, mentre in modalità operativa abbiamo un’espansione di 15 metri per circa 6 metri di apertura.

Entrando più nel dettaglio della parte meccanica?
Come layout, abbiamo previsto tre aree distinte di lavoro: una parte dedicata alla regia principale, e quindi al feed internazionale; una secondaria dedicata alla regia del feed nazionale, con un suo audio dedicato; infine una terza parte dedicata alla tecnica, con il suo
accesso indipendente, che permette ai tecnici di operare senza dover disturbare nessuna delle due aree produttive.

A questo punto, cosa bisogna aspettarsi dalla Cinevideo in un prossimo futuro?
Non c’è due senza tre. Magari il prossimo sarà anche in IP. Scherzi a parte, abbiamo investito su questa tecnologia UHD, per essere pronti e per dare una risposta al mercato, per dire che Cinevideo c’è e che siamo pronti per affrontare nuove sfide.

Per concludere, le tue considerazioni sulla Aret?
Abbiamo lavorato fianco a fianco con il team di Aret. Nulla da eccepire. Sono dei grandi professionisti che, sicuramente con questo nuovo mezzo, avranno modo di far apprezzare anche in Italia la loro professionalità.